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Rientro in casa e già vedo Tonia, la abbraccio e le sussurro «Cos'è successo? Ci hai fatto preoccupare.» sento che tira su col naso, poi replica «Stavo appena per raccontarlo».

Tonia's Flashback:
Entro nella macchina di Bible e man mano ci allontaniamo. «Com'è andata la gita?» mi chiede incuriosito, riservandomi un sorriso allegro.

Ricambio il sorriso e replico «Tutto bene, a parte gli insetti.» lo vedo ridere nell'immaginarmi nel destreggiarmi per evitare gli eventuali insetti.

Gli do un leggero colpo sul braccio e lo rimprovero «Non ridere. Perché stai ridendo?» unendomi a lui nella risata. «Niente, ero preoccupato per gli insetti, poverini.» continua ancora a ridere nel guardare il mio volto sconvolto nel sentire tutto ciò.

«Va bene, allora non ti parlo più.» incrocio le braccia al petto e guardo dall'altro lato, facendo la parte dell'offesa. «Bene allora, noto che sei permalosa.» mi fa notare continuando ancora a tenere su il sorriso divertito.

Lo guardo rimanendo a bocca aperta, facendogli «Io non sono permalosa. Tu lo sei.» subito dopo gli do un leggero colpo al braccio, scatenando ancor di più la sua risata.

«Allora? Dove potremmo andare?» cambia totalmente argomento tornando anche serio, ma non smette di rivolgermi un'espressione totalmente gentile.

Gli faccio spallucce ma subito dopo mi viene un'idea «Potremmo andare a prendere un gelato, è da mesi che aspetto di mangiarne uno.» mi fa un cenno e ci dirigiamo verso la gelateria più vicina.

[…]

«Sasithorn non vede l'ora che tu torna a casa, le sei piaciuta davvero.» esordisce prima di dare il primo assaggio al suo gelato. Gli sorrido e gli faccio notare «Sono contenta che  le sia piaciuta. Di solito faccio buona impressione con i bambini, però avevo un attimo ansia che non fossi stata all'altezza».

Mi fa cenno di non preoccuparmi con una leggera smorfia, poi continua «Perché non saresti dovuta essere all'altezza?» aspettandosi incuriosito una risposta.

«Non lo so, quando senti che magari può essere non all'altezza per una determinata cosa, senti solo l'ansia, non sai il motivo e nemmeno cerchi di capirlo.» replico alla sua domanda continuando a mangiare il gelato, facendo attenzione che non si sciolga.

«Ti è mai capitato? Magari con qualcuno o con qualche situazione in particolare.» gli faccio quasi subito dopo, poi aggiungo «Senti l'ansia crescere e crescere, ma non vuoi sapere niente, non riesci a pensare ad altro che l'ansia che continua a farsi strada nelle vene, andando ad incasinare il cervello e il cuore».

Sto per continuare a parlare ma poi mi interrompo subito «Scusami sto parlando solo io.» seguito da un sorriso, ma lui mi tranquillizza «Oh non devi scusarti, mi piace ascolarti».

Gli mostro un sorriso pieno, ricordandogli poi la domanda «Ti è mai capitato?» lui guarda per un attimo il vuoto e replica «Sì, purtroppo non credo che nessuno si salvi da questa sensazione».

«Più che ansia comincio a sentire la sensazione di inadeguatezza e fuori luogo che si fanno strada dentro di me.» mi fa sapere, continuando a guardare il vuoto per poi tornare subito alla realtà.

Continuo così la conversazione quando vedo la sua mano che si avvicina al mio volto, sento il suo pollice che mi pulisce la macchia di gelato al lato della bocca, per poi ripulirsi il dito con la lingua.

«Ti andrebbe di venire a casa mia? Sasithorn sarebbe molto felice di vederti.» mi propone, facendomi cenno alla sorella minore, ma mi trovo nel dover tardare la cosa facendogli sapere «In realtà dovrei andare a casa di quella signora che mi chiamò la scorsa volta, possiamo fare subito dopo?».

Cerco in qualche modo di recuperare l'opportunità, così mi annuisce convinto e insiste «Meglio se ti accompagno, almeno così andiamo a casa subito dopo.» mi ritrovo costretta ad accettare e così entro in macchina, dandogli le indicazioni per la strada.

[…]

Busso alla porta e nemmeno dopo due secondi mi viene aperta da una signora, intenta ad asciugarsi le mani bagnate, dal suo look sembra star facendo i servizi.

«Salve, sono qui per il lavoro da babysitter.» esordisco con un sorriso, dopo un po' mi ricambia il sorriso e mi invita ad entrare.

Non appena entro l'odore di lavanda sembra essere dappertutto rendendo l'ambiente piacevole e rilassante. La tappezzeria sembra quella che si usava anni fa, quei colori pastello delicati, mentre qualsiasi stanza sembra essere uscita da un set televisivo per quanto sia ordinata.

«Prego, siediti.» mi invita ad accomodarmi sul divano in salotto, mantenendo il sorriso. «Mi dispiace che tu mi abbia dovuta vedere in queste condizioni.» aggiunge poco dopo ridendo e sistemandosi, sedendosi poi in una poltrona vicino a me.

«Non si preoccupi, pagherei oro per essere nelle sue condizioni mentre faccio le pulizie.» le faccio notare del suo aspetto impeccabile, magari solo un capello che le casca sul viso, sfuggendo alla molletta che tiene la lunghezza, dietro alla testa.

«Piacere sono Park Eunji.» mi tende la mano presentandosi con il sorriso cortese, ricambio e mi presento anch'io, aggiungendo poi «Ha una bellissima casa signora Park.» mi ringrazia sorridendomi poco dopo.

La vedo ridere, poi prende un respiro profondo per la stanchezza, così le faccio «Se ho beccato un momento sbagliato, posso tornare un'altra volta.» mi fa cenno di non preoccuparmi e cominciamo a parlare del lavoro.

«La devo avvisare che comincerò a settembre per l'impiego. Quest'estate dovrò tornare a casa.» l'avviso per l'imminente partenza, lei sembra essere interessata e mi chiede «Dove andrai?».

«In Italia, dovrò tornare lì per l'estate.» replico subito dopo, mi sorride e annuisce mentre sembra ricordare qualcosa. «È bellissima l'Italia, sono andata in varie città per la luna di miele. È stato uno dei viaggi più belli di tutti.» mi racconta un po' di più subito dopo e qualche episodio che le è piaciuto.

Dopo una piena mezz'ora, sto per andarmene ma poi subito ricordo «Le posso domandare dove ha trovato il volantino?» girandomi verso di lei.

Con mia sorpresa mi dice lo stesso indirizzo della casa di Bible, rimango un attimo interdetta e confusa, sorridendo poi per la situazione. Come c'è finito lì? sicuramente c'è un motivo dietro tutto questo, ma non mi spiego come ha fatto un volantino ad arrivare lì.

«Ce n'era solo uno?» le chiedo poi incuriosita dalla circostanza, ma lei annuisce, consegnandomi poco dopo il foglio per intero. Noto all'estremità superiore che qualcuno l'ha stracciato dal suo posto...

Saluto la signora Park e non appena mi chiudo la porta alle spalle, la mia espressione cambia radicalmente vedendo Bible nella macchina. Come ha potuto fare una cosa del genere? perché l'ha fatto?

Arrivo vicino alla macchina ed entrando, sbatto leggermente la portiera, mostrandomi del tutto calma. Non appena cerca di parlarmi, lo interrompo facendogli «Perché la signora ha trovato il volantino nell'indirizzo di casa tua?».

«Non lo so. Forse qualcuno li ha presi e abita al mio stesso indirizzo.» mi risponde poco dopo, facendo il più sincero possibile, poi guardo fuori il finestrino, prendo il cellulare e solo ora ricordo che tocca a me prendere i biglietti per il ritorno.

«Cazzo! È morto il cellulare, ci voleva solo questo.» mi sistemo nervosamente i capelli, cercando di mantenere la calma ma rimango in silenzio ugualmente. Quando improvvisamente Bible parcheggia e mi dice «Devo ritirare una cosa sola, torno subito.» non gli faccio minimamente caso e così scende.

Guardandomi in giro sembra una zona abbastanza disabitata, la strada è quasi deserta. Improvvisamente dopo nemmeno un minuto, due tizi aprono la portiera dal mio lato e mi trascinano fuori con la forza.

Cerco di opporre resistenza, ma sembra essere inutile, due omaccioni contro di me quando poi risulta difficile farmi salire su un furgone, mi coprono le vie respiratorie con un fazzoletto e pian piano mi addormento, perdendo coscienza.

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