Diana's pov
Pj questa mattina é arrivato a scuola euforico, annunciando che sta sera si terrà la festa più bella di sempre; inutile dire che questa cosa la ripete ogni volta che deve convincerci per venire a una festa.« Ci vuoi andare?» mi chiede Dorian, io ripongo il mio libro di italiano nell'armadietto e gli rispondo: « Si, ma se solo verrai anche tu» lui annuisce in segno di risposta. « Noi due dobbiamo parlare» mi dice la mia migliore amica, che mi afferra dal braccio e mi porta lontana dai due ragazzi. « Cos'é questa storia che stai vivendo da Mr. Ladro?» chiede, non mi piace molto l'appellativo che gli ha riservato, ma capisco che é arrabbiata ed é meglio non complicare la situazione. « É una lunga storia» dico io, vorrei parlarle di mio padre, ma non voglio darle ulteriori problemi.
« Abbiamo un sacco di tempo» continua severa, allaccia le sue braccia intorno al petto e mi guarda aspettando una risposta. « Mio padre ha provato più volte a molestarmi, Dorian si é solo trovato nel posto giusto al momento giusto» dico tutto d'un fiato, non sapevo come altro dirglielo e sono arrivata dritta al punto. Lei spalanca gli occhi incredula, ma io annuisco per farle capire che é tutto vero, lei mi abbraccia forte. « Mi dispiace tanto» prova a dire. « anche a me».
« Quindi si é sistemato tra te e Dorian?» mi chiede ignorando il professore che parla senza interruzioni. « Diciamo di sì» sorrido contenta che la situazione sta andando al suo posto. É nata per caso la nostra storia, io ero un po' ubriaca e appena tornata a casa dopo una serata in discoteca, lui era un ladro bellissimo che in quel preciso istante é entrato nella mia stanza, cercando di rubare.
« Sono felice, spero che andrà bene sempre» annuncia tenendomi la mano nella sua. « Non andrà sempre bene, ma spero che riusciremo ad affrontare le difficoltà insieme» sussurro per non farmi sentire dal professore che ci ha già riservato alcune occhiatacce. « Venite sta sera?» chiede ancora lei, io annuisco. « Perfetto ti faccio recapitare a casa del tuo bello, un vestito che dovrai mettere questa sera» dice, ma io la fermo. « Vai tranquilla, metto uno dei miei vestitini» dico, ma lei scuote la testa. « É una serata tema in lungo, non si terrà in discoteca, ma a casa di un certo Lorenzo che ha organizzato una specie di gala» Pj non aveva specificato queste informazioni così importanti. Devo ricordarmi di ammazzarlo. « Okay, allora aspetto il tuo vestito» annuncio, sperando che non mi dia un vestito troppo esagerato o con il tulle.
Dorian anche questo pomeriggio mi ha riaccompagnato a casa sua, quando parcheggia davanti la sua casa, scendo dalla macchina e lo aspetto. « Vai a casa e preparati per sta sera, io ho delle cose da sbrigare» annuisco, oggi non mi ha parlato molto, ma lui é cosí, non é un tipo di molte parole e non le spreca per molte persone. Parla solo se interpellato, il necessario, io invece sono il contrario, amo parlare.
Dopo aver salutato Debora e aver aiutato Des con i compiti di matematica sulle divisioni a due cifre, in colonna, raggiungo la mia camera, o forse dovrei dire la camera di Dorian. Sul letto c'è una scatola di cartone con un nome di una boutique sul fronte. Apro la scatola e vedo un bellissimo vestito acqua marina, aderente e dei tacchi colore nude. Guardo l'orario sul cellulare e vedo che mancano due ore, mi dirigo in bagno dove mi faccio una doccia rigenerante e mi sistemo i capelli facendo qualche boccolo sulla punta. Quando mancano esattamente dieci minuti all'inizio della festa, corro in camera per cambiarmi, ma sul letto trovo Dorian preso a messaggiare sul suo telefono.
« Devo cambiarmi. Puoi andare?» gli chiedo, solo adesso lui alza lo sguardo dal cellulare per posarlo su di me. Percorre con lo sguardo tutto il mio corpo, coperto solo da un asciugamano bianco. « Sei sicura che non vuoi che rimanga?» chiede con un tono malizioso. « Si sono sicura, ora vai» dico, lui dopo aver sbuffato sonoramente esce d'ala camera.
Indosso l'abito e i tacchi, che mi rendono alta qualche centimetro in più, scelgo qualche gioiello dal portagioie e soddisfatta del risultato, decido di raggiungere Dorian al piano di sotto.
Quando scendo l'ultimo gradino mi complimento di non essere caduta con i tacchi, la prima che mi vede é Debora che caccia un urletto che fa spaventare Dorian e che lo porta a raggiungerci. Quando il suo sguardo si posa sulla mia figura é una questione di pochi secondi che ritorna a guardare il suo cellulare. Questa cosa mi infastidisce, ma non posso fare nessuna scenata, in fondo non so neanche io cosa siamo. « Sei una favola» dice Debora, facendomi girare, ci ha raggiunti anche Des che batte le mani, io la sorrido, contenta di tutto l'affetto che mi riservano.
In macchina Dorian é assente, non parla é concentrato sulla strada e basta. « Cosa siamo io e te?» spezzo il silenzio, glielo volevo chiedere già da un po' di giorni. « Siamo amici?» continuo io. « Non siamo amici, te lo avevo già detto» dice riferendosi alla volta in cui glielo avevo chiesto, quando ancora non ci eravamo baciati. « E allora cosa siamo?» chiedo ancora. « Non lo so» risponde lui, lasciandomi in una marea di pensieri contrastanti.
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L'angelo del mio Inferno
RomanceNella Divina Commedia, Dante ha descritto Lucifero come il mostro dell'Inferno, il mostro che tutti temevano. Io rispecchio il mio nome. Sono cresciuto tra le strade di Milano, non ho mai avuto niente, mai avuto un soldo, finché incontrai Hell. Lui...