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Desi's Flashback:
"Hey Desi, che ne pensi di fare una passeggiata?" è Minho a messaggiarmi.

Sembra essere corso fino a casa subito dopo gli allenamenti della squadra. "Va bene, posso aspettarti qui se vuoi." gli rispondo con un sorriso, è quasi divertente il modo in cui è corso via.

"Dammi solo il tempo di arrivare a casa e prepararmi per bene, poi ritorno." mi scrive quasi subito. Evito di rispondergli ulteriormente perché ho paura che possa farsi male, immagino stia correndo verso casa mentre scrive allo stesso tempo.

Mi metto a ciondolare da un lato all'altro per l'entrata di scuola. Sono già andati tutti via, così per distrarre la mente comincio a smanettare con il cellulare.

Improvvisamente sento un gattino che comincia a miagolare, poi si avvicina lentamente e comincia a farmi le fusa.

Lo accarezzo molto piano, quando poi mi sento toccare le spalle. «Scusami se ci ho messo tanto.» mi giro di botto e vedo Minho che sorride, rimanendo quasi senza fiato per la corsa.

«Minho mi hai spaventato. Non mi aspettavo che facessi così velocemente.» mi metto a ridere dallo spavento, mentre lui comincia a scusarsi.

Lo vedo poi chinarsi verso il gattino e mi parla «Scusami se ti ha annoiato. Di solito gli do da mangiare a quest'ora. Mi dispiace se ti ho messo paura.» tira fuori dall'interno del cappotto, del prosciutto che sembrava star nascondendo da qualcuno o qualcosa.

Mi chino anche io e lo tranquillizzo con un sorriso gentile. «Non preoccuparti, mi ha fatto un po' compagnia.» gli dico, mentre comincio ad accarezzarlo e vedo avvicinarsi altri gatti.

«Sono buoni perché sanno che gli do da mangiare.» esordisce, avvicinando un po' di cibo anche agli altri gattini.

Una volta finito tutto, prendiamo il contenitore del prosciutto e ci incamminiamo verso un posto dove poter mangiare.

[…]

«Dove andiamo?» gli faccio mentre mantengo le mani nelle tasche del cappotto. Lui sorride mentre guarda in giro un posto dove poter mangiare.

«Vorrei portarti da un mio amico che fa del ramen squisito.» replica con un sorriso contento, mentre anche lui mantiene le sue mani nelle tasche.

Ci dirigiamo verso il ristorante del suo amico, quando all'improvviso gli arriva una chiamata a cui non può non rispondere.

«Pronto?... Papà ma... va bene, arrivo subito.» lo sento parlare, dall'altra parte non riesco a sentire cosa dice. Mi guarda e la sua espressione si è trasformata completamente e si scusa «Desi scusami ma dovremmo fare per un'altra volta. Mi dispiace».

Lo tranquillizzo ancora una volta e lo lascio andare da suo padre. Lo vedo correre e così cerco qualche posto dove poter mangiare qualcosa.

«Indovina chi sono?» una voce calda mi domanda, mentre due mani mi coprono gli occhi.

La cosa che lo tradisce è il suo tono e subito lo riconosco. «Sei Minghao.» lui mi toglie le mani davanti gli occhi e sbuffa, dicendo «Non sapevo che fossi così brava a questo gioco».

«Sei da sola?» mi domanda mettendosi davanti e ad una mia risposta affermativa, mi propone «Ti va di unirti a me? Sono solo anch'io».

Annuisco e cominciamo ad incamminarci per trovare un ristorante dove poter mangiare.

[…]

Ci sediamo al nostro tavolo, dopo che Minghao ha cercato in tutti i modi per farmi decidere il ristorante, ma siamo finiti con l'entrare nel primo che avevamo visto.

Cominciamo ad ordinare e subito ci mettiamo a chiacchierare. «Come mai sei da sola?» mi chiede mentre si fa con il busto in avanti, toccando con il petto contro il tavolo.

