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«Perché sei così ostinato nei miei confronti?» mi sveglio nel sentire Apo e Jackson che discutono, poco distanti dalla porta della stanza.

Cerco di affinare le orecchie per poter sentire meglio. «Non fare il finto tonto, Nattawin. Sai perfettamente il motivo.» sento la voce di Jackson che gli risponde, irritato.

«Quante volte devo dirti che non è colpa mia?» domanda ancora Apo, ma quando sta per aggiungere altro, Jackson lo interrompe. «Meglio se non finisci quello che vuoi dire, potrebbe finire male.» il tono è tutto tranne che calmo e pacato, se non fosse stato sussurrato, lo avrebbero potuto sentire oltre oceano.

Dopodiché finiscono di parlare, così finalmente mi alzo. Mi vesto ed esco dalla stanza, ritrovandomi Apo con le spalle contro il muro e una sigaretta sulle labbra, mentre Jackson cammina avanti e indietro.

Li saluto sorridendo, facendo finta di non aver sentito niente di niente. Il corvino mi sorride in risposta, dopodiché spegne la sigaretta in un posacenere.

«Vedo che sei già pronto per tornare a casa. Ti accompagno...» Apo comincia a parlami ma Jackson lo interrompe, ancora una volta. «Lo accompagno io.» esordisce il moro riservando uno sguardo fulminante all'altro, che comincia a ridacchiare divertito.

«Me lo lasci salutare, almeno?» gli chiede Apo ironicamente, mentre mi si avvicina per abbracciarmi. Dopo essersi allontanato un po', ci riconsegna i cellulare, poi ci lascia andare.

Seguo Jackson verso l'uscita del locale, vedendo la sua macchina parcheggiata. «Sono andato a prenderla apposta.» mi parla mostrandomi un sorriso.

Entro in macchina e controllo subito i messaggi. Noto molteplici messaggi dal contatto misterioso, ancora. "Perché ho l'impressione che tu non mi ascolti? Ad ogni azione corrisponde una reazione, sappilo." comincio a preoccuparmi, ma chiudo subito il cellulare quando Jackson entra in macchina.

[…]

Arrivo vicino casa, dopo che il viaggio è stato completamente silenzioso, a tratti imbarazzante.

«Hey Andrea.» mi chiama prima che vada via, mi giro verso di lui e mi dice «Ci vediamo la prossima volta». Sembra star tentennando, magari voleva dirmi qualcos'altro, ma gli sorrido in risposta e annuisco.

Apro la porta di casa, comincio a sentire le ragazze chiacchierare, mentre Tonia mi guarda e mi accoglie «Hey, dove sei stato?».

Rido per poter sdrammatizzare per poi replicare «Tocca prima a voi. Com'è andata?». Si guardano a vicenda per poter decidere chi debba iniziare, così Desi lascia cominciare Tonia.

Tonia's Flashback:
«Scusami per quello che è successo.» Bible si scusa mentre comincio a medicarlo, seduti sul divano di casa sua.

Mi avvicino a lui, prendendogli l'occorrente per la medicazione e lo rassicuro «Non è colpa tua, sono io che dovrei scusarmi». Intingo il batuffolo di ovatta nell'acqua ossigenata, per poi tamponare la parte ferita.

«Non è nemmeno colpa tua. Non hai scelto tu cosa doveva succedere.» mi fa sereno, il suo tono è calmo e pacato, dopodiché comincia a sorridere e così gli chiedo «Come mai stai ridendo?».

Mi fa segno di non pensarci, ma poi si lascia convincere. «È interessante come la gelosia possa trasformare così tanto le persone.» mi parla mentre continuo a prendermi cura della sua ferita.

Cerco di fare attenzione nel non fargli male, ma è inevitabile, così si ritrova a dover sopportare la cosa. «Proprio una bella serata.» scherzo mostrando un sorriso forzato, per poi abbassare lo sguardo.

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