50. Quando ci guardiamo mentre non ci guardiamo

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Dorian's pov
Pj, é sempre stato, oltre il mio migliore amico, anche il mio manager musicale. É lui quello che organizza gli incontri con i produttori, le serate in cui mi esibisco e cose così. Per questa sera mi ha imposto di ritornare a cantare, mi ha prenotato un posto in una serata in una discoteca del posto. « Non hai scelta» continua a ripetere. « Devi esibirti subito.» Replica freddo, ha preso il suo lavoro seriamente. La discoteca in cui mi esibirò, la conosco, ci sono venuto qualche volta, é un posto tranquillo. « Verrà lei?» chiedo riferendomi a Diana. Mi ricordo ancora quando mi aveva chiesto di cantarle qualcosa, ma ho rifiutato, ora ha l'opportunità per ascoltarmi. « Chiedo a Stef di convincerla», annuisco. Non dovrei aspettarmi che lei venga. Vorrei tanto però che fosse così. Vorrei dirle le cose che non riesco a dirle normalmente.

« Pronto?» mi chiede il mio migliore amico, io annuisco. Lui mi da i vestiti che dovrò mettere questa sera. Una maglia bianca attillata e dei jeans neri semplici. Rientra tutto nel mio stile. Indosso anche la collana con il numero 23, il numero della mia prima canzone. Ma questa sera ne canterò una nuova.

Diana's pov
Stefany mi ha convito ad andare in discoteca questa sera, ieri sera dopo lo show mi sono fermata da lei a dormire, poi sono passata a casa e ho parlato con papà, vuole che io ritorni a casa, sarà così. Raggiungiamo la discoteca, non sono mai venuta in questa, pensavo che saremmo andate in quella dove andiamo di solito. « Stai benissimo D!» annuncia, mi sono messa un vestitino rosa cipria. « Anche tu amica mia » le sorrido. Lei alza il volume in macchina e cantiamo a squarciagola le canzoni di High school musical. Immagino di essere Gabriella e di aspettare il mio Troy che gioca a basket. Dopo pochi minuti entriamo nel locale, é pieno zeppo.
« Perché siamo venute qui?» le chiedo. « Perché no?», non é una risposta da Stef, non si limita mai a dare una risposta vaga o con poche parole.Di solito sfonda le orecchie, con tutto quello che parla. Ignoro il suo comportamento e andiamo verso il bar. Ordiniamo due drink e dopo averli bevuti, raggiungiamo la pista da ballo. « Siete pronti per accogliere un emergente rapper del paese?» urla il dj, un coro s'innalza tra le persone. Stefany mi porta più avanti, fino a finire sotto il palco. « Non sapevo che ci fosse un cantante!» urlo nell'orecchio di Stef, lei alza le spalle con un sorrisetto. Non me la racconta giusta. Sta tramando qualcosa.

« Voglio sentire tutta la voce per Lucifer!» Il mio cuore si ferma per un secondo, quando lo vedo entrare sul palco, prendo un grande respiro.

« Voglio tutte la