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Ci prepariamo per mangiare, così il preside mi guarda e mi chiede «Andrea, perché non vai con Yunho a raccogliere dei rametti?» ma Beom Seok sembra intromettersi, in modo da voler venire con me, ma il primo glielo impedisce, dandogli un altro compito.

Annuisco per poi unirmi a Yunho nella ricerca per prendere dei rametti, consapevole che la maggior parte è stata presa dagli uccelli per i loro nidi.

Gli alberi già stanno mostrando i loro germogli, non del tutto fioriti, in questi due giorni dovrebbe essere la data più importante.

«Allora hai preso la calle. Ottima scelta, non l'avrei mai detto.» parla Yunho, ma il suo tono sembra essere leggermente a disagio, mentre nella mia testa cominciano a navigare i pensieri che Seo Hyeon possa ricattare Yunho in qualche modo.

Mi lascio ad un verso labiale, senza aggiungere niente e continuando a perlustrare il terreno, raccogliendo i rametti che trovo.

«In realtà volevo incontrarti prima della scuola.» continua a parlarmi mentre mi sta dietro. «Come mai? Volevi parlarmi di qualcosa?» gli chiedo d'istinto, senza nemmeno girarmi, quasi come se fosse meno importante di quel che sto facendo.

Mi afferra la mano e mi dice «No, volevo solo dirti che c'è una regola che viene spesso ignorata.» mi giro per poterlo guardare e continua, cercando una cosa in tasca «Quella di poter regalare il proprio fiore alla persona che si ama, nonostante non sia lo stesso».

Vedo che tira fuori dalla tasca la campanula che aveva stamattina, offrendomela. «E questo significherebbe?» gli chiedo incuriosito, dando solo un'occhiata al fiore.

«Significherebbe che ti amo... ti amo ancora, e continuerò a farlo.» confessa i suoi sentimenti proprio lì, davanti alla natura, tra gli alberi, sotto il sole che regala il suo tepore.

Si avvicina pian piano, inclinando leggermente la testa e chiudendo gli occhi, con l'intento di far incontrare le nostre labbra in un bacio.

«Yunho!» una voce femminile interrompe il momento, e mentre Yunho si gira dalla fonte della voce, io faccio finta di continuare a cercare rametti per terra.

«Seo Hyeon cosa ci fai qui? Non dovevi stare al campo?» il ragazzo sembra rimproverarla, sembra usare quasi un tono duro e severo, ma ad uno sguardo dolce della ragazza, Yunho si ammorbidisce.

«Perché sei venuta? Potrebbe non essere sicuro per te addentrarti da sola in posti che non conosci.» ma continua a farle la ramanzina, abbracciandola poi.

«Niente, volevo stare al tuo fianco, e...» si interrompe all'improvviso notando un particolare, poi continua «Cosa fai con il nostro fiore in mano?» gli chiede con tono quasi sospettoso.

«Niente, volevo solo ammirarla ancora un po'.» Yunho si inventa una scusa e sembra cavarsela. «Sei impegnato?» le chiede lei improvvisamente, ma l'altro sembra pensarci e risponde «Teoricamente sì, però dimmi tutto».

«Potresti aiutare me allora?» subito gli chiede una mano con qualcosa e se conosco abbastanza bene Yunho, già so che accetterà e andrà via. Vedo che ci sta mettendo un bel po' di tempo, ma in quel momento parlo io «Non ti preoccupare Yunho, io ho quasi finito. Puoi andare se vuoi».

Lo sento così allontanarsi con Seo Hyeon, mentre continuo a raccogliere dei legnetti. La mia mente, però, ritorna su tutti i dubbi che mi ha creato Beom Seok... quale sarà la verità? quando verrà a galla? qual è il prezzo da pagare?

[…]

Mentre me ne sto tranquillo, scrutando ogni minimo rametto comincio a sentire dei passi alle mie spalle, così mi alzo e comincio a parlare con tono irritato.

«Ho detto che puoi andare...» mi interrompo non appena vedo che non si tratta di Yunho, ma bensì di Jungkook. «Vuoi che vada via?» mi chiede, aiutandomi a cercare i rametti.

