Prologo

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Tw: riferimenti appena accennati di abuso su minori

L'orologio a pendolo nel salotto di Grimmauld Place battè le undici. L'abitazione era stranamente silenziosa e Regulus era raggomitolato al buio, nel suo letto. Tremava ancora, non aveva idea di quando e come le cose avessero cominciato a degenerare, voleva smettere di vedere quel dolore, di sentire quelle grida, quelle litigate. Ogni giorno estivo era stato un incubo ad occhi aperti. Regulus trovava pace solo la notte, dormiva con la finestra aperta dall'inizio di luglio, ogni volta. Con le stelle affacciate alla finestra e il piacevole frinire dei grilli camera sua sembrava meno soffocante.

Anche quella sera, l'ultima notte di agosto e di vacanze, Regulus aveva la finestra aperta, spalancata e osservava il cielo appena velato da un soffio di nuvole, combattuto se provare ad addormentarsi per far arrivare prima il giorno dopo o se restare sveglio per non avere di nuovo l'incubo che ormai da anni lo tormentava. Regulus era sul punto di addormentarsi quando sentì l'alito freddo del sogno incombere su di lui, mani fredde, bagnate, umide, mani di morto gli sfiorarono le gambe. Regulus spalancò gli occhi di colpo e schioccò seccato la lingua.

"Basta."

Borbottò mettendosi seduto e stropicciandosi gli occhi, non ne poteva più di quell'incubo. Sentì, nel silenzio, lo scricchiolio famigliare della porta della stanza di sua madre che veniva chiusa. Si alzò piano in piedi e senza farsi sentire sgattaiolò fuori dalla sua camera, camminò rasente al muro per tutto il corridoio, attento a dove metteva i piedi. Dopo quattordici anni in quella casa aveva imparato quali punti del corridoio scricchiolavano se qualcuno ci camminava sopra e come evitarli per muoversi in silenzio senza farsi scoprire. Quando raggiunse la porta di Sirius fece un respiro profondo, il pomello dorato della porta, nel buio emetteva un luccichio inquietante, Regulus lo ignorò e lo spinse entrando di soppiatto nella stanza del fratello.

"Sirius."

Chiamò sottovoce mentre si avvicinava al letto. In risposta ottenne uno strano singulto che lo fece immobilizzare. Era da tanto che non sentiva Sirius piangere.

"Sirius? Stai piangendo."

Provò a chiamare di nuovo Regulus, rigido al centro della stanza.

"No."

Rispose una voce imbronciata da un ammasso disordinato di lenzuola e cuscini. Regulus sospirò sollevato e raggiunse il fratello sul suo letto.

"Stai bene?"

"Certo che sto bene Reg. Tu?"

"Non riesco a dormire."

"Vieni qui."

Sirius si spostò un po' di lato, ricavando così un po' di spazio tra le lenzuola scure. Regulus a carponi si infilò accanto a suo fratello. Da quando Sirius aveva iniziato la scuola avevano avuto pochi momenti del genere, fu confortante per Regulus sentire il respiro regolare di Sirius mescolarsi al suo e il calore di Sirius contro il suo corpo. Nel momento in cui il cappello parlante lo aveva smistato in Serpeverde Regulus aveva percepito il legame con suo fratello incrinarsi, era fragile la relazione fra di loro, sembrava sempre sul punto di rompersi.
Regulus osservò il profilo di Sirius al buio e storse le labbra:

"Sei un bugiardo."

"Hm?"

"Stavi piangendo."

"Non è vero!"

Sbottò sottovoce Sirius.

Regulus restò in silenzio a lungo prima di dire:

"Anche io ho pianto prima."

"Sei un piagnucolone, Reg."

Si lamentò Sirius, ma a suo fratello non sfuggì il calore nella sua voce nel pronunciare quelle parole.

How to rewrite the stars - Tutorial by the maraudersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora