Capitolo 4

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PV. Joy

La mia speranza di stare meglio si esaurisce esattamente la mattina dopo, quando vengo svegliata da un dolore lancinante al di dietro.
Maledizione! Penso mentre provo a spostarmi cercando una posizione migliore, che non mi provochi tutto questo dolore, ma ogni tentativo è vano.
Devo mettere l'unguento... Penso ma sento la testa esplodere ogni volta che provo ad alzarmi, così mi rassegno, trovo la posizione relativamente migliore e torno a dormire per il poco tempo rimasto prima di dovermi alzare.
Appena la sveglia suona sembra come se sia direttamente nella mia testa così allungo velocemente una mano e la spengo mentre faccio un respiro profondo. Mi sento a pezzi ma non posso dormire, devo alzarmi. Così con infinita fatica mi alzo, con enorme fatica metto l'unguento, che mi porta un minimo di sollievo , per lo più esterno, e poi con molta fatica mi preparo per la scuola.
Nonostante tutti i miei sforzi, la mia condizione non è sfuggita a Roth che mi fissa continuamente con sguardo seccato. Non mi ha ancora detto nulla ma, mentre camminiamo lungo il corridoio, si volta a guardarmi, ogni tanto, sbuffa e si volta nuovamente verso Chase per continuare la loro discussione. <<Joy stai chiaramente male, dovresti andare in infermeria...>> Sussurra Kyle preoccupato, poco prima di arrivare in classe, ma solo il pensiero mi fa venire i brividi.
L'infermeria del nostro Istituto faceva più paura delle stanze d'allenamento. Scuoto subito il capo, scelta sbagliata, il movimento mi provoca un dolore lancinante alla testa così porto una mano alla fronte, non serve a nulla ma mi da almeno l'impressione di poter fare qualcosa. <<Sto bene Kyle, ho solo dormito male. Tranquillo.>> Gli dico rifilandogli la prima scusa che mi viene in mente. Lui mi guarda dubbioso ma non fa più domande, sa che sto mentendo, ma sa anche che quando vorrò parlarne lo farò, dunque non vuole stressarmi.
Una volta in classe tutto peggiora, stare seduta è un incubo ed i professori sembrano avercela continuamente con Roth, che fortunatamente sa sempre tutto senza bisogno del mio aiuto. Siamo ormai alla terza ora ed io credo sul serio di non poter sopportare più il dolore, quando Roth sbuffa, per l'ennesima volta, e mi fissa furioso. Scatto automaticamente all'indietro, spaventata, ma anche questa è una pessima scelta, perché tra il dolore ed il mal di testa quasi finisco a terra. Fortunatamente Roth mi afferra per un braccio e mi tira verso di sé prima che possa finire a terra, in mezzo alla classe.
I nostri corpi si ritrovano improvvisamente vicini mentre lo guardo con gli occhi lucidi, per via del dolore, e probabilmente della febbre, con l'espressione intimorita. L'ho fatto arrabbiare, mi punirà. Questi i pensieri che mi fanno battere all'impazzata il cuore nel petto. Quando nota la mia palese paura fa un'espressione strana e allunga la mano verso il mio viso, io chiudo automaticamente gli occhi, aspettandomi di essere colpita, come succedeva spesso all'istituto, ma non succede . << Tu hai la febbre alta. Torniamo in camera.>> Non era una domanda, era un ordine. Il suo tono, non so, perché ma mi mette i brividi la provo comunque a ribattere. <<Ma... Ma... Non possiamo tornare in camera, ci sono le lezioni.>> Dico terrorizzata dalle conseguenze di una nostra uscita anticipata, ma Roth si limita a gelarmi con lo sguardo e si volta verso il professo, senza pero lasciare andare il mio braccio, che è appena arrivato in classe,con la massima calma di sempre. <<Professore non mi sento bene, ho necessita di tornare in camera...>> Guarda un secondo il professore e poi mi stringe di più a sé, sorprendendomi ma non ho la forza fisica di reagire e quindi lo lascio fare. <<... Capisce cosa intendo?>> Domanda lasciando chiaramente intendere a cosa alludeva e quale fosse il suo malessere. Allora il professore, colto di sorpresa , si limita ad annuire mentre gli fa il gesto di andare via. <<Forza andiamo...>> Dice tenendomi attacca a sé per sostenermi, anche se agli occhi dei nostri compagni, che fissano con sguardi ammiccanti, lascia intendere decisamente altro.
Mentre andiamo via pero mi sento un sguardo addosso, così volto il capo e mi ritrovo a fissare gli occhi di uno degli alpha, con uno sguardo tanto viscido che un brivido mi attraversa la schiena, così mi stringo a Roth e faccio un leggero cenno di saluto a Kyle, cercando di tranquillizzarlo, visto che era chiaramente preoccupato,dopo di che vado via insieme a Roth.
Il tragitto per arrivare alla nostra stanza sembra infinito e credo che non ci sarei mai arrivata se non mi avesse sostenuto Roth. <<Ok, basta. Fiducia o meno, dobbiamo darci una mossa.>> Di colpo Roth pronuncia queste parole, si ferma e con un movimento fluido mi prende tra le braccia, tenendomi da sotto le ginocchia e dalle spalle. <<Ah!>> Con un esclamazione di sorpresa mi stringo automaticamente e debolmente a lui. Infondo aveva ragione, probabilmente avremmo fatto molto prima se lui mi avesse portata. <<Ma alph- Roth...>> Dico con un filo di voce e l'affanno ma lui non mi ascolta nemmeno, cammina spedito e in poco tempo ci ritroviamo davanti la porta della nostra stanza. Pensando che non riuscisse ad aprire la porta, con me in braccio, mi stacco da lui ma fa una sorta di ringhio e mi riattacco subito. Lui apre con facilità la porta, mentre mi sostiene solo con una mano e ci porta entrambi all'interno della stanza.
Guardo il suo viso dal basso e non riesco a capire il suo umore ma sembra arrabbiato così decido di non protestare più. Fortunatamente una volta entrati nella stanza mi adagia , anche se pensavo mi lanciasse visto l'umore nero, sul suo letto e mi copre con la coperta. <<Riscaldati.>> dice con tono secco e scompare dietro la porta del bagno. Non mi ero neanche accorta di star tremando per il freddo. <<Grazie...>> Sussurro ma non credo mi abbia sentito, così mi stringo nella coperta come meglio posso, cercando una posizione che non mi faccia provare troppo dolore.
Roth esce fuori dal bagno, pochi minuti dopo, con una borsa in mano e si siede accanto a me sul letto. <<Metti questo.>> Dice e mi porge un termometro che posiziono sotto l'ascella, mentre lui guarda l'orologio. Mi rendo conto solo adesso che la mia vista è annebbiata e sento gli occhi pesanti, molto pesanti...
<<Joy, il termometro.>> Penso di essermi addormentata per qualche minuto perche la sua voce mi fa spalancare gli occhi sorpresa mentre annuisco e gli porgo il termometro. <<Merda!>> Impreca lui ed io indietreggiò un po', sul letto, spaventata. Non avevo idea di cosa stesse pensando così temevo che potesse voltarsi e scaricare la sua ira su di me. <<Fai sul serio rompi scatole?>> Sbuffa invece lui, quasi offeso e si alza mentre io mi sento tremendamente in colpa per tutto. Non solo mi sta aiutando... Io lo tratto come se fossi terrorizzata da lui... Mi rendo conto che il mio comportamento non ha senso e abbassando lo sguardo mi scuso. <<Scusa...>> Sussurro ma lui è troppo concentrato sui vasetti che ha davanti per rispondermi o forse non vuole farlo e basta. Alla fine prende uno dei vasetti, lo apre, ne fa uscire una pillola e si volta nuovamente verso di me. <<Prendi questo, farà scendere la febbre.>> Dice avvicinandosi al letto ed io stendo una mano per prenderla, ma quando provo ad sollevarmi un po', per riuscire a mandarla giù, il dolore me lo impedisce così mi sfugge un gemito dalle labbra e ricado sdraiata sul letto. Roth, che si era voltata a cercare qualcos'altro nella borsa, si volta furioso e torna da me. Stavolta non mi muovo, non voglio offenderlo nuovamente, gli do fiducia e lui, con la massima delicatezza, mi solleva leggermente e mi mette un altro cuscino dietro le spalle così che possa stare in una posizione semi seduta. <<Su, prendila e bevi un po' d'acqua.>>Dice porgendomi un bicchiere d'acqua. Il suo tono è brusco ma ogni suo movimento è delicato e attento. Così senza obbiettare , o chiedere cosa sia, mando giù la piccola con un paio di sorsi d'acqua. <<Riposati, io faccio una chiamata.>> Dice ed io ho solo la forza di annuire prima di chiudere gli occhi. Mi sentivo uno schifo, ormai il dolore era tanto da sentirlo quasi ovattato mentre la testa sembrava scoppiarmi... Mi addormento sentendo il suono della sua voce sempre più lontano...

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