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Comincio a preparare la valigia senza emettere nessuna parola, né parere. Le ragazze provano a parlarmi ma mantengo la mia espressione molto neutrale, senza far trasparire nulla.

Cercano di dirmi parole di conforto, ma non batto ciglio. «Voglio solo tornare a casa al più presto.» finisco di preparare le valigie e la posiziono vicino la porta d'entrata.

Dopodiché mi chiudo in camera non volendo parlare con nessuno, resto solo ad aspettare che arrivi il momento di partire.

Passano i minuti, le ore e rimango ancora in stanza, sentendo poi bussare alla porta. «Non voglio parlare con nessuno, non ho bisogno di parlare.» rispondo subito a voce alta, in modo da farmi sentire dall'esterno, ma una voce calma e tranquilla mi chiede «Neanche con me?».

Vedo Jackson fare capolino oltre la porta, così rimango in silenzio, permettendogli l'entrata. «Mi hanno raccontato quello che è successo.» comincia il suo discorso, mettendosi seduto dietro di me.

Appoggio la testa sul suo petto e continua scusandosi «Mi dispiace... è colpa mia, non dovevo portarti in quella discoteca... non dovevo permettere tutto ciò.» ma lo interrompo poco dopo, ricordandogli «Non è colpa tua, è stata una mia scelta. Ora devo solo sperare che finisca tutto al più presto».

«Mi mancherai quando partirai...» mi sussurra mentre prende ad accarezzarmi i capelli, tenendomi stretto a sé per l'ultimo giorno. «Non doveva essere così l'ultimo giorno, non doveva andare così.» continuo a ripetermi come se questo potesse cambiare tutto il resto.

«Vuoi venire in salotto? Ci possiamo guardare un bel film, mentre mangiamo qualcosa.» propone con tono convincente e così mi lascio andare, d'altronde chiunque reagisce alle cose in modo diverso, giusto?

Ci dirigiamo verso il salotto dove vedo la cerchia di amici. Indosso un sorriso e domando «Allora? Cosa ci vediamo mentre mangiamo qualcosa?» suscitando così la confusione generale.

«Tutto bene Andrea?» mi chiede Desi, annuisco con un tono di amarezza aggiungendo poi «Sì, non c'è alcun bisogno di far diventare la questione un taboo. Voglio esorcizzare la cosa, quindi se volete parlarne, per me va bene, resta il fatto che denuncerò tutto quanto».

Mi siedo così a terra con un sentimento di fierezza che si fa strada leggermente dentro di me, comincio poi a sfogliare tutti i possibili film e ne scelgo uno che non guardo da tanto tempo 'Ghost'.

Cominciamo a mangiare un po' di ramen istantaneo e nella visione, non appena arriva una delle scene più romantiche del cinema internazionale, quella dove i due protagonisti lavorano l'argilla... scena che mi riporta immediatamente al passato, a quella sorpresa organizzata da Jungkook per il nostro appuntamento...

Noto il suo sguardo su di me alla visione di quella scena in particolare, gli ricambio lo sguardo sorridendogli, mostrandomi grato e rispettoso per quello che c'è stato tra noi... mi dispiace tanto di non averlo creduto, di non aver creduto a nessuno che mi avvertisse da Beom Seok... è davvero una persona spregevole.

[...]

Mi addormento prima della fine del film, poggiato con la testa sulla spalla di Jackson. Trovo per un attimo quella pace e serenità di cui avevo bisogno, finendo col ritrovarmi addormentato in fretta.

Mi prende in braccio per portarmi a letto, nel modo più delicato possibile. Non appena accenna di andarsene, lo afferro dal polso e gli chiedo «Puoi stare con me? Ho paura che l'ansia ritorni non appena vai via».

«Va bene allora, rimango solo per un po'.» continua a parlarmi nonostante abbia l'effetto anestesia in circolo per colpa del sonno.

«Come ho fatto a non capirlo prima?» chiedo non appena si sistema accanto a me, facendosi stringere. Incuriosito mi incita a spiegare meglio «Cosa intendi dire?» faccio un piccolo sbadiglio e ribadisco «Ti amo Jackson... Jackson Wang, io ti amo».

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