Capitolo Trentaquattro

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Neanche la doccia a casa, la cena e la preparazione per uscire avevano tolto dalla mia testa l'immagine di me seduta sulla faccia di Damiano.

Ma più di tutto non riuscivo a togliermi dalla testa le cose che mi aveva detto.

"Passerei la vita a guardarti."

Ma come riusciva a uscirtene con certe frasi che avevano il potere di sciogliermi?

Mentre mi guardavo alla specchio del mio ingresso, con i miei jeans super attillati che mi modellavano il sedere e le cosce, mi convinsi che era arrivato il momento: quella sera avrei detto a Damiano quello che provavo e gli avrei proposto di avere una relazione più seria di una scopamicizia.

Mi sentivo pronta e molto positiva. Ormai eravamo una coppia nella realtà dei fatti, bisogna solo che lo dicessimo ad alta voce. E quella notte avrei dormito da lui. Era il momento perfetto per fare quel passo.

Salutai i miei genitori e andai a prendere Arianna e quando salì in macchina la salutai con: «I miei sanno che stanotte dormo da te.»

Arianna sfoderò uno dei suoi sorrisi maliziosi. «Deve scopare da dio Nardin, non ti ho mai vista con quella luce negli occhi, a parte quando nuoti.»

Mi morsi il labbro e misi in moto la macchina. Le parole di Arianna mi entrarono dentro. Mi resi ancora più conto che quello che avevo deciso era giusto, se Damiano mi faceva sentire come riusciva a fare solo il nuoto, non potevo lasciarmelo scappare.

«Stasera gli chiederò di fare un passo avanti nel nostro rapporto» svelai alla mia migliore amica.

La bionda fece scattare la testa verso di me. «Finalmente, era ora!» esordì. «Siete già una coppia a tutti gli effetti, vi manca solo dirvelo.»

Annuii. «A te piace Damiano?» chiesi un po' intimorita. «Pensi che vada bene per me?»

«Deve piacere solo e soltanto a te, Cora. E penso che ti fa stare bene, quella è l'unica cosa che conta per me.»

Approfittai del semaforo rosso per voltarmi verso di lei e guardarla con affetto. Ogni tanto ricadevo nei vecchi meccanismi, ma Arianna era bravissima a ricordarmi, con ogni suo gesto e con ogni sua parola, che lei non era Laura.

Ero estremamente fortunata ad avere un'amica come lei.

«Ti voglio bene, riccia» la chiami con il soprannome che le aveva affibbiato Lorenzo.

Arianna poggiò la testa sulla mia spalla. «Anche io, rossa.»

Posteggiai come sempre dietro il locale, ma arrivati lì ci accorgemmo che Damiano, Lorenzo e i loro amici non erano ancora arrivati.

Allora presi da bere per entrambe, mentre Arianna si impossessava di un tavolo libero fuori, proprio vicino all'ingresso del pub.

Nonostante il fresco era una serata abbastanza tranquilla. Le stelle incorniciavano quello scorcio di Roma.

«Ai nuovi inizi» disse Arianna alzando la bottiglia di birra verso di me e strizzando l'occhio.

Sorrisi. «Ai nuovi inizi.» Feci collidere la mia bottiglia con la sua e poi cercai di buttare giù insieme alla bevanda che mi pizzicava il palato e la gola, anche l'ansia che stava cominciando a salire.

Cosa avrebbe detto Damiano? Anche lui voleva fare quel passo? E se non fosse pronto?

Quelle domande vorticavano nel mio cervello facendomi venire mille dubbi. Con le dita sudate provai a concentrarmi sulla bevanda che tenevo in mano.

«Eccoli qui» sussurrò Arianna facendo un cenno con la testa alle mie spalle.

Mi voltai e vidi Damiano che posteggiava la sua moto, il giubbotto di pelle sulle spalle larghe, i guanti da motociclista che nascondevano le sue mani forti e piene di anelli. Lorenzo dietro di lui portava un giubbotto a jeans. Scesero dalla moto, tolsero i caschi ed entrambi si passata o una mano nei capelli. I loro amici si radunarono dopo qualche istante accanto a loro. Si salutarono e quando i due guardarono verso il locale ci individuarono all'istante. Lorenzo guardò Arianna con il suo sorrisetto sornione, Damiano anche da quella distanza mi bloccò sul posto con quei suoi occhi scuri e criptici.

Avanzarono verso di noi e dovetti sforzarmi di mostrarmi tranquilla, quando stavo quasi sbavando davanti a quello spettacolo che erano entrambi.

Arrivarono al nostro tavolo, i loro amici ci salutarono e poi entrarono dentro per prendere da bere.

Damiano mi squadrò il top corto che scopriva un po' la pancia e la cui scollatura metteva in risalto il mio seno, poi passò a osservare i jeans. Si abbassò e io ispirai a pieni polmoni il suo buon profumo. Mi diede un bacio lento sulla guancia, pericolosamente vicino alle labbra e il mio corpo si irrigidí per poi sciogliersi su se stesso. Soprattutto al pensiero di dove erano state le sue labbra carnose quel pomeriggio.

Damiano si sedette di fianco e me e Lorenzo mi schioccò un bacio sulla guancia e poi sedette vicino ad Arianna.

«Attenta, riccia» le disse in tono provocante. «Stai sbavando.»

Trattenni una risata mentre potevo vedere le rotelle del cervello di Arianna muoversi per trovare la giusta risposta.

La mia amica scostò i lunghi capelli dalla sua spalla, portandoli dietro, poi si avvicinò al viso di Lorenzo. «A me sembra che sia tu a sbavare dietro di me da un po'.»

Dovetti mettere una mano davanti alla bocca per evitare di ridire guadagnandomi un'occhiataccia da Lorenzo.

Alzai le spalle con noncuranza e poi focalizzai tutta la mia attenzione su Damiano.

«Sei illegale, rossa» mi disse avvicinandosi al mio orecchio.

Il mio intero corpo fu attraversato da un fremito. «Voglio parlarti di una cosa, privata.» Guardai gli altri due intenti a bisticciare.

Damiano alzò un sopracciglio e mi guardò con curiosità. «Allora andiamo, Coraline.»

Non perse tempo, si alzò e mi porse la mano. Feci passare lo sguardo dalla sua mano ormai libera dal guanto, a lui, più volte, in un tempo che mi parve infinito.

Il cuore batteva così forte da rimbombarmi nelle orecchie, pensai che forse lo stesse sentendo anche Damiano.

Afferrai la sua mano e un brivido mi corse lungo la schiena. Era arrivato il momento di scoprire le mie carte, di non avere più paura, di buttarmi.

Mi alzai e Damiano mi lasciò la mano solo per riprendere le sigarette, mi fece un cenno con la testa per seguirlo verso quello che ormai era il nostro posto segreto.

Feci un passo nella sua direzione quando due mani forti mi afferrarono per la vita. Un odore di menta mi entrò a forza nelle narici. Un respiro che sapeva di tabacco mi sfiorò il lobo dell'orecchio.

Conoscevo quel profumo, conoscevo quel tocco così possessivo.

Damiano si voltò verso di me e le sue iridi furono attraversate da un lampo che non riuscii a decifrare, poi assottigliò lo sguardo.

Il mio corpo si paralizzò.

«Ciao, Coraline» sussurrò una voce profonda e calda spruzzata dall'accento palermitano.

Quella voce che un tempo avevo pregato di sentire ancora e ancora.

Mi girai e le mani che mi stringevano la vita non mi lasciarono.

Spalancati gli occhi e deglutii a vuoto, la mente in subbuglio per quella "sorpresa" che mai mi sarei aspettata.

Vittorio era proprio a un centimetro dal mio viso, sfoderava uno dei suoi sorrisi arroganti. «Ti sono mancato?»

Spazio autrice ✨

Ciao readers del mio cuore ❤️

Piaciuta la sorpresa finale? 😌
Era un po' che non c'era dramma, secondo me ne avevamo bisogno 🙊

Cosa pensate che succederà adesso? 🔥

Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e se vi è piaciuto lasciate una stellina ✨

Ci vediamo lunedì con Coraline 😎

Se vi va trovate nel profilo un'altra storia dark romance/mafia romance, SYS, che è una trilogia, il primo capitolo è completo, il secondo a metà, ma sono già tutti scritti. Aggiorno due volte a settimana.
E chissà magari a un certo punto troverete dei punti, o meglio dei personaggi, in comune tra Coraline e SYS 👀

Vi ricordo che mi trovate su:
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