Diana's povCorro tra i corridoi vuoti della scuola, raggiungo la mia migliore amica in bagno, come richiesto dal messaggio che mi ha mandato poco fa. La trovo mentre si sistema il trucco. " Racconta tutto." Probabilemente passeremo tutta l'ora di matematica qui fuori a chiacchierare, ma poco ci importa.
" Abbiamo parlato per un po', di tutto e di più, della scuola, della famiglia e in fine di cosa farò sta sera." Mi dice, ma io voglio di più. " Tutti i dettagli." La ammonisco, lei annuisci e riprende a parlare. " A scuola va male, balza quasi sempre, ma sta attento a rimanere nelle ore giuste, per non farsi bocciare. Della sua famiglia non mi ha detto molto, sembrava che non volesse dirmi niente in realtà, ma poi mi ha accennato di un fratello più piccolo. Quando il discorso ha preso la via 'famiglia', lui si è irrigidito, l'ho percepito sempre di più. E quindi ho cercato di cambiare discorso, quando ho iniziato a parlare di nuovo della scuola, ha accennato di avere un fratello. Poi mi ha chiesto cosa avrei fatto questa sera, siccome è sabato, io gli ho risposto, che non avrei fatto niente, e lui mi ha invitata ad una festa. So che dirai che non è un vero appuntamento, ma per iniziare va bene così. " Conclude, l'ho ascoltata senza intromettermi. " Sai che non ti ho mai dato giudizi sulle persone con cui ti sei frequentata, sei grande e intelligente, sai cosa devi fare. " Lei annuisce. " E' proprio un bel ragazzo." Dico io, lei sorride annuendo. "Ah, mi stavo dimenticando questa sera verrai anche tu." Ecco la fregatura. Scuoto la testa più volte. " No, no, no." Le dico pregandola di non insistere. " Invece tu vieni, e vieni a prepararti da me. Hai bisogno di un po' di sfogo." Getto la spugna, con lei non si può patteggiare.
"Sei un incanto." Canticchia, girandomi attorno come un piccolo insetto. Devo ammetterlo, Stef si è proprio impegnata, mi ha fatto uno smokey eye, che mi allunga l'occhio e risalta il mio colore azzurro; sulle labbra ha aggiunto un rossetto nude, e un lucidalabbra che le rende ancora più voluminose. Per l'outfit, ho optato per jeans nero, semplice e un corsetto del medesimo colore, che ha uno scollo a cuore." Ora dobbiamo andare." Si infila gli stivali neri, con il tacco, che si abbinano perfettamente con il suo vestitino rosa con i brillantini; i capelli invece sono acconciati in una coda alta. Sono le dieci di sera e fuori non fa molto freddo, c'è giusto un po' di vento, ma si sta bene.
"Uffa è sempre piena." Dice la mia migliore amica, riferendosi alla discoteca. Siamo in fila da ormai mezz'ora, la gente sembra non muoversi mai. E la cosa che mi spaventa di più è il fatto che c'è così tanta gente, così tanta gente che ti spinge mentre balla. Ho sempre preferito stare a casa, guardare un film sotto le coperte, e non avere nessuna preoccupazione tranne che sperare che il film finisca bene. Odio i film che finiscono male, almeno nella fantasia le cose devono andare bene, visto che nella vita reale le cose vanno sempre a catafascio. La fantasia è l'unica cosa che ci porta avanti, che ci da un minimo di speranza; in questo modo noi ci illudiamo, che le cose possano andare come speriamo noi; come sogniamo noi. La realtà è diversa dalla fantasia, la realtà te le sbatte in faccia le cose, la fantasia ci gira in torno, nella realtà le cose possono andare bene o possono andare male, nella fantasia è giusto che le cose vadano bene. Almeno lì le cose devono andare bene.
Serve credere in qualcosa, c'è chi crede nella religione, chi nella famiglia e chi in se stesso; io credo nella fantasia, nell'unico posto in cui io posso decidere come fare andare le cose, anche se so che non è una cosa che in questo mondo può esistere, esiste nella mia mente, nel mio cervello, grazie a questa io sono ancora qui. Perchè nella mia fantasia, mia madre è ancora viva e mi sta abbracciando, è felice e mi sorride mentre mi osserva giocare con le bambole. Perchè almeno nella mia fantasia lei è ancora viva.
" Ehi, andiamo." Mi richiama Stefany, mentre entriamo nel locale. Come mi aspettavo è affollato, depositiamo le giacche e ci rechiamo verso l'interno. Troviamo un divanetto dove ci sediamo. " Ho i piedi distrutti." Si lamenta, mentre cerca di massaggiarseli da sopra lo stivale. " Di già?" Ridacchio. Lei mi ignora e si guarda attorno in cerca di qualcuno. " Non è ancora arrivato?" Scuote la testa in segno di diniego. " Andiamo a ballare." Le dico, le afferro una mano e ci dirigiamo alla pista. Ci sono persone che si scatenano e si divertono, spensierate, mentre bevono il loro drink e si divertono con gli amici.
In lontananza vedo arrivare tre ragazzi e una ragazza, alcuni ragazzi si girano a guardargli, si spostano facendogli passare, come se fossero delle divinità. Solo quando si avvicinano, capisco che due di loro li conosco. Pj sembra averci visto e ci raggiunge, lasciando i suoi amici su un divanetto. Osservo i tre ragazzi, la ragazza è molto bella, ha i capelli lunghi e castani con una frangetta, porta un vestitino rosso che le arriva a metà coscia; affianco a lei c'è un ragazzo che sembra più grande di noi, ha i capelli corti e un po' di barba sul mento, chiacchiera animatamente con la ragazza. Infine c'è lui, Lucifer, che non ha tolto gli occhi da me, da quando è arrivato, non capisco il suo sguardo, percepisco solo un grande calore dal mio corpo. Fondo i miei occhi con i suoi, fino a creare un legame, anche se siamo fisicamente distanti. Decido di porre fine a questo magnifico contatto visivo, e di godermi la serata, mi giro verso la mia migliore amica e la vedo parlare, o meglio urlare, con Pj; lui sembra essere molto interessato a quello che gli sta dicendo. Mi avvicino a loro, anche se odio interromperli. " Ehi." Lo saluto, lui mi sorride. " Ehi pupa.Come stai?" chiede. " Bene. Tu?" Fa un pollice in su, io annuisco. Si stacca un attimo da Stef e approfitto per parlarle. " Come sta andando?" domando. " Benissimo." Sorride entusiasta, mi giro verso Pj e i miei occhi si sbarrano, quando davanti a noi compare anche Lucifer, con il braccio poggiato sulla spalla del suo amico. " Lui è Lucifer, è un tipo a posto." Lo presenta Pj. Un tipo a posto? E' entrato in casa mia due volte! Pj afferra la mano di Stef e si dirigono in centro alla pista. Merda! Ora che faccio? Il ragazzo davanti a me mi osserva, inclinando leggermente il capo. " Non essere così rigida Angelo." Sussurra al mio orecchio, provocandomi una scia di brividi sulla schiena. Lo vedo sorridere, capendo che lo ha fatto apposta. Alzo il mio muro da persona indifferente. " Siete fissati con questi nomignoli." Lui alza le spalle. "I tuoi amici?" Chiedo riferendomi alla ragazza e al ragazzo, lui indica a destra, e appena porto il mio sguardo vedo quei due intenti a limonarsi, ma noto un'altra cosa la ragazza ci sta guardando, o meglio, a me sta fulminando con lo sguardo.
" Seguimi." Faccio come mi dice, anche perchè non saprei che latro fare. Usciamo dalla discoteca e ci fermiamo in un pizzale con qualche macchina, sono così poche che posso contarle sulle dita delle mani. Guardo l'orario sul cellulare e sono solo le due di notte, segno che tutte quelle persone lì dentro, si faranno venire a prendere non molto presto.
Il ragazzo davanti a me si accende una sigaretta, e dopo averne aspirata un po', mi parla. " Cosa ti prende Diana?"
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L'angelo del mio Inferno
RomansaNella Divina Commedia, Dante ha descritto Lucifero come il mostro dell'Inferno, il mostro che tutti temevano. Io rispecchio il mio nome. Sono cresciuto tra le strade di Milano, non ho mai avuto niente, mai avuto un soldo, finché incontrai Hell. Lui...