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Ritorno dalle ragazze e Marianna incuriosita, mi domanda «Cos'hai fatto?» poggio il cellulare sulla tavola, mi metto seduto e rispondo «L'ho telefonato. Verrà qui stasera per parlarmi».

Noto Tonia che maneggia certi fogli, così le domando «Cosa sono quelli?» lei mi guarda e me li mostra «Sto cercando un lavoro come babysitter. Voglio appenderli per tutta la città».

«Ah benissimo. Avete altri piani?» domando rivolgendomi alle ragazze, così Desi mi risponde «Io oggi vado ad iscrivermi in palestra, casomai mi prendo un personal trainer».

Guardo Marianna che sospira profondamente e mi dice «San non risponde, nemmeno alle telefonate. Cercherò di andare a casa sua, ma non so come comportarmi.» la guardo e le dico «Sii quella che ha affrontato la situazione della malattia di sua nonna».

«Va bene, devo pensarci. La prima cosa che eviterò di fare è il discorso religioso, non mi è mai andato a genio.» dice mentre si prende dell'acqua da bere.

Le guardo una per una, per poi domandare «Quindi staremo io e Jungkook, da soli? Qui?» le ragazze mi guardano confuse dalla domanda, così è Desi a parlare «Sì, perché?» le rispondo facendo spallucce.

«Beh faremo il più veloce possibile.» mi dice ancora una volta Desi, ma Tonia replica «Io devo appendere tutti questi fogli per tutta la città, quindi ci metterò più tempo».

Il tempo vola mentre guardo qualcosa alla televisione, ma non cerco nemmeno di applicarmi... troppo occupato nel pensare a molte cose: cosa dire a Jungkook, tutti gli scenari possibili, le sue risposte... senza fermarmi.

Le ragazze escono una ad una, escono tutte allo stesso tempo, siccome si fanno compagnia a vicenda. Non vorrei ritrovarmi nei panni di Marianna... ma neanche nei miei, però purtroppo ci sono nato, quindi è meglio affrontare la situazione di petto.

Dopo qualche oretta sento il campanello suonare. Il mio cuore comincia a battere all'impazzata, le mani mi formicolano e il respiro si fa più pesante.

Cerco di nascondere la mia agitazione e vado ad aprire, dopo essermi assicurato che sia Jungkook.

«Hey... scusami se sono venuto tardi.» mi dice con un tono silenzioso, mentre lo invito ad entrare in casa. Non riuscendo a parlare gli faccio cenno di non preoccuparsi, la mia lingua sembra essere paralizzata.

Lo invito a sedersi sul divano in salotto. Lo vedo mentre strofina le mani sui jeans neri, posso percepire anche la sua agitazione... ora mi sento uno stronzo nell'avergli parlato in quel modo... potevo comportarmi in maniera più matura.

Parliamo entrambi nello stesso momento, ma poi ci fermiamo per lasciar parlare l'altro. Ci scappa una risata nervosa e gli dico «Parla prima tu».

Prende un respiro a pieni polmoni, riesco a vedere il suo petto che si espande, poi con la voce debole, mi dice «Mi dispiace tanto per quello che ho fatto. Lo so, non c'è nessuna giustificazione in quello che ho fatto, volevo solo chiederti le mie scuse... tutto qui».

Non so cosa dire... tutto quello a cui ho pensato per ore e ore, l'ho dimenticato... tutto. Mi limito a guardarlo mentre lui cerca di evitare il contatto visivo.

«Sì lo so, sono stato un coglione, uno stronzo nell'andare a letto con quel ragazzo. Non so davvero a cosa stessi pensando, davvero non so a cosa cazzo stessi pensando. Non riesco nemmeno a guardarti negli occhi, per quella cazzata.» mi dice mentre non mi guarda negli occhi, neanche di sfuggita.

In questo momento riesco a sentire il mio cuore che mi dice soltanto una cosa... bacialo.

Bacialo per dimostrare a sé stesso che i sentimenti che gli fai provare, sono ben diversi da quelli che gli ha fatto provare quel ragazzo. Bacialo per vedere una sua reazione. Bacialo perché è quello che voglio...

È vero... il mio cuore vuole che lo baci, ma è davvero necessario? è giusto? cosa potrebbe succedere se lo baciassi? potremmo scopare, ma poi dopo? non sarà peggio il vedersi e non sapere come comportarsi?

Lo vedo torturarsi il labbro inferiore con i denti, continua a strofinarsi le mani sui jeans attillati.

«Ti perdono. Non ti preoccupare.» gli dico sorridendogli, mi avvicino, gli afferro la mano e continuo «Solo che ci vorrà tempo per riacquistare la mia fiducia, ma sappi che non ti chiuderò le porte in faccia».

Lui mi mostra un sorriso leggero, così lo abbraccio, stringendolo forte a me e tirando un sospiro di sollievo.

Il mio cuore continua ad urlare per le sue labbra, per la sua lingua che si attorciglia alla mia, per i suoi occhi che si tuffano nei miei, per le sue mani che si intrecciano alle mie... per il suo petto contro il mio, ma forse è molto meglio così.

Improvvisamente si alza dicendo «Beh ora devo andare.» lo fermo afferrandogli il polso e gli dico «Puoi anche mangiare qui, tanto avevo voglia di ordinare qualcosa».

Jungkook mi guarda annuendo, dopodiché prende il cellulare e manda un messaggio, dicendomi «Avviso Bang Chan e Yunho, così almeno possono occuparsi di Bam».

Ordiniamo qualcosa da asporto, mentre continuiamo a parlare come se niente fosse successo. Aspettiamo che il fattorino ci consegni il nostro ordine, poi gli domando «Posso farti una domanda?».

Lui mi guarda ed emette un suono labiale, così continuo «Com'era il tuo ex?» lo vedo cambiare espressione velocemente, dopodiché cerca di evitare l'argomento, proprio come se non ne volesse parlare.

«Beh era un ex, perché?» mi dice vagamente, così rispondo tranquillamente alla domanda «Perché quando ho conosciuto i tuoi genitori, tua mamma mi ha detto che avevi già sofferto troppo, quindi ho dedotto che fosse a causa di un ex».

Lui mi fa segno di non pensarci, poi mi dice «Non preoccuparti, non è niente. Mia mamma esagera come sempre, è sempre...» ma poi lo interrompo, gli tengo la mano e gli dico «Jungkook, davvero, cosa voleva intendere?».

Lo vedo sospirare leggermente e poi, con la testa bassa, mi dice «Posso solo dirti che il mio ex era un tipo possessivo, un po' troppo. Sapeva come maneggiarmi psicologicamente, così tanto che alla nostra rottura, cominciavo a sentire la sua necessità, e mi costrinse a fare cose estreme per riaverlo indietro».

Lo abbraccio non appena finisce di parlare, dopodiché gli sussurro «Non ti sto abbracciando per pietà o per carità. Volevo solo fare una cosa che mi manca tanto fare... abbracciarti».

Allento un po' la presa su Jungkook e ci ritroviamo a guardarci negli occhi dell'altro. I suoi sono più brillanti dei miei, avendo gli occhi lucidi per tutta la situazione che abbiamo affrontato.

Comincio a sentire ancora una volta il mio cuore che mi dice di baciarlo, così mi avvicino lentamente a lui e proprio in quell'istante, suona il campanello.

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