Capitolo 3 - Sirius

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Sirius immerse le dita nel colore non curante della vernice blu che gli macchiava la manica della camicia. Sentiva lo sguardo di James su di sé, uno sguardo divertito, tutt'altro che pesante.

"Te li ha regalati Moony, vero?"
James accennò con la testa ai tubetti di colore e alla tela, Sirius annuì senza parlare. Aveva il labbro inferiore stretto tra i denti mentre passava le dita sulla tela con attenzione.
Era stata una giornata vuota e lui aveva questo bisogno viscerale di riempirla; ed eccolo lì, senza scarpe e i capelli tirati in dietro da una coda disordinata con le mani e il viso già imbrattati di colore. James era sul suo letto, il libro di trasfigurazione in mano e dietro di lui, oltre il vetro della finestra, si apriva un cielo limpido, di un azzurro vivace: un raro giorno d'estate in ottobre. Il viso di James era illuminato dal sole, attorno a lui, nei raggi di luce danzava il pulviscolo creando uno spettacolo di una suggestiva bellezza e Sirius si sentiva le mani formicolare dal bisogno, dal desiderio, di fermare tutto quello su una tela.

"Mi sto sentendo studiato."
Commentò James, mentre Sirius spostava con occhi vacui lo sguardo da lui alla tela.

"Tecnicamente è il libro tra le tue mani che dovrebbe sentirsi studiato."
Rispose Sirius senza perdere la concentrazione mentre sporcava la tela di giallo, spremendo direttamente il tubetto di colore sulla tela.

"Ah, Ah. Molto divertente Pads. Davvero esilarante. Dove sono gli altri?"

"Moony è in biblioteca, come al solito. Wormy non lo so, penso stia facendo amicizia con una Corvonero carina del quarto anno."

James non rispose, non ce n'era bisogno. Tra di loro scese un piacevole silenzio, nessuno sentiva il bisogno di romperlo. James di tanto in tanto borbottava nozioni di trasfigurazione cercando di mandarle a memoria. Sirius raschiava la tela con i suoi pennelli.

"Hai sul serio lasciato stare Lily."
Sussurrò Sirius mentre ritoccava i capelli di James nel suo dipinto con attenzione meticolosa, era piuttosto soddisfatto di come gli stava venendo il lavoro.

James sospirò e chiuse il libro con aria arresa, appoggiò la testa alla testiera del letto.
"Nuovo anno, nuovo me."

"È una buona cosa secondo me."

"Lo so, ho pensato a lungo quest'estate al riguardo."

"Tu pensi?"

"Oh, ma smettila Pads. Credo di aver colto il messaggio: non mi vuole attorno e va bene così."

Sirius storse le labbra, qualcosa nel tono di James gli fece stringere lo stomaco, quella scelta evidentemente lo stava facendo soffrire. Non è facile liberarsi delle proprie ossessioni. Sirius lo sapeva, in cinque anni non era ancora riuscito a liberarsi della sua stupida ossessione per le lentiggini di Remus. Ogni volta che le guardava intratteneva una guerra titanica con l'istinto di toccarle.

"Oh, Prongs, prometto che ti troverò qualcuna altra, il mare è pieno di pesci."

James annuì distrattamente, con le labbra strette e indirizzò uno sguardo al viso imbrattato di colore di Sirius.
"Pads."

"Hm?"

"Lo so che è presto per parlarne, ma a Natale sei invitato da me. Tutto il tempo."

Sirius deglutì sonoramente, gli sarebbe piaciuto, avrebbe amato passare il Natale con James, Fleamont ed Effie. Ma non poteva. Sua madre lo avrebbe ucciso, avrebbe ucciso lui e poi torturato Regulus fino a farlo a pezzi giusto per sfogare la sua inesauribile quantità di rabbia repressa e lui non poteva permetterlo. Reggie era fragile, non aveva il coraggio di ribellarsi e subiva, da sempre era stato così e Sirius non poteva permetterlo.
"Grazie, Prongs. Ma non posso, devo tornare."

How to rewrite the stars - Tutorial by the maraudersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora