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Mi trattengo per non urlare a squarciagola, mentre comincio a dire «Minghao e Desi... fammi pensare? Mingesi? Denghao? Per il nome della ship, possiamo pensarci più tardi».

Desi comincia a ridere mentre io fantastico su un nome per la sua ship con il ragazzo appena conosciuto...

«Tu invece? Davvero non hai fatto niente con Jungkook?» Desi continua a domandarmelo, così le dico la verità, dopo aver sospirato «Avrei tanto voluto baciarlo. Il mio cuore mi continuava a dirmi "fallo, fallo, fallo" mentre poi la testa mi domandava "e poi? una volta baciato? che si fa?"».

Comincio ad asciugare le poche posate rimaste, mentre continuo a dire «Avrei potuto benissimamente fare sesso con lui, ma poi? Cosa sarebbe successo? Come ci saremmo dovuti comportare con l'un l'altro? Voglio essere libero per questo momento, non voglio essere impegnato e voglio esplorare, sai?».

Desi mi guarda alzando le sopracciglia e cominciamo a ridere, mentre continuiamo a parlare. Quando improvvisamente la porta si riapre e vediamo Tonia sedersi sul divano, esausta.

Ci avviciniamo come avvoltoi sul corpo della carcassa e le domando «Cosa succede?» poi Desi le propone «Vuoi raccontarci com'è andata?».

Tonia non se lo fa ripetere due volte e comincia a raccontare.

Tonia's Flashback:
Comincio a tappezzare ogni angolo con i volantini.
Per sicurezza ne distribuisco alcuni anche a persone, ma vedo che non lo guardano nemmeno che lo buttano nella spazzatura più vicina... ci ho messo ore per farli e solo un secondo per buttarli.

Continuo ad appendere i volantini, finché non incontro Kazuma che mi viene vicino con la macchina. Abbassa il finestrino e mi domanda «Vuoi una mano?» lo guardo mentre ne appendo un altro e gli dico «Mi potrebbe tornare utile una mano, ma no grazie. Ho bisogno di fermarmi e mangiare qualcosa».

Lo vedo che apre la portiera del passeggero e mostrandomi il suo sorriso, mi dice «Dai vieni, ti porto a mangiare qualcosa.» così salgo in macchina sfinita per quanto ho camminato.

Prendiamo del cibo d'asporto e finiamo di mangiarlo in macchina, una volta che l'ho convinto per non uscire di nuovo con quel freddo.

«Allora cerchi lavoro come babysitter?» mi chiede lui, dopodiché addenta il suo panino e prende un volantino per esaminarlo.
«Sì, vorrei guadagnare qualcosina da poter mettere da parte. Sai non si sa mai, per le emergenze.» gli rispondo mentre comincio a mangiare.

Noto il suo sguardo leggermente infastidito mentre poggia il volantino insieme agli altri, così gli faccio «Cosa succede?» ma lui scuote la testa, facendo finta che niente sia successo.

«Dai Kazuma, dimmi. Cosa succede?» cerco di insistere di più. Non sopporto quando le persone fanno così, vedo che non mi risponde e si limita a sospirare rumorosamente.

Mi sistemo sul sedile, girando la testa verso il finestrino e vedendo fuori. Sta evitando un confronto, perché dovrei essere io ad andare verso di lui? è lui quello che ha un problema con me, non il contrario.

Il silenzio del momento viene smorzato dal sospiro di Kazuma, che con tono leggermente triste, mi dice «Scusami, non volevo trattarti così. È solo che hai messo il tuo numero di cellulare in vista per tutta la città».

Lo guardo e cerco di fare l'autoritaria, ma non appena mi si avvicina e mi mostra un broncio mentre mi guarda negli occhi con i suoi splendenti, non posso non abbracciarlo.

«Va bene. Però non voglio che tu sia geloso, mi contatteranno soltanto per il lavoro.» gli dico, ma non appena finisco di parlare, Kazuma mi fa «Davverl non vuoi che diventi geloso?».

Prendo l'ultimo morso del mio panino e poi gli dico «Beh un pochino sì, non è questo che intendevo. Intendevo dire che non devi essere geloso per le cose stupide».

Lui mi si avvicina e, una volta assicuratosi che avessi finito di masticare, abbassa il sedile, si toglie la cintura di sicurezza e viene verso di me.

«Allora dimmi tu, su cosa posso essere geloso ora?» mi domanda Kazuma, con un tono silenzioso, mentre continua a fissare voglioso le mie labbra.

Comincio ad arrossire leggermente, è incredibile che dopo tutto questo tempo insieme, mi faccia ancora lo stesso effetto.

Il suo fiato sulla pelle, i suoi occhi su di me, le sue mani che mi sfiorano le curve.

«Potresti illustrarmi su cosa devo essere geloso? Tonia?» continua a chiedermi con le sue labbra contro le mie. Sento la sua mano andare dal petto fino all'ombelico e poi più giù per sbottonarmi i jeans.

Sussulto non appena le sue dita sfregano la clitoride da sopra gli slip. «Cosa c'è? Non posso neanche dimostrarti il mio amore adesso?» mi chiede mentre continua imperterrito, ma ad un altro mio sussulto, le sue labbra si incontrano alle mie.

La sua lingua umida comincia a girare nella mia bocca in cerca della mia, di lingua. Stringo il suo braccio rigato dalle vene createsi per sostenersi sul sedile ed evitare di schiacciarmi.

Non appena sento le sue dita che cercano di andare al di sotto della stoffa, una botta attira la nostra attenzione, facendoci sussultare.

Kazuma si alza subito dopo l'impatto, sembra quasi che qualcosa abbia urtato contro la macchina.

Non appena mi alzo, riesco a vedere un'ammaccatura sul cofano della macchina, quasi come se qualcuno l'avesse colpita di proposito, forse con una mazza, per poco non rompevano i vetri.

«Porca...» si morde la lingua e colpisce il manubrio. Cerco di tranquillizzarlo, poggio una mano sulla sua spalla e gli dico «L'importante è che non ci...» ma Kazuma mi interrompe subito, senza lasciarmi finire la frase.

«Abbiamo rischiato grosso! Ormai non si sa se quello stronzo di Haesung sia morto o meno! Non si sa nulla.» mi urla contro, come se la colpa fosse mia.

Cerco di non piangere e guardo la strada. «Tonia scusami, non...» cerca di scusarsi ma lo interrompo subito «Portami a casa».
Lo sento insistere e dire «Ti prego, scusami. Sai che...» lo interrompo nuovamente, questa volta alzando il tono «Portami a casa!».

Mi asciugo in fretta una lacrima che è scesa, tiro leggermente su col naso e continuo a guardare dritto, senza rivolgergli un minimo sguardo.

Arriviamo davanti al cancello di casa, apro la portiera, prendo i volantini e sento Kazuma dirmi «A domani, amore.» chiudo la portiera senza dirgli niente e rientro in casa.

Prima che possa aprire la porta, mi arriva una chiamata, così rispondo senza nemmeno controllare il numero.

«Pronto?» domando cercando di calmare il respiro. Dall'altra parte sento una voce abbastanza matura, che mi dice «Salve, la chiamo per il ruolo da babysitter. Ho visto il suo volantino. Sarebbe libera domani sera?».

Domani sera? Cavolo, eppure avevo scritto che era solo per il weekend, ma quando sto per ricordarglielo, mi interrompe dicendomi «Sono disposto a offrirle qualunque cifra lei voglia. Mi dica un'offerta».

«No, grazie. Sul volantino c'era scritto "solo per il weekend".» gli ricordo, ancora una volta, ma il signore mi dice «Va bene. Le offro ottanta mila won. Cosa ne dice?».

Cerco di fare il calcolo per vedere quanto sia in euro e quasi non svengo... cinquantotto euro... per badare a dei bambini.

«Ovviamente domani sarà solo di prova, ma sarà retribuita.» mi dice con affare di chi sa quello che sta facendo. Prendo un respiro a pieni polmoni e gli dico «Va bene. A domani sera».

Dall'altro lato sento il signore che non chiude la telefonata e mi dice «Perfetto. Le manderò la macchina a prenderla...» lo interrompo perché non ho proprio voglia di continuare a parlare «Va bene, le manderò l'indirizzo.» lo saluto e chiudo la chiamata.

Inserisco le chiavi nella serratura ed rientro in casa.
Flashback Ends

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