«Dovevo uscire con Minho ma ha avuto un contrattempo.» replico con tono leggermente dispiaciuto, ma poi gli giro la domanda. «Tu, invece? Come mai sei solo?» lo guardo mentre si vede preso alla sprovvista.

«In realtà sono solo uscito e avevo voglia di mangiare fuori. Tutto qui.» mi risponde con una certa fretta che mi puzza un po', ma non ci faccio caso.

Arriva il nostro ordine e cominciamo a mangiare. «Dopo vorrei portarti a vedere una cosa.» mi parla con la bocca piena, facendomi ridere, ma annuisco anche se l'ansia comincia a farsi strada dentro il mio corpo.

«Hai un partner per il festival dei petali di ciliegio?» mi chiede tutto d'un tratto, con tono incuriosito. Lo guardo e scuoto leggermente la testa «Non ancora».

Continua a guardarmi e mi domanda «Non ti hanno dato niente?» il suo tono potrebbe essere frainteso, siccome sembra più incuriosito del solito.

«Sì. Pochi giorni fa ho ricevuto un messaggio da un ammiratore segreto.» gli rispondo onestamente. Preferisco dirgli la verità, magari potrebbe aiutarmi a cercarlo, siccome non ho ricevuto nessun altro biglietto.

Una volta che abbiamo finito di mangiare, ci alziamo e, dopo una "discussione" accesa, riesce a pagare lui.

[…]

«Allora cosa dovevi farmi vedere?» gli faccio con un sorriso e un tono curioso. Lo vedo che comincia a sorridere e replica poco dopo «Voglio che sia una sorpresa, quindi non te lo dirò finché non arriviamo lì».

Rido a quella frase, che mi fa alzare la testa al cielo e sospiro. «Cosa c'è?» mi chiede fermandosi per poi guardarmi. Ricomincio a camminare e replico col sorriso «Sapevo già che dicevi così».

Continuiamo a camminare e una volta che arriviamo vicini alla destinazione, mi copre improvvisamente gli occhi e ride, dicendomi «Siamo quasi arrivati a destinazione. Mancano pochissimi passi».

Dopo qualche secondo, mi fa girare e mi dice «Ok, siamo arrivati ora.» toglie le mani dagli occhi e me li fa aprire.

«Ecco qua.» mostrandomi la bellissima scena di un albero che sta cominciando a rinascere dopo l'inverno. È un qualcosa di emozionante, la neve sta cominciando a sciogliersi e gli alberi vicini cominciano a cacciare le proprie foglie per la primavera.

«È bellissimo.» replico con gli occhi brillanti e gli sorrido. Sento i suoi occhi su di me e mi dice «Vorrei farti una domanda più seria Desi».

Mi si avvicina, avvicina la sua mano sulla linea della mandibola e comincia a farsi avanti, come per baciarmi.

Improvvisamente ricevo una notifica di un messaggio, lo vedo che si ferma e con le guance rosee dall'imbarazzo, indietreggia.

È Andrea... per poco non mi faccio vedere frustrata dall'interruzione, ma va bene.

Dopo aver risposto, guardo Minghao che è rimasto in disparte e gli chiedo «Ti andrebbe di accompagnarmi a casa?» volendo alleggerire la sua tensione del momento.

Lui annuisce soltanto senza dire nulla, anzi accenna solo un sì silenzioso, quasi impercettibile.

[…]

Una volta arrivati vicino casa, lo guardo e sorrido, notando ancora il suo disagio persistente per quello che è successo.

«Allora ci vediamo domani.» gli dico con un tono morbido, cercando di tranquillizzarlo. Lui annuisce e accenna un leggero sorriso, finto ovviamente.

Mi butto in avanti per abbracciarlo e lo ringrazio per la bellissima serata che mi ha fatto passare.

Sento le sue braccia che mi circondano per ricambiare l'abbraccio. «Buona notte.» gli dico, prima di entrare in casa.
Flashback Ends

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