«Preferirei stare da solo.» replico leggermente infastidito dalla sua presenza. Afferra i miei rametti, offrendosi di portarli lui, poi gli chiedo «Perché lo stai facendo?».

«Hai intenzione di conquistarmi e spezzarmi nuovamente il cuore?» aggiungo subito dopo, nemmeno il tempo di aspettare una sua risposta. «Cosa intendi? Non ti ho mai...» cerca di negare tutto ciò che ha fatto, ma lo interrompo subito.

«Non ho intenzione di ascoltare delle bugie. So tutto. Beom Seok mi ha raccontato tutto.» gli faccio mentre prendo i miei rametti dalle sue mani. «Mi ha raccontato di quando è tornato e vi siete rimessi insieme. Erano i giorni festivi.» gli faccio così sapere che ormai non può più mentirmi, ormai conosco tutta la verità.

«In più quando sono tornato dall'Italia, hai anche avuto il coraggio di fare l'innamorato con me.» comincio a ricordargli tutto quello che, forse, ha dimenticato... e che mi ha ferito di più.

«Quindi se non ti dispiace, tolgo il disturbo.» continuo, senza nemmeno lasciarlo parlare, perché sicuramente direbbe una scusa inutile per quello che è successo.

[…]

Dopo cena, ci avviciniamo al preside che si trova davanti ad un falò. «Le va una chiacchierata?» gli chiedo cortesemente e lui annuisce, invitandoci a sederci con lui.

«Perché non ci parlate di voi? Non sappiamo niente.» esordisce Tonia, sedendosi e coprendosi per la brezza serale. «Cosa volete sapere?» domanda in risposta, mostrando una risata poco dopo.

«Ci racconti della sua famiglia. Se è sposato, se ha figli, la sua infanzia. Non sappiamo niente.» risponde Desi che comincia a mostrare la sua curiosità, pian piano sempre di più.

Il preside Lee ride a tutta la "lista" che gli è stata fatta, ma poi comincia a raccontarsi. «Sono il primo figlio di due, mentre il secondo è il vicepreside.» esordisce, prendendosi varie pause, ma poi continua «Sì, sono sposato... o meglio, ero».

«Mia moglie morì dopo aver partorito mio figlio.» aggiunge subito dopo una breve pausa, continuando a fissare le fiamme che scoppiettano. «Dov'è ora suo figlio?» gli chiede Marianna, cercando di avere il più tatto possibile.

Il preside sorride malinconicamente, poi risponde «Ho deciso di darlo in adozione. Non riuscivo a sopportare l'idea di doverlo crescere senza mia moglie». Lo guardo e decido di domandargli «Hai mai pensato di cercarlo?».

Sorride nuovamente, annuendo, poi aggiunge «Sì... ma poi pensavo che se l'avessi trovato, magari sarebbe potuto essere stato arrabbiato con me... totalmente comprensibile». Prende un respiro profondo per poter continuare «Non c'è giorno in cui non mi penta di averlo fatto».

«Come mai era all'ospedale, quando è morta la nonna di San?» gli chiede ancora una volta Marianna, scatenando la curiosità degli altri.

Mostra un sorriso leggero, appoggia i gomiti sulle cosce e risponde «La conoscevo. Mio padre era il migliore amico di Park Chaewon». Alzo le sopracciglia con sorpresa e poi gli domando «Quindi suo padre era Lee Hajun?» annuisce così alla mia domanda.

Tiro tutte le somme e scopro che suo padre era innamorato di un soldato... «Quindi...» cerco di capirne di più, ma il preside mi precede «Sì, il matrimonio dei miei genitori era finto. All'epoca, l'essere gay non esisteva e i miei nonni forzarono ancora di più».

Dopo qualche minuto, cominciano uno ad uno ad andare a dormire nelle loro tende. Non appena mi alzo, per andare a riposare gli occhi, il preside mi afferra il polso e così ripongo l'attenzione su di lui.

«Mi ricordi tanto mio padre. Non fare il suo stesso errore.» esordisce sussurrando, riservandomi un leggero sorriso malinconico, così annuisco aggiungendo «Non lo farò».

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