passato
" Dorian, questa sera devi ritornare in tempo, non farmi preoccupare." Mamma è sempre così ansiosa, deve sapere che sta crescendo un guerriero, non deve preoccuparsi. Ma mamma è sola anche oggi, papà non torna a casa da ieri, e mamma sta aspettando un bambino. La sua pancia cresce ogni giorno di più. Mi ha detto che tra poco, arriverà una bambina che dovrò accudire. Non sono sicuro che l'ultima parte mi piaccia, io voglio giocare. " Va bene. Ciao mamma." La saluto con la mano, e corro per le strade fredde, raggiungo la casa di PJ e busso, sperando che mi apra qualcuno. PJ esce contento, con in spalla il suo zainetto color giallo, è sporco e molto rovinato, ma a noi non importa. Non ci importano le cose materiali, sappiamo che non possiamo permettercele, quindi non chiediamo neanche. Ma i nostri compagni di scuola sono dei fighetti, che ti disprezzano. Mi piace leggere, però, in casa ho solo un libro, la mamma lo ha comprato a poco prezzo a una bancarella qui dietro casa, è un classico italiano, La Divina Commedia di Dante, l'ho letto e riletto e mi sono appassionato di questo libro. Di come Dante ha dato spazio alla sua immaginazione, scrivendo un capolavoro.
Odio la scuola, ma non per lo studio, anche perchè sono ancora piccolo per poter dire di studiare tanto, ma per quei babbei che ci vengono. " Come ogni giorno. Se ci danno fastidio, gli facciamo vedere come siamo fatti." Dice PJ, come ogni mattina. Entriamo nell'edificio, questo è l'unico posto da ricchi, che possiamo frequentare. Fortunatamente è una scuola pubblica, quindi la mamma non ha dovuto pagare niente. " Guardate chi si rivede! Pensavo che foste finiti sotto ad un ponte, mi stupisce vedervi qui." Mitch Milligan, due anni più grande di noi, lui fa la prima media, e fa sempre il coglione. " Mi dispiace che le tue fantasie sono andate in frantumi. " Rispondo io, Pj mi da un'occhiata di incoraggiamento. Mitch si avvicina sempre di più a noi, e mi prende per il colletto della maglia, sollevandomi di qualche centimetro da terra. Allora PJ con uno scatto gli tira un calcio nelle parti intime, che lo fa lasciare la presa sul mio collo, e ci da il tempo per scappare. " Stronzi". Urla, ma noi ormai stiamo già scappando fuori dalla scuola. Ma prima di uscire del tutto ci fermiamo e gli facciamo il dito medio. Corriamo tra le stradine, l'aria fresca di prima mattina ci sbatte in faccia, raggiungiamo il parco e ci sediamo sulle due altalene gialle. Il mio cellulare squilla e lo afferro. " Dove lo hai preso?" Chiede Pj. " Era di mia mamma". Vedendo che è lei al telefono rispondo. " Dorian. La tua scuola mi ha chiamata, so quello che hai fatto, ma di quello ne parliamo dopo, è nata tua sorella, vieni a casa!" Dalla sua voce si percepisce tutta la sua felicità, e corro verso casa. " Ma dove vai?" Chiede il mio amico, ancora seduto sull'altalena. "E' nata mia sorella". Dico correndo, ora anche lui mi sta raggiungendo. " Oh cazzo, congratulazioni." raggiungo casa, mamma è sdraiata a letto, con un fagotto tra le braccia. " Si chiama Destiny." Destiny è bellissima, ha già molti capelli e gli occhi chiari, come quelli di mamma. " Papà non è qui?" Chiedo. Mamma sembra che non se l'aspettava questa domanda. " Papà non torna più." Io annuisco, infondo lo sapevo, sapevo che avrebbe fatto così.
Qualche anno dopo.
"Vado da PJ". Dico a mia mamma, che sta dando da mangiare a Destiny, che ormai ha già cinque anni. " Sai che non mi piace dove vive." Dice, per convincermi a non andare da lui. " Glielo hai suggerito tu il posto. E Hell è un tuo amico". Lei si ammutolisce. Hell non abita tanto distante, quindi mi faccio una passeggiata a piedi.
Ho già lavorato per lui, so di cosa si occupa e di quello che ci fa fare, ma ci permette di mantenerci. Pj lo fa per riscattarsi, essendo che lui e suo fratello abitano li senza pagare niente. La scuola la salto quasi sempre, però vado il giusto per non essere bocciato. Mia mamma, mi ha impedito di lasciare la scuola, prima di prendere il diploma. Io non la penso così, tanto non mi prenderanno da nessuna parte neanche con un pezzo di carta tra le mani, e poi un lavoro ce l'ho già da Hell. " Ehi amico." Vedo Pj mentre percorre le scale, per raggiungere il salotto, traballante. " Hai bevuto?" Gli chiedo, anche se è palese dato le sue condizioni. " Un goccino. Sai ieri è andata molto bene. Quella casa ci ha fatto fare molti soldi. Hell mi ha voluto premiare, adesso è su con qualcuna che abbiamo incontrato ieri." Annuisco, gli porgo un bicchiere d'acqua e lo aiuto a stendersi a letto. " Non devi bere più così tanto." Gli dico. Lui ridacchia e si riaddormenta. mentre esco dalla sua camera incrocio hell, con solo i boxer addosso. " Non dovresti farlo bere." Gli dico, lui sembra accorgersi solo adesso della mia presenza, e dopo avermi squadrato mi risponde. " Perchè no? Se lo è meritato. Anche tu te lo sei meritato, ma hai preferito ritornartene a casa." Dice. " Sei il suo tutore, e sai meglio di me, che non regge l'alcol. Inoltre avete lasciato a casa Jonny da solo." Dico, lui sembra spazientirsi e si avvicina a me. " Jonny, non era a casa da solo, Caronte è stato qui tutta la notte. E cazzo non sono neanche miei figli!" Urla. Spero che Jonny e Pj non lo sentano. " Allora perchè gli hai presi con te. Potevi lasciarli marcire in strada." Ribatto io. " Perchè me lo ha chiesto lei, l'ho fatto per lei. Perchè lei non sarebbe sopravvissuta se ci fossero state altre due bocche da sfamare." Dice, questa volta con tono più pacato. " Lei chi?" Chiedo, ma poco dopo tutto diventa nitido, mia madre. Mia madre gli ha chiesto di prendere in affidamento i due ragazzi. " Perchè lei?" Chiedo. Lui mi osserva stando in silenzio. Allora decido di prendere le mie cose e di andarmene. " Perchè lei è diversa dalle altre." Dice. Ma io non voglio sentire più nulla.
Lavorare da hell, porta i suoi frutti. Ormai sono due anni che lavoro da lui, ho diciassette anni e sono riuscito a comprarmi un telefono nuovo e mamma ha comprato una macchina, per andare a fare la spesa in centro, o per portare Destiny dal medico. Quella bambina è fantastica, porta sempre gioia ed allegria, che negli ultimi anni manca sempre di più. Mia mamma ora è più felice, anche se il ricordo di papà la tormenta ogni giorno. Lei non lo ammette mai, ma so che le manca da morire. Destiny è cresciuta senza un padre, le ho fatto io da padre in un certo senso.
Grazie 💛
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L'angelo del mio Inferno
RomanceNella Divina Commedia, Dante ha descritto Lucifero come il mostro dell'Inferno, il mostro che tutti temevano. Io rispecchio il mio nome. Sono cresciuto tra le strade di Milano, non ho mai avuto niente, mai avuto un soldo, finché incontrai Hell. Lui...