Capitolo Nove

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Sia lodato chi aveva inventato la ricreazione.

Seduta nella panchina fuori scuola, mi godevo il sole autunnale sulla pelle, gli occhiali da sole mi coprivano gli occhi chiusi e il leggero vento rendeva l'aria esattamente perfetta.

«Potrei vivere per sempre così» affermò decisa Arianna seduta accanto a me.

Abbassai il viso per guardarla, i ricci biondi sciolti cadevano sulle spalle e sulla scollatura quasi più pronunciata della mia. I miei genitori ci avrebbero definite inappropriate.

«Manca solo una bella sigaretta e sarebbe perfetto» asserii guardando la strada gremita di studenti che si godevano i loro quindici minuti di pace prima di tornare alla tortura.

Andavo molto bene a scuola, ma perché mi bastava studiare il minimo indispensabile per prendere buoni voti, merito della mia memoria di ferro. Ma questo non significava che mi piacesse. Amavo la scuola perché dava la possibilità di conoscere gente, stare con i miei coetanei, vivermi l'adolescenza al meglio, ma detestavo tutto il resto: i compiti, le interrogazioni, la supponenza di alcuni insegnanti, apprendere cose inutili che nella vita non mi sarebbero servite assolutamente a niente.

Per fortuna era venerdì e un'altra settimana stancante e piena di allenamenti era finita. Nicolò, per la seconda settimana non si era presentato.

Melodrammatico del cazzo.

«Voglio una sigaretta» mi lamentai come una bambina capricciosa e mi maledissi per non averle comprate prima di entrare a scuola. Ma mi aveva lasciata mio padre perché la mia macchina era dal meccanico per un problema, ed era meglio se i miei non sapessero che avevo ripreso a fumare, non era il massimo avere queste cattive abitudini per una nuotatrice. Lo sapevo benissimo, ma in quel momento non mi importava.

Come se Lorenzo avesse sentito la mia richiesta, uscì dalla scuola e sfilò il pacchetto di sigarette dalla tasca dei jeans mentre si avvicinava a noi.

Il solito sorrisetto malizioso apparve sul suo viso. «Siete illegali» esordì mentre ci allungava il pacchetto.

«Lo sappiamo» risposi prendendo subito una sigaretta e portandola in mezzo alle mie labbra piene.

Arianna fece lo stesso. «Non guardarci troppo che ti arrestano.»

Lui scoppiò a ridere e poi si fece spazio tra di noi sulla panchina. «Non potremmo fare una ricreazione ogni ora?»

Accese prima la mia e poi quella di Arianna.

Aspirai il fumo e sentii la nicotina calmare i miei muscoli.

Lorenzo inclinò la testa all'indietro e chiuse gli occhi, ciocche di capelli neri gli volarono sulla fronte.

Era maledettamente bello, ma mentre lo guardavo riuscivo a pensare solo alla proposta del suo migliore amico.

Ci pensavo da giorni, non riuscivo a togliermi dalla testa le sue parole, il suo sguardo eccitato che sondava il mio corpo nudo.

Mi aveva vista nuda due volte e non eravamo ancora stati a letto insieme.

«Ah, stavo per dimenticarmi, stasera c'è una festa all'università, venite giusto?» ci domandò qualche minuto dopo.

«Ovvio!» Arianna saltò quasi sul posto. «Una festa con universitari arrapanti, come potremmo mancare?»

Lorenzo iniziò a giocare con un ciuffo dei suoi capelli, e guardandola fisso negli occhi le disse: «Potresti intanto provare questo liceale arrapante, la tua amica ti può confermare che sono bravissimo.»

Lei alzò un sopracciglio e gli si avvicinò provocante a un centimetro dalle labbra. «Non mi piacciono le cose di seconda mano.»

Non riuscii a trattenermi, scoppiai a ridere, le lacrime si formarono ai lati degli occhi.

«Siete due stronze» ma il tono di Lorenzo era divertito mentre spostava lo sguardo da me a lei. «Se mai voleste provare una cosa a tre sappiate che starei volentieri in mezzo a voi due.»

Non ce la faceva proprio a non parlare di sesso.

«Non avevamo detto amici senza benefici, Lorenzo?» domandai con espressione innocente.

«Sì, ma non potrei mai perdermi una threesoome con voi due.» Alzò le spalle come se avesse detto la cosa più ovvia del mondo.

Guardai Arianna e mossi la testa da destra verso sinistra per farle capire di non provocarle oltre. Lei sapeva di Damiano e io già mi sentivo in una situazione piuttosto spinosa. Continuavo a credere che mettersi in mezzo tra migliori amici non fosse una grande pensata. E non riuscivo a capire cosa quei due stessero combinando.

«Inviti anche il tuo amico, facciamo una cosa a quattro?» chiesi buttando il fumo dalla bocca e facendo finta di controllarmi le unghie smaltate di rosso.

Lo sentii schiarirsi la gola e farsi rigido accanto a me. «A Damiano non piace condividere.»

La campanella suonò proprio in quel momento e Lorenzo si alzò svelto, senza darmi il tempo di replicare o di interrogarlo su quel cambio repentino di atteggiamento.

«Ho interrogazione di latino, ci vediamo stasera.» E andò via lasciando me e Arianna a guardarci con aria interrogativa.

Perché avevano deciso di fare così i misteriosi? Ci stavamo solo divertendo un po', no?

E anche se non avevo voglia di mettermi tra due migliori amici, con Lorenzo era ormai tutto finito, e con Damiano non c'era ancora assolutamente nulla. Quindi perché comportarsi in quel modo?

Non potei fare a meno di soffermarmi sul fatto che avevo appena pensato che con Damiano non ci fosse ancora niente. Ancora.

Sperai che la festa all'università arrivasse molto presto.

Spazio autrice ✨

Buongiorno readers del mio cuore e buon natale 🎄❤️

Ecco il mio regalino per voi, aggiornamento un giorno prima 🥰

Cosa ne pensate?
Adesso quanto aspettiamo questa festa all'università? 🌚

Se vi è piaciuto lasciate una stellina e se volete venite a commentarlo nel box che vi ho lasciato sul mio profilo IG lacasa_deilibri_ms 🥰

Ancora un buon natale e alla prossima settimana ❤️

Coraline Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora