Diana's pov
Il sapore dolce delle sue labbra è ancora impresso nelle mie. Mi viene spontaneo leccarle, per ricordare quel momento di piacere. Siamo ritornati a Milano, dopo quel bacio non c'è stato tanto imbarazzo, abbiamo parlato e parlato, come se quel gesto fosse naturale.Sono passati due giorni da quel bacio, ma non lo vedo più. Sull'aereo ha preferito rimanere vicino a Des e Jonny e poi mi ha salutato velocemente; mi da l'impressione che quel bacio per lui sia stato solo uno sbaglio. Invece io l'ho trovato magnifico.
Sto aprendo la porta di casa, mi riappaiono tutti quei momenti in cui mio padre ha provato a farmi del male. La porta dove mi ha sbattuto contro, il divano dove ha lanciato la sua giacca e infine in corridoio dove sono scappata. Al telefono si è scusato una sola volta, affermando che ha sbagliato e che le mancava Giulia. Non so perché sono ritornata, qualsiasi persona normale, sarebbe andata via, non sarebbe mai tornata dalla persona che stava per fargli del male, consapevole che potrebbe continuare. Ma io sono qui. Sono qui perché non so dove altro andare; Stef non mi può ospitare, la sua casa non è molto grande e i suoi genitori non mi reputano una buona influenza su sua figlia, in poche parole non mi sopportano. Dorian sembra sempre più distante, non posso chiedergli di andare da lui.
Non ho altri amici. Non so dove altro andare, quindi correrò il rischio.
Spingo la porta della cucina e lo trovi mentre mangia un piatto di pasta al sugo, seduto al tavolo in legno. « Ehi, com'è andata la gita?», chiede. La gita? ora ricordo che ho inventato la prima scusa che mi è venuta in mente, gli ho detto che sarei stata in gita scolastica a Parigi, non potevo di certo dirgli che ho fatto una fuga con un ragazzo, che tra l'altro è un ladro, accompagnati dalla sua famiglia. « Bene», rispondo tardiva, lui si alza dal tavolo e dopo aver riposto le posate nella lavapiatti, si avvicina a me. Io indietreggio spaventata, lui sembra comprendere la mia risposta e fa un passo indietro. « Volevo scusarmi per l'altra sera. Non so cosa mi sia successo», non credo che questa affermazione sia così vera, sembrano le tipiche frasi fatte per rimediare ad un errore, ma io non posso fare altro che perdonarlo. Ho solo lui. La mia famiglia è solo lui.
Mi chiedo spesso se mia madre fosse ancora viva, come sarebbe la mia vita ora? Ovviamente non posso saperlo, ma lo immagino; immagino io e lei mentre chiacchieriamo di tutto, di scuola, di amiche e di ragazzi. Noi due mentre facciamo shopping, oppure quando mi accompagna a scuola.
Certe volte mi viene da pensare che sarebbe stato tutto più facile, se fosse stato mio padre al posto di mia madre. Se lui fosse morto e non lei.
E poi mi vengono i sensi di colpa, che figlia pessima che sono, spero che mio padre fosse morto al posto di mia madre. Una disonorata.
Ma voi non capite, non capite cosa vuol dire vivere con una persona che ti disprezza, che ti insulta ogni volta che ti vede; una persona che dovrebbe amarti ma invece ti fa solo stare male. Una persona che ti ha provato a violentare, un padre che ha provato a violentare la figlia. Un padre che picchia la figlia e la sua compagna. Voi non sapete cosa significa coprire i lividi, scacciare le lacrime quando la tua migliore amica si avvicina a te. Non sapete cosa significa temere e sperare che tuo padre non sia troppo ubriaco per picchiarti, sentire ogni sera i suoi insulti.
"Puttana" , quando mi vesto con una maglia un po' più corta del solito.
" Maledetta" quando non faccio una cosa che mi ha imposto di fare.
" Stronza", quando provo a difendermi.
Voi non sapete cosa si prova ed è meglio così.
Non lo auguro a nessuno di provare quello che provo ogni giorno io.
Il campanello suona e mi risveglia dai miei pensieri. Raggiungo la porta, quando la spalanco vedo il viso pallido di Giulia. « No Giulia, ti prego vai», le dico non permettendole di entrare in casa. Lei è riuscita a scappare quella notte, deve essere libera, non una vittima come me. Ma io non ho scelta, lei invece si.
« Devo farlo D. Ha minacciato tutta la mia famiglia, ha detto che se non fossi tornato da lui, avrebbe ucciso tutti», una lacrima le solca il viso. Mio padre ha rovinato un'altra vita.
« Tesoro vieni, sono contento che sei tornata», giro il volto verso la voce maschile, Giulia mi fa spostare e va verso mio padre che l'attira in un abbraccio. E capisco che la mia e la sua vita sono condannate.
A mio padre non interessa avere una donna al suo fianco. Giulia l'ha tradita una miriade di volte, ma la tiene con se per due motivi precisi. Il primo è il sesso, la usa solo per questo. Lui vuole possedere le persone trattandole come oggetto. Il secondo motivo è l'immagine che da alle altre persone, lui è un uomo influente a lavoro, e avere una donna al suo fianco lo rende ancora più influente.
« Ti aspetto di la, tu intanto preparami qualcosa da mangiare», comanda mio padre alla sua povera compagna. « Dobbiamo trovare una soluzione, proverò a parlargli e a dirgli di lasciarti andare senza fare niente alla tua famiglia», non riuscirò sicuramente a convincerlo, ma lei può sempre scappare, cambiare identità e non farsi trovare mai più.
« No piccola, c'è una cosa che tu non sai. So quello che ti ha fatto tuo padre, quando me ne sono andata. Ero sul pianerottolo and quando ho sentito le
tue urla, sono venuta a controllare, la porta era socchiusa e sono riuscita a vedere. Sapevo che se io me ne fossi andata del tutto, avrebbe fatto a te quello che fa a me. Mi sono informata, sulla tua salute, quando ho scoperto che sei andata per un po' di giorni a Parigi, ti ho reputata tanto furba. Ti sei salvata la vita. Ho preso questi giorni per me, quando sei tornata sono tornata anche io. Non puoi vivere così, ti meriti di essere trattata bene, da un uomo che ti ama, non da un pazzo che vuole stuprarti. » L'abbraccio, è l'unica cosa che posso fare, lei mi ha salvato la vita. Si è sacrificata per me.« Una ragazza così giovane non può avere anche il pensiero che un giorno può essere stuprata da suo padre. Hai bisogno di qualcuno che ti protegga, io sono qui per questo. Sono qui per te.» Non sono sola, io ho Giulia, lei ha me.
« Grazie», le dico. Grazie per avermi salvata.
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L'angelo del mio Inferno
عاطفيةNella Divina Commedia, Dante ha descritto Lucifero come il mostro dell'Inferno, il mostro che tutti temevano. Io rispecchio il mio nome. Sono cresciuto tra le strade di Milano, non ho mai avuto niente, mai avuto un soldo, finché incontrai Hell. Lui...