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«Hey Andrea, cosa succede?» improvvisamente sento una voce che entra dal bagno e mi si avvicina. Alzo la testa e vedo il preside Lee che mi consola. Si siede accanto a me e mi abbraccia. Ricambio solo l'abbraccio, senza parlare però.

Non insiste più di tanto nel parlare e mi propone «Ti andrebbe di venire nel mio ufficio? Così almeno ti siedi sulla poltrona.» annuisco, ci alziamo e mi porta nella presidenza.

Una volta arrivati, il preside chiude la porta e mi lascia sedere su una delle poltrone in pelle nera, ma non piango più. Finalmente mi sono calmato e ho smesso di piangere, mentre vedo che il preside mi porge un bicchiere d'acqua.

Lo prendo, ringraziandolo a voce bassa e ne sorseggio il contenuto. Lo vedo che si siede di fronte a me e mi domanda «Allora vuoi parlarne?» sto per scuotere la testa per dissentire, ma mi convinco pensando a tutto quello che ha fatto per aiutarmi e così gli spiego tutta la faccenda.

Una volta terminato, rimango in silenzio senza dire niente. Mi limito a fissare il vuoto con un'espressione vuota e cerco di pensare ad altro, il preside mi riporta alla realtà, mi poggia una mano sulla spalla e mi domanda «Potresti parlargli e vedere cosa succede. Solo parlargli, non ti sto dicendo di dimenticare l'accaduto perché è impossibile».

Sospiro in silenzio e il preside mi afferra le mani, mi guarda negli occhi e mi dice «Dovresti parlargli riguardo l'accaduto. Non si migliora niente se si fa finta che non sia successo, potrebbe solo peggiorare e diventare più grande. Parlagli in privato e sono sicuro che ti dirà tutta la verità, impara ad ascoltare e non farti prendere dalla rabbia».

Mi si avvicina e, con un tono calmo e silenzioso, continua «La rabbia ti trasforma e ti fa fare cose che, in realtà, non vuoi fare.» dopodiché mi arruffa i capelli con un leggero sorrisino.

Riesce a calmarmi e lo ringrazio con un tono impercettibile, dopodiché gli domando «Come mai mi sta aiutando?» lui mi sorride e si limita a rispondermi «Perché mi ricordi tanto una persona, che purtroppo non c'è più.» la mia curiosità non fa altro che crescere... chi è questa persona?

Torno in classe dopo essermi sciacquato nuovamente la faccia, mi siedo vicino a Yun-Ho che, sussurrando, mi domanda «Tutto bene?» annuisco sorridendogli, lo tranquillizzo e continuiamo a seguire la lezione.

Il tempo vola e la campanella suona, segnando la fine della lezione che stava cominciando a diventare pesante.

Andiamo a posare i libri nell'armadietto, Yun-Ho rimane in aula per parlare con il professore, mentre io esco. Sento Desi venirmi vicino e le domando «Allora come sono andate le prime lezioni?» mi sorride e già capisco tutto, sono andate a meraviglia.

Apre l'armadietto e prende un biglietto. La guardo incuriosito e le domando «Cos'è?» Desi comincia a ispezionare il biglietto e mi risponde «È un biglietto ma non so perché sia qui. Forse hanno sbagliato».

Alzo gli occhi al cielo e le domando «Ma dov'è il romanticismo? Certo che no, se l'hanno messo nel tuo armadietto, ci sarà un perché. Aprilo e leggilo.» comincio ad assillarla mentre apre il biglietto, stando attenta a non strapparlo e comincia a leggerlo.

«Il festival dei fiori di ciliegio si avvicina e vorrei che tu fossi il mio bocciolo. Ti chiederai chi sono, ma lo scoprirai a tempo debito. Il tuo ammiratore segreto.» lo legge a voce leggermente alta, abbastanza da farmi sentire, e così sovreccitato le dico «Beh sembra proprio un biglietto d'amore. Fa anche riferimento ai fiori di ciliegio».

Vedo Yun-Ho avvicinarsi, dopo che e ci domanda «Come va ragazzi?» così sono io a portare la buona notizia a Yun-Ho e rispondo «Desi ha ricevuto un biglietto d'amore che parla di un festival dei fiori di ciliegio».

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