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Riprendo pian piano coscienza e aprendo leggermente gli occhi, mi ritrovo costretta a strizzare gli occhi dalle luci accecanti rivolte verso di me.

In lontananza sento delle voci inudibili, cerco di capire qualcosa ma non riesco e così comincio a muovermi, scoprendo di essere legata ad una sedia.

Mi guardo intorno e non riesco a riconoscere il luogo, nemmeno una cosa in quella stanza sembra essere familiare.

«Si è svegliata, capo.» una voce profonda sembra avvisare un'altra persona, riferendosi a me. Una sagoma nera viene tracciata dalla luce, ma la mia vista è ancora scarsa a causa dell'esposizione di quelle luci artificiali.

Cammina verso di me, parandosi davanti, poi si piega leggermente, in modo da potersi trovare faccia a faccia. «Scusami per l'inconveniente, Tonia.» esordisce il ragazzo che cerco di focalizzare tutte le mie forze sul suo volto, senza riuscirci.

Cerco di parlargli ma lo trovo difficile, sento la lingua addormentata, le parole cominciano a ballarmi per la testa, facendomi farfugliare senza senso.

«Avevo detto ai miei uomini che dovevano fare attenzione. Forse qualcuno non mi ha ascoltato.» man mano alza il tono dalla voce, colpendo poi un uomo vicino a lui, facendolo accasciare al suolo.

«Ti avevo detto di fare attenzione. Ora vattene!» lo caccia via e dopo 2 secondi rimaniamo solo io e lui. «Mi dispiace per quello che è successo, ma non doveva andare così.» continua a parlarmi, però cambiando del tutto il suo tono e modo di parlare.

Abbasso la testa sentendo le forze tornare ma lentamente, molto lentamente. Mi afferra il volto dal mento e lo solleva, facendosi scappare una mezza risata «Non doveva andare così Tonia. Perché non hai voluto ascoltarmi?» continua così a parlarmi senza che io possa replicare in alcun modo.

L'unica cosa che riesco a fare è farfugliare senza senso, ma non appena lo rifaccio, mi interrompe e dice «Non ti agitare, non ti fa bene.» accarezzandomi poco dopo.

«Presto staremo bene entrambi, per sempre insieme, senza che nessuno possa separarci.» ride subito dopo, il che riesce a farmi gelare il sangue, facendomi venire la pelle d'oca, poi lo vedo allontanarsi.

[…]

Una volta che riacquisto la vista e completa coscienza, noto di essere stata legata e imbavagliata in un posto a me sconosciuto. Cerco così una via di uscita, anche se l'unica priorità ora è quello di liberarmi dalle corde che mi tengono strette, dai polsi e le caviglie.

Sento passi avvicinarsi ancora una volta a me, faccio attenzione nel vedere chi sia, ma rimane oltre il riflettore. «Vedo che hai ripreso coscienza molto presto, questo ti fa onore.» esordisce ridendosela, mantenendo le mani nelle tasche dei pantaloni.

«So che ti starai domandando perché sei qui e cos'è questo posto, ma non ti preoccupare di questo perché molto presto andremo via. Potremo stare per sempre insieme.» continua così a parlarmi stando all'oscuro, improvvisamente poi vedo che mi si avvicina così da potersi mostrare.

Cerco di non accecarmi con le luci e finalmente vedo il responsabile di tutto questo... Bible... rimango un po' a guardarlo causa della mia incredulità. Perché ha fatto una cosa del genere? cosa vuole da me?

«Abbassate quelle cazzo di luci!» lancia un oggetto verso i suoi uomini, così eseguono l'ordine. Si abbassa, portandosi le gambe all'altezza del petto, mi sorride e aggiunge «Lo sai che farei di tutto per te».

Mi si avvicina di più e subito cerco di dimenarmi per tutta la situazione, cominciando ad impanicarmi. Mi zittisce e cerca di tranquillizzarmi a modo suo «Non ti preoccupare, ti porterò con me, non andrò da nessuna parte senza di te».

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