Capitolo 12

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PV Joy

La mattina dopo ci ritroviamo come sempre in classe ad attendere il professore della prima ora ma quando fa il suo ingresso, non è da solo, infatti  entra insieme ad un uomo che per tanto tempo ha fatto parte dei miei incubi, così resto paralizzata. Cosa ci fa lui qui?! Mi domando stranita ma, vedendolo, gli alpha si alzano, anche Roth, così faccio lo stesso anche se non riesco a mantenere lo sguardo su di lui. Cosa vuole da noi? Mi domando preoccupata ma la risposta mi arriva un attimo dopo dagli Alpha. <<Buongiorno preside Drake>> dicono in coro ed io alzo lo sguardo su quell'uomo terrorizzata da questa scoperta. Lui è il preside della scuola?! Mi rendo conto mentre mi stringo le braccia intorno al corpo in automatico, come per difendermi. Quest'uomo veniva all'istituto... Ed ogni volta che lui veniva una di noi se ne andava... E non solo i "grandi" anche i bambini. <<Buongiorno a voi, ragazzi.>> Risponde lui e il suo tono è talmente affabile... amichevole... Che non mi sorprende affatto come riesca a raggirare tutti ma non lo farà con me, io so chi è.
Usava proprio quel tono quando sceglieva la sua povera vittima. A noi dicevano che gli trovava una casa ma io ho visto come le guardava, e nessuno dovrebbe guardare così una ragazzina o un ragazzino. Così ogni volta pregavo e pregavo che non scegliesse me, nonostante mi sentissi poi in colpa per il povero malcapitato.
<<Sono passato per farmi i complimenti, so che avete tutti ottimi voti, bravi.>> Continua con quel tono da buon uomo mentre cammina davanti a noi così da vedere tutti ed io, d'istinto, mi avvicino a Roth, quasi a volermi nascondere dietro di lui, ed afferro un lembo della sua felpa. Solo allora lui abbassa lo sguardo, che finora era stato fisso sull'uomo, e mi guarda confuso. <<Joy, che succede?>> Comunica alla mia mente ma io, non sicura di riuscire a rispondere, mi limito ad avvicinarmi ancora a lui, guardandolo fisso negli occhi, e scuoto leggermente il capo. Frustrato fa un sospiro e mi prende la mano mentre si sposta per coprirmi. <<Dopo ne parliamo.>> Mi comunica per poi voltarsi nuovamente verso il preside che continuava il suo discorsetto motivazionale. <<... Dunque abbiamo deciso di premiarvi e concedere, a chi vorrà, la possibilità di tornare a casa questo fine settimana.>> Annuncia e tutti esultano mentre il mio cuore si ferma. Roth andrà via per tutto il fine settimana, come farò? Penso e inevitabilmente stringo la sua mano come se questo gli impedisse di allontanarsi da me. <<Ovviamente chi vorrà rimanere può farlo, troveremo comunque il modo di ricompensarlo.>> Aggiunge come se nulla forse ma dal suo sguardo io capisco che chi rimarrà sarà libero di fare ciò che vuole, a chi vuole. <<Adesso vado, buon proseguimento.>> Ci saluta infine e tutti si prodigano nel salutarlo e nel adularlo mentre io faccio un passo indietro e mi lascio cadere sulla sedia senza però lasciare andare la mano di Roth. <<Joy, che succede?>> Sussurra lui, che in un attimo è accovacciato davanti a me guardandomi in attesa di una spiegazione ma io non so da dove cominciare. <<Possiamo parlarne stasera... In camera?>> Gli domando sperando che mi dia del tempo per pensare bene a cosa dire e a cosa non dire. Nonostante mi abbia detto i suoi sospetti ho ancora il terrore che qualcuno lo scopra e gli faccia del male.
Lui valuta per un attimo le mie parole e poi annuisce. <<Va bene. Dopo allora.>> Conclude come a farmi capire che non l'avrebbe dimenticato ed io annuisco.
Rassegnato si raddrizza rimette in piedi, mentre io lascio andare la sua mano, si siede sulla sedia accanto a me e si volta verso la professore, anche se spesso si volta verso di me guardandomi confuso mentre io faccio del mio meglio per concentrarmi sulla lezione e non su ciò che mi attende una volta tornata in stanza.

Mai come oggi sono stata triste di tornare in camera dopo le lezioni ma alla fine arriva quel momento e quando mi chiudo la porta alle spalle, Roth, si siede sul letto e mi guarda con sguardo serio. <<Vieni qui Joy.>> Dice ed il suo tono così calmo e primo di qualsiasi altra emozione un po' mi spaventa, ma annuisco e mi avvicino mettendomi in piedi davanti a lui. <<Siediti Joy, non è un interrogatorio.>> Aggiunge con lo stesso tono di prima così annuisco nuovamente e mi siedo il più lontano possibile da lui, per lo meno quanto permette il letto. <<Dunque, cos'è successo questa mattina?>> Mi domanda ed io mi stringo le mani per evitare che trenino mentre faccio un sospiro e inizio a parlare. <<Io avevo già visto il preside Lower dunque quando oggi è entrato in classe mi sono spa- sono rimasta sorpresa.>> Mi correggo non volendo rivelare a tal punto il mio timore per quell'uomo. Roth aggrotta le sopracciglia confuso. <<Perché sei rimasta sorpresa di vedere il preside in classe?>> Mi domanda convinto che io lo sapessi già, non poteva mica sapere che non era lì che l'avevo già visto. <<Io non sapevo fosse il preside... Non è qui che l'ho incontrato...>> Ammetto alla fine mentre le mie mani si torturano a vicenda cercando di mantenere la calma. Il mio cuore batte frenetico, nel mio petto, per via della paura per qualsiasi conseguenza possa avere la mia confessione. <<No? E dove l'hai già visto allora?>> Mi domanda con un espressione sempre più attenta e interessata come se stessi dicendo qualcosa di tremendamente interessante. <<All'istituto.>> Confesso alla fine mentre abbasso lo sguardo sulle mie mani. Adesso vorrà sapere tutto... E se non mi credesse e se mi accusasse di volerlo calunniare... Penso mentre il terrore mi attanaglia le viscere ma la sua mano raggiunge le mie e le stringe delicatamente. <<Joy, va tutto bene. Puoi dirmi tutto, ti proteggerò io da qualsiasi conseguenza.>> Mi sussurra ed io alzo lo sguardo sorpresa ma mi manca per un attimo il fiato quando mi rendo conto di quanto è vicino. <<Io... Tu... Sono cattivi Roth. Potrebbero fare del male anche a te.>> Sussurro con tono tremolante ma lui fa qualcosa che io non mi aspetto. Sorride. Un sorriso talmente sicuro di sé che mi spiazza. <<Non devi preoccuparti Joy, non toccheranno ne me ne te. Te lo prometto. Devi però dirmi tutto ciò che sai così che io possa fermarli.>> Mi rassicura e non so perché le sue parole sono come ancora per me. Sicurezze che nella mia vita non ho mai provato così mi faccio coraggio e continuo. <<Lui veniva da noi in istituto... Non succedeva spesso, forse una volta o due l'anno...>> Dico e rabbrividisco al solo ricordo delle sue visite. << Veniva a fare cosa?>> Mi domanda Roth volendomi semplificare il racconto ma non era facile parlarne,non era facile per nulla dopo anni ed anni di minacce. <<Veniva a scegliere uno di noi... Diceva che gli aveva trovato una famiglia... Qualcuno che li adotta ma... Roth credimi non li guardava come si guardano dei ragazzini e... E si nessuno di loro abbiamo più ricevuto notizie.>> Concludo mentre istintivamente stringo la sua mano come se la sua sola vicinanza potesse difendermi dalla paura provata. <<Pensi che... Che le tenesse per sé?>> Domanda e nel suo tono vi è una chiara rabbia unità allo sdegno così io annuisco. << Hai delle prove?>> Mi domanda allora ed io sono indecisa se parlare o meno. Mi fido di lui, mi proteggerà e lo fermerà. Decido così di dirgli tutto. <<Non ho delle prove ma... Ma la sola esistenza dell'istituto ne è una prova. Nessuno veniva mai adottato Roth... Perché non serviva a trovarci una famiglia ma ad addestrarci...>> Confesso infine con tremenda vergogna verso me stessa, nonostante non avessi avuto scelta. <<Addestrarvi a cosa?>> Domanda e sono sicura si aspettasse già la risposta ma ne voleva la conferma. <<A dare piacere agli alpha.>> Concludo abbassando lo sguardo per la vergogna di ciò che stavo ammettendo mentre lui resta in silenzio.
Il silenzio diventa opprimente così alzo leggermente il viso per sbirciare la sua espressione e mi vengono i brividi. È furioso, dai suoi occhi trasfare chiaramente la rabbia per ciò che gli ho detto. <<Come può farlo? Le vostre famiglie non si sono opposte?>> Domanda e potevo ben intuire perché. <<La maggior parte di noi era già orfana, come me, mentre altri sono semplicemente stati venduti dai loro genitori.>> Gli racconto sapendolo con certezza visto che era ciò che era successo a Kyle. <<Succedeva spesso che venissero degli uomini a portarvi via?>> Mi domanda allora dopo qualche secondo , che probabilmente ha usato per mandare giù quella rivelazione. <<No, erano casi rari... Io ho visto solo il preside ma...>> Mi interrompo pensando se sia il caso di continuare o meno. <<Dimmi tutto Joy, per favore.>> Dice ed io mi faccio forza e continuo. << Di tanto in tanto alcuni di noi sparivano... Usavano sempre la scusa dell'adozione ma come potevano essere adottati se nessuno veniva a vederli?>> Domanda cercando da lui la stessa conclusione che avevo raggiunto io. <<Impossibile.>> Concorda ed io annuisco. << Credo che qualcuno che non volesse essere visto prendesse i peggiori... Quelli isolati... La cui mancanza non si notava facilmente.>> Gli confesso i miei dubbi e lui annuisce, dopo aver riflettuto qualche secondo. <<Hai ragione.>> Mi conferma ed io finalmente smetto di sentirmi pazza, come spesso mi hanno definito gli altri. <<Come funziona quel posto? Come vi... addestrano?>> Mi domanda e per la prima volta sembra titubante nel poggerla. Io mi blocco e mando giù la saliva mentre ricordo ciò che mi hanno insegnato sin da subito. <<Ci addestrano fino ai 16, poi veniamo smerciati in vari luoghi... Io ad esempio sono finita qui...>> Mi fermo esitante su come continuare. <<L'addestramento comincia a 6 anni e... Ed è qualcosa che nessuno bambino dovrebbe mai subire. >> Dico con lo sguardo vuoto, perso in quei ricordi, mentre il dolore e la paura riemergono. <<Io non->> comincio ma non riesco a continuare poiché sento un nodo in gola per via delle lacrime trattenute. <<Scusami io non riesco a essere più precisa...>> Dico abbassando lo sguardo mentre le lacrime rigano il mio volto ed è in quel mento che lui mi tira e se e mi abbraccia. <<Va bene così Joy, non dire altro. Va tutto bene.>> Il modo in cui mi stringe mi fa sentire a casa per la prima volta in vita mia così gli circordo con le braccia la vita e ricambio l'abbraccio mentre mi lascio andare ad un pianto liberatorio. << Ci hanno sempre minacciato! Dicevano che se avessimo detto qualcosa a qualcuno avrebbero ucciso loro e noi... Avevo così paura... Era tutto così... Così...>> Dico ma non riesco a concludere la frase per via del pianto e del dolore che vi riverso. <<Va tutto bene. Piccola, ci sono io. Nessunp ti farà del male, te lo giuro. Nessuno ti toccherà neanche con un dito.>> Continua a sussurrarmi frasi rassicuranti mentre io mi lascio cullare dalla sua voce e pian piano smetto di piangere e alla fine mi stacco da lui. <<Scusami io di solito non sono così frignona.>> Ammetto mentre mi asciugo le lacrime e cerco di mettere un po' di distanza da noi imbarazzata di questo crollo. << Tranquilla, sono abituato ormai a farti da fazzoletto vivente.>> Dice prendendomi in giro con quel suo ghigno che ormai mi era familiare. <<È successo solo una volta!>> Mi lamento io incrociando le braccia sul petto e lui scoppia a ridere. <<Va bene, va bene>> me la dà vinta alzando le mani in segno di resta ma continua a ridere così faccio una cosa che non è da me. <<Uffa!>> Mi lamento e prendendogli le mani gliele riporto giù seccata ma così facendo il mio viso si ritrova molto vicino al suo ed i miei occhi incontrano i suoi e vi si perdono. Perché mi sento così quando lo guardo... Quando mi è vicino... Quando mi abbraccia?... Queste domande lasciano il posto al nulla quando lui intreccia le dita delle nostre mani e non riesco più a pensare a nulla se non alle sue labbra, cosi vicine alle mie, su cui abbasso lo sguardo per un secondo prima di tornare ai suoi occhi. Lui d'altro canto sembra rapito tanto quanto me ed avvicina il viso al mio...
Sta per baciarmi?! Mi domando non sapendo se sperare che sia un si o un no ma nel dubbio chiudo gli occhi ed attendo qualcosa sua mossa. Lui, probabilmente fraintendendo il mio gesto, sospira e sento un leggerissimo tocco sulla mia fronte così spalancò gli occhi solo per trovarlo poco più distante di prima mentre scuote la testa leggermente. Mi ha baciata la fronte? Mi domando confusa ma lui non mi dà risposte. <<Ah Joy, Joy... Quanto dovrò aspettare?>> Mi domanda ed il mio sguardo si fa totalmente confuso. <<Aspettare cosa? >> Domando ma lui mi dà un colpetto con il dito sulla fronte e si alza dal letto. <<Ahi!>> Esclamò massaggiandomi la parte colpita mentre continua a guardarla confusa. <<Su su, non perdiamo tempo con quetse futili domande. È il momento di fare i bagagli.>> Dice e si dirige verso il suo armadio mentre io mi alzo dal letto agitata. Vero! Deve tornare a casa domani... Mi ricordo visto che il giorno dopo sarebbe stato sabato. <<Vuoi una mano per preparare le cose per domani?>> Domanda cercando di nascondere la delusione nel mio tono di voce. Non voglio che via. Sospiro e lui si volta a guardarmi perplesso. <<Domani? Ma che dici partiamo stasera.>> Dice come se dovessi già saperlo ed il mio cuore si spezza del tutto. <<Vai via stasera?!>> Domando sperando di aver capito male e lui sospira, si avvicina a me e mi poggia le mani sulle spalle. <<Noi partiamo stasera Joy. Prepara lo zaino ti porto a casa con me.>> Mi spiega ed il lo guardo con gli occhi spalancati dalla sorpresa. <<Davvero?>> Domando incredula. <<Ovviamente, non posso mica lasciarti qui. Sei la mia m- partner di studio.>> Conclude con tono strano e soprattutto un po' di incertezza alla fine della frase. <<Ma- ma... Ma è permesso? Posso davvero venire con te?E Kyle? Non posso andarmene e lasciarlo solo!>> Parlo un po' a raffica confusa mentre provo emozioni contrastanti per quella novità e lui sospira e stringe un po' di più le mie spalle. <<Certo che puoi. Non sei più prigioniera di nessuno Joy. Te lo assicuro.>> Dice con il tono che gli adulti usano per parlare con i bambini, quando fanno la stessa domanda due Milà volte. <<Ed ovviamente Kyle verrà con noi. Chase non lo lascerebbe mai qui da solo e dubito anche che Kyle lo lascerebbe mai andare.>> Dice divertito e si stacca da me con un sorriso divertito. <<Forza ora piccola seccatura. Va a sistemare le tue cose.>> Mi incoraggia mentre io sono ancora lì, impalata, come se il mio cervello avesse bisogno di più tempo per elaborare ma appena lo fa scatto via verso la mia stanza. <<Vado subito!>> Esclamò quando mi sto già chiudendo la porta alle spalle.

Diverse ore dopo siamo tutti e quattro in forma lupina e camminiamo verso il regno di Roth a passo tranquillo, senza nessuna fretta anche che io e Kyle siamo letteralmente elettrizzati per l'emozione. È la prima volta che possiamo andare in giro così, senza essere chiuso in un furgoncino, o semplicemente che possiamo muoverci senza una scorta. <<Guarda Joy. Quella città è enorme!>> Esclama ad un certo punto Kyle , superandomi, per indicare con la zampa una città poco lontana da noi. <<Vero...>> Rispondo stupita anche io vedendo tutti quegli edifici insieme. L'istituto era praticamente in mezzo ad un fitto bosco mentre la scuola era comunque isolata, si vedeva la città solo da lontano. <<Quella è Risingmoon la capitale del regno di Moonlight, ovvero il nostro regno.>> Ci spiega Roth con tono orgoglioso. <<O detto in breve. Quella è casa nostra.>> Dice Chase con il suo solito tono dolce mentre raggiunge il fianco di Kyle. <<Quell'edificio è il palazzo, dove viviamo io e Roth...>> Gli parla della città mentre riprendono a camminare e le loro code si sfiorano... Sarà ma quei due non mela raccontano giusta. Penso mentre anche io riprendo a camminare osservandoli con attenzione. <<Ti piace?>> Mi domanda Roth, che si è letteralmente materializzato accanto a me, così salto sulle zampe e mi volto di scatto sorpresa. <<Mi hai fatto venire un colpo!>> Esclamo con il cuore in gola mentre lui ridacchia. <<Esagerata. Eri solo troppo distratta.>> Continua a prendermi in giro ed io sospiro. <<Hai ragione.>> Ahimè a volta bisogna ammettere la verità. <<Quindi, ti piace?>> Mi domanda nuovamente ed io annuisco per poi voltarmi nuovamente verso la città e riprendo a camminare. <<Sembra così grande... >> Commento mentre penso a quante cose si potrebbero fare in una città così grande. <<Lo è. Proverò a farti vedere i posti più belli ma due giorni non basteranno per visitarla bene...>> Mi spiega affiancandomi e per sbaglio le nostre cose si sfiorano così porto la mia leggermente tra le zampe. <<... Ma sta tranquilla in futuro avrai tempo di visitarla tutta.>> Dice ed io volto il muso confusa verso di lui. <<In futuro?>> Gli domanda ma lui sembra non avermi sentito perché si limita a sorridermi ed aumenta il passo per raggiungere Chase, mentre Kyle torna al mio fianco. <<Sono sicuro che ci divertiremo!>> Esclama entusiasta ma i miei pensieri sonor impasti fissi a quella parola. Futuro. Mi vede nel suo futuro?...

Man mano che ci avviciniamo la città si fa sempre più grande finché non arriviamo alle sue porte mentre Roth e Chase vengono raggiunti e salutati da diversi lupi sentinella tra cui uno , rossastro, che ci saluta allegramente e si presenta con il nome di Seth. <<La mamma sarà felicissima di rivederti!>> Esclama rivolta a me ed io guardo Roth confusa così lui fa un alzata di spalle. <<Lui è mio cugino, ovvero il figlio di mia zia Cordelia>> Mi spiega ed io mi ricordo subito la dolce donna che mi ha aiutato in passato. <<Oh, anche io sono felice di rivederla. Sono davvero in debito con lei.>> Rispondo sperando che tutta la frase sia arrivata alla mente di Roth e che lui possa tradurre. Ho paura di non riuscire a comunicare con Seth o comunque non per queste lunghe frasi. <<Ah figurati!>> Risponde direttamente Seth nella mia mente prima di tornare a prestare attenzione ai due Alpha e poi voltiamo un ultimo angolo e resto paralizzata sulle zampe. Un edificio enorme si para davanti ai miei occhi mentre anche Kyle si ferma accanto a me. << Ma è bellissima!>> Esclama Kyle dandomi un leggero colpetto con la coda ed io non posso che annuire. <<Già lo è...>> Gli do ragione mentre rimango totalmente rapita dalla bellezza del gigantesco edificio davanti a me...

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