Capitolo 8 - Regulus

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Regulus si svegliò con un forte mal di testa, strinse i pugni alla ricerca del boccino. Con delusione trovò le sue mani vuote, eppure era sicuro di averlo afferrato un istante prima di essere colpito.

Oh, giusto. Quell'idiota del cercatore di corvonero gli era venuto addosso e poi Regulus non ricordava altro a parte un istante dove il vuoto lo accoglieva a braccia aperte. Era quasi sicuro di non essere stato ferito, ma allora perché si sentiva il petto pesante come se l'avessero colpito con una mazza chiodata? Lentamente alzò una mano e se la posò sul petto, aveva la camicia aperta e la sua pelle nuda era interamente coperto da bende appena umide di sangue.

Prese un respiro profondo, faceva dannatamente male.

Madame Pomfery comparve nel suo campo visivo, le sopracciglia corrugate per la preoccupazione.

"Oh, sei sveglio. Come va il dolore?"

"Male. Cosa è successo?"

"Ora ti spiego, prima bevi questo."

Regulus prese a fatica la boccetta che gli stava porgendo la donna, poi bevve tutto in un sorso. Lo riconobbe subito, era una pozione contro il dolore.

"Grazie."

Madame Pomfery si sedette accanto al suo letto.

"Sei svenuto in aria. Il che è piuttosto sospetto, sono abbastanza sicura che tu abbia subito uno stupeficium."

"Ah."

"E quando la professoressa McGrannit ha fermato la tua caduta sei stato colpito sul petto da un bolide."

"Ah."

Ecco spiegato il dolore all'altezza dello stomaco. Regulus non era mai stato molto fortunato, ma era sicuro che quella non si trattasse di pura sfortuna.

"Stiamo cercando di ricostruire quello che è successo, sai se c'è qualcuno che potrebbe odiarti a tal punto da volere la tua morte?"

"Forse... Ci penserò."

Mormorò Regulus, anche se nella sua mente aveva chiara una lista, anche piuttosto lunga, di tutti quelli che lo volevano morto. Sirius era tra questi, ma Regulus sapeva che non era stato lui. Non era per niente il suo stile.

"Ora devo andare. Ho un'emergenza con un certo griffondoro. La cena è passata da un po', ma ti ho fatto mettere da parte un po' di cibo. Se ti viene fame c'è un piatto sul comodino. Accanto c'è una boccetta con del sonnifero."

"Credo non mangerò, ma grazie."

"Di nulla, ci vediamo tra un po', se hai bisogno non esitare a chiamarmi."

Regulus annuì piano e cercò di rilassarsi contro i cuscini, la pozione stava facendo lentamente effetto e lui stava cominciando lentamente a ricordare. Ricordava la luce rossa di un incantesimo, gli occhi vacui del cercatore di tassorosso mentre lo pronunciava.

"Cazzo."

Mormorò Regulus, chi era così stupido da utilizzare un imperius in mezzo a così tante persone? Bastava controllare le bacchette per capire chi lo avesse lanciato. Era impegnato a passare in rassegna nella mente i volti di tutti i possibili colpevoli quando sentì l'inconfondibile voce di Sirius provenire da fuori la porta dell'infermeria.

Regulus tese le orecchie curioso.

"Che cazzo ci fai qui, Snape?"

Oh, fantastico. Ci mancava solo il suo adorabile compagno di casata.

"Passavo di qui. E tu Black? Sei venuto a vedere se sei riuscito ad ammazzare definitivamente tuo fratello?"

"Cosa?"

How to rewrite the stars - Tutorial by the maraudersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora