Capitolo Nove Extra - Damiano Nardin

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I funerali sono ciò che di più brutto possa esistere.

E non perché hai perso una persona cara che non potrà mai più starti accanto. Ma perché in un momento così fragile sei costretto a sorbirti persone che vanno e vengono da casa tua, che cercano di mostrarti la loro vicinanza, mentre tu vorresti solo rimanere da solo e bruciare l'intero mondo.

Il parroco della chiesa aveva fatto un sermone sul fatto che adesso mio nonno si trovava un posto migliore. Ma forse non sapeva che mio nonno voleva solo stare accanto ai figli e ai nipoti, nella sua Roma che tanto amava.

Per lui non esisteva un posto migliore che non fosse Roma sua.

E forse per questo mentre facevano scendere la bara sottoterra il cielo piangeva, Roma piangeva e urlava con i suoi tuoni, perché aveva perso un uomo che l'aveva amata sopra ogni cosa.

Le lacrime non erano uscite, probabilmente avevo pianto così tanto, da solo nella mia stanza, e un paio di volte solo con Lorenzo, che non ne avevo più. Ma il vuoto nel petto c'era, era come se mi avessero scavato il cuore dal petto, l'avessero calpestato e lo avessero rimesso a posto.

Solo che sembrava non starci più bene in mezzo alle mie costole.

Ora ero a casa, i parenti erano andati via, e il mio migliore amico era con me, mi era stato vicino e non mi aveva permesso di abbandonarmi all'oblio, di cadere a fondo.

«Dovresti chiamarla...» disse di puntò in bianco Lorenzo.

Io non risposi, non c'era bisogno di specificare a chi si stesse riferendo.

«Lei merita di sapere che stai passando questo brutto periodo» tentò ancora il mio amico.

«No, lei merita di essere felice» affermai. «E non ti azzardare a dire a lei o ad Arianna di mio nonno.»

Si sarebbe sentita in dovere di scrivermi, invece io volevo che fosse libera e leggera. Non volevo che si prendesse parte del mio dolore come ero sicuro che avrebbe fatto. Quel dolore dovevo portarlo da solo e sperare solo che non mi avrebbe sopraffatto.

«Fai come vuoi, ma sappi che è una stronzata» ci tenne a precisare Lorenzo. «Vuoi fare una partita?»

Scossi la testa e un mezzo sorriso affiorò spontaneo sulle mie labbra. Gli avevo detto di tornare a casa già più volte, ma era rimasto là e adesso provava a non farmi pensare.

«Va bene, ma mi prendo la Roma» dissi alzandomi e accendendo la playstation.

Lui si limitò ad annuire. Era l'unico che non mi guardava con uno sguardo di pietà.

Forse aveva ragione lui, avrei dovuto trovare il coraggio di seguire gli inseguenti di mio nonno e riprendermi la donna che mi aveva completamente rapito il cuore.

Ma non avevo idea di come fare.

Non avevo idea che alla fine sarebbe stata lei a venirmi a prendere per le orecchie, mettendomi davanti al fatto compiuto che io senza di lei non ci sapevo proprio più stare.

Spazio autrice ✨

Buongiorno readers del mio cuore ❤️

Capitolo un po' triste 😭

Per quanto riguarda l'ultima parte, sappiamo tutti come è andata a finire 🌚

Il prossimo capitolo sarà ambientato un anno dopo e sarà l'ultimo, dopo di ché dovremo salutare Coraline e Damiano 🥺

Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e se vi è piaciuto lasciate una stellina ✨

Ci vediamo venerdì con Coraline 😎

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