2.Demons e Caronte

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           Nella Divina Commedia di dante, i Demoni                                                                                                                                         presenti sono 20.


Demons pov.

A cinque anni ero un bambino normale, vivevo con la mia famiglia, mamma e papà ed ero sempre felice.

A dieci anni ero un bambino normale, amavo giocare a calcio e ricordo ancora quando entrai nella squadra del paese. Vivevo con la mia famiglia, in un bel appartamento in centro a Milano.

A quindici anni ero un ragazzino normale, andavo dietro alle ragazze e giocavo a calcio. La scuola non mi piaceva molto, spesso la saltavo con i miei amici e andavamo a giocare a calcio nel parco. Mamma è sempre stata per me un punto di riferimento, e papà lo ritenevo un supereroe. Non mi facevano mancare niente, viaggiavamo tanto e potevamo permetterci di andare nei ristoranti lussuosi.

A diciassette anni, la mia vita cambiò drasticamente; l'azienda di papà iniziò a fallire, mamma non lavorava e stavamo finendo i soldi. Lasciai la scuola e incominciai a lavorare, inizialmente lavorai in un ristorante, poi come fattorino e infine come spazzino delle strade.

A diciotto anni, stavo lavorando come sempre finche incontrai un uomo al quanto sospetto, iniziò a parlarmi di un lavoro, che mi avrebbe fatto fare molti soldi. Io accettai, e quell'uomo mi portò dal suo capo. Iniziai a lavorare per Hell, che mi affibbiò il nome di Demons, tutti iniziarono a chiamarmi così , e il mio vero nome venne dimenticato, tranne per la mia famiglia che mi chiama ancora Joe.

Iniziai con colpi di poco valore, qualche rapina per strada alle vecchiette. Poi Hell, decise di promuovermi al livello successivo, alle rapine nelle case. Noi ci occupiamo soprattutto di questo.

Ho incontrato persone che sono diventate la mia seconda famiglia. Siamo in quattro: io, Selva oscura, Caronte e Lucifer. Siamo una famiglia.

Ho iniziato a guadagnare sempre di più, non legalmente ma almeno ho garantito un tetto ai miei genitori. Hanno sempre fatto di tutto per me, adesso tocca a me fare per loro. Ammetto che all'inizio non è stato facile, avevo mille ripensamenti, non volevo essere un criminale, ma mi sono convito che questa fosse la strada giusta. Devo fare dei sacrifici per salvare le persone che amo. Loro mi hanno dato tutto, mi hanno dato un'infanzia che tutti sognano, mi hanno dato una famiglia felice, un'istruzione e tanta felicità; però la vita ti gioca brutti scherzi, e nel giro di poco, abbiamo perso tutto questo. Mamma, dopo la notizia del fallimento, era entrata in una fase di depressione, e papà non sapeva come aiutarla. Non mi hanno mai chiesto di aiutarli, ma sapevo che io ero l'unico che poteva farlo. Papà ormai era troppo anziano per lavorare ancora, quindi io ero la loro unica possibilità.

Quando mamma scoprì che io non andavo più a scuola, fece di tutto per farmi cambiare idea, ma ormai avevo le idee chiare. Avevo, e ho un solo obbiettivo ridargli tutto quello che mi hanno dato, e farli vivere, nelle condizioni in cui mi hanno cresciuto. Glielo devo, gli devo tanto.

I miei colleghi, ormai amici, mi hanno aiutato tanto, siamo sempre stati uniti. Avevamo un obbiettivo comune: sopravvivere.


                                










Nella Divina Commedia di dante, nel terzo girone dell'Inferno, compare Caronte, il traghettatore delle anime defunti, oltre il fiume Acheronte;  per permettergli una vita ultraterrena.


Caronte pov.

Incontrai mia moglie, quando avevo diciannove anni, andavamo a scuola insieme; lei non era la ragazza popolare, o quella più bella della scuola, era timida, le sue giornate a scuola erano sempre uguali: entrava, seguiva e poi se ne andava a casa. Finchè un giorno fuori da scuola la fermai, lei sembrava terrorizzata, ero già un ragazzo temuto a scuola, quindi tentò di scappare, ma la fermai. Dopo circa due settimane la convinsi ad uscire con me, e da quell'appuntamento, non ci siamo mai separati. A trentacinque anni, mia moglie mi annunciò l'arrivo del nostro primo bambino, io non trovavo nessun lavoro, perchè non avrebbero mai accettato un malfamato, senza diploma. Ero contento dell'arrivo del nostro bambino, ma avevo paura per il suo futuro. Nacque Nicola, un bambino con le guance rosee, che piangeva ogni ora del giorno. Dopo due anni dalla nascita di Nicola, nacque Tommaso. Ogni giorno osservavo mia moglie accudirli con tutto l'amore possibile, perchè potevamo offrirgli solo questo. Non potevamo offrirgli giochi, o cibo buono, ogni giorno mi sentivo sempre più in colpa. Avevo già dei contatti con Hell, qualche volta mi teneva lì a lavorare, ma solo quando nacque il mio terzo figlio, Lorenzo, iniziai a lavorare a tempo pieno per Hell. Riuscivo a portare i soldi a casa, e accudire i miei figli. Mia moglie era sempre più sollevata, di un peso grandissimo, quello di garantire un futuro ai nostri figli.

Rosa, mia moglie, all'inizio non voleva che lavorassi come un ladro, ma questa era la nostra unica opzione per sopravvivere. Da Hell, incontrai dei ragazzi sperduti, che avevano perduto la loro strada, e loro , come me, avevano bisogno di soldi.

Presi a cuore due ragazzini, Lucifer e Selva oscura, quest'ultimo viveva  con Hell. Gli proteggevo, e loro mi aiutavano con le spese dei miei figli. La madre di Lucifer, aiutava Rosa con i bambini, e i miei piccolini, giocavano con la sorella di Lucifer. La cosa più importante per me è la mia famiglia, ho fatto di tutto per loro. Farò sempre di tutto per loro. Rosa ha sempre creduto in me, non ha mai avuto ripensamenti su di noi, anche quando abbiamo passato dei periodi brutti, in cui dovevamo scegliere a chi dare da mangiare. Ho passato settimane intere a non mangiare, per garantire a loro, una minima porzione. Ora loro stanno vivendo meglio, i soldi aumentano sempre di più, e il periodo buio, come la notte oscura, sta passando.

Mia moglie è più felice, si è potuta permettere un vestito nuovo, e stracciare quello tutto logoro, che aveva da troppi anni. La sua felicità mi fa mandare avanti. Vedere i miei figli sani, mi fa continuare a lavorare da Hell. Lui mi ha offerto un lavoro, lo so, dovrei essergli debitore, ma i rimorsi di rubare e di trasmettere angoscia e paura alle persone, mi fa vacillare le idee. Finire in prigione, e perdermi l'infanzia dei miei bambini, lasciare Rosa da sola, è la mia più grande paura.

Perchè se io fallisco, falliscono anche loro.


Spazio autrice
Abbiamo le due presentazioni più dettagliate. Che ve ne pare?
Grazie💛

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