Capitolo Dieci Extra - Damiano Nardin

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Un anno dopo


L'odore del cloro circondava l'intera e immensa struttura. Gli spettatori fremevano sugli spalti e i nuotatori giravano nervosi tra una vasca e l'altra, in attesa che arrivasse il loro turno.

Io ero sugli spalti più bassi, più vicini alla piscina, con Lorenzo, Arianna e i genitori di Coraline.

Io e la mia rossa avevamo fatto l'amore nell'attico dell'hotel con la finestra dalla quale si vedeva la Tour Eiffel, per tutta la notte e tutta la mattina. Lei avrebbe dovuto riposare in vista delle gare, ma nulla erano valse le mie proteste - in realtà l'avevo invitata a riposarsi forse una volta in croce, ma, ei, ci avevo provato - lei aveva voluto farmi suo tutta la notte.

La mia ragazza era una forza della natura, a letto come nella vita.

E in quel momento, mentre era in piedi sul trampolino, in attesa del fischio d'inizio della gara, non avevo occhi che per lei e il suo corpo fasciato nel costume olimpionico che le stava da dio.

Ma riuscivo a leggere l'espressione fiera e determinata del suo sguardo persino da quella distanza. La squadra italiana, sia maschile che femminile, era andata benissimo in quei giorni, si erano aggiudicati più medaglie, dal bronzo all'oro. Coraline ne aveva già ricevuta una d'argento, ma quella era la gara più importante.

I 100 stile libero. Quella più breve, quella più difficile, quella in cui lei era più brava.

Nel momento in cui si piegò sul trampolino, seppi che ce l'avrebbe fatta. Perché lei non era una semplice ragazza con un sogno, lei aveva sfidato la vita, quella vita che aveva provato a farla affogare. Ma Coraline era risalita sempre in superficie, non si era lasciata sopraffare e non aveva permesso a me di andare a fondo. Aveva nuotato per entrambi, mi aveva insegnato a nuotare nella vita di tutti i giorni e a riprendere anche a farlo sul serio nella vasca della piscina.

Ero discretamente bravo, ma lo facevo solo per sfogare e allenarmi, il mio mondo era quello dei motori, quindi avrei finito l'università, supportando il suo sogno, come lei supportava il mio.

Era stato difficile tornare in piscina dopo la morte di mio nonno, ma Coraline mi aveva spinto a farlo, passo dopo passo aveva colmato parte di quel vuoto, avevo reso il dolore più sopportabile. Spesso mi chiedeva di parlarle di lui e io finivo per non riuscire più a fermarmi.

Adesso tutta la mia attenzione era focalizzata su quel corpo sinuoso che si muoveva nell'acqua, nel suo elemento, come se stesse volando.

Il cuore batteva a ritmo con le sue bracciate e la mia mente la incitava come se potesse udire i miei pensieri.

E quando alla fine toccò il muro alla fine della gara il mio cuore saltò un battito.

Credo che la visione più bella della mia vita sarebbe rimasta per sempre Coraline De Angelis che sale sul podio in costume e con l'accappiatogli rosso sulle spalle, le iridi che brillavano e un sorriso che avrebbe illuminato un'intera galassia, mentre le mettono al collo la medaglia d'oro del primo posto.

E mentre la guardo, orgoglioso della mia ragazza, lei sposta lo sguardo su di me, e mi rendo conto che avere lei al mio fianco sia anche meglio di qualsiasi medaglia d'oro.

Io, Damiano Nardin, avevo vinto con la vita il premio più prezioso.

Spazio autrice ✨

Buongiorno readers del mio cuore ❤️

Eccoci giuri alla fine di questa storia 🥺

Non riesco neanche a spiegare quanto mi mancheranno Coraline e Damiano, e quanto mi abbiano aiutata in quest'ultimo anno ❤️

Grazie a ognuno di voi perché mi avete seguita in questo percorso e mi avete fatto scoprire quanto è bello confrontarsi passo passo con i lettori 🙏🏼❤️

Questa piattaforma mi ha dato delle soddisfazioni che non avrei mai creduto possibili 🥺

Per questo non mi fermerò qui, ma sono pronta a partire con altre storie. Voi ci sarete? ❤️

Mentre penso a dei ringraziamenti come si deve, vi ricordo che mi trovate su:

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