Capitolo 11 - Remus

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Remus si sedette accanto a Regulus. Fu difficile non ridere davanti alle espressioni sbigottite dei serpeverde.
Regulus alzò gli occhi al cielo e Cerci sventolò allegra una mano nella sua direzione.

"Ehi, Remus."

"Ehi."

Le rispose Remus di buon umore. Regulus lo guardò visibilmente imbarazzato.

"Che ci fai qui?"

Sibilò furioso, ma a Remus non sfuggì la luce divertita nei suoi occhi, gli scompigliò i capelli con una risata dispettosa.

"Sono venuto per rendere pubblica la nostra amicizia."

"Non siamo amici. Siamo alleati."

"Per te è la stessa cosa, Reg. Non mi freghi."

Regulus borbottò e per evitare di rispondere si riempì la bocca di biscotti. Cereus rise e si protese verso Remus.

"Regulus è un po' timido quando si tratta di dimostrare i sentimenti, ma ti vuole bene."

"Oh, lo so."
Rispose Remus rivolgendo un'occhiata affettuosa al ragazzo accanto a lui. Regulus ingoiò la sua colazione senza nemmeno masticare.

"Ci conosciamo da appena due settimane, non tirartela solo perché non sei nella mia lista nera."

"Errato. Ci conosciamo da quattro anni, ma ci parliamo da appena due settimane."

"Che pignolo, non vorrei mai essere un tuo compagno di stanza."

"Ti stupirà sapere che sono il più disordinato in quella stanza."

Regulus trattenne una risata poi si immobilizzò con gli occhi puntati sul tavolo di griffondoro. Remus seguì il sguardo e notò Sirius seduto con Alice e Frank, aveva una pessima cera, era pallido e probabilmente non aveva dormito. Ma, almeno, Remus constatò con piacere, aveva indossato i vestiti che gli aveva portato quella mattina.

"Ti stava fissando."

Commentò Regulus.

"Oh, lascialo guardare."

"Non mi stai usando per ferire mio fratello, vero Remus?"

Remus si grattò la nuca colto alla sprovvista. Non stava facendo nulla del genere, non aveva nemmeno contemplato l'idea.

"Ehm, no? Penso tu sia un po' troppo abituato ad essere usato dalle persone per ferire tuo fratello."

Regulus rispose con un sbuffo, Remus abbassò la voce e si avvicinò a lui con fare cospiratore.

"Come va con Snape?"

"Tutto va secondo i piani, a giudicare dall'espressione sconvolta con la quale è uscita dal dormitorio dieci giorni fa ha già trovato il morso sul polpaccio. Se ci va bene sarà troppo sconvolto per notare che è comparso troppo tardi."

Remus sorrise, si sentiva una persona orribile, ma non si pentiva di tutto quello. Aveva altro di cui discutere con Regulus:

"Non credo sia stata tua madre."

"No, nemmeno io. È stato stupido pensarlo. Magari sono stato solo sfortunato."

"Sappiamo entrambi che non è così..."

"Signor Lupin."

La voce della McGrannit a un centimetro dal suo orecchio lo fece sobbalzare. Era così preso dai suoi ragionamenti che non l'aveva sentita arrivare, Remus balzò in piedi all'istante raddrizzando la schiena.

"Sì, professoressa. Scusi, professoressa."

La donna sospirò.

"Vorrei scambiare due parole con lei se non le dispiace, signor Lupin."

How to rewrite the stars - Tutorial by the maraudersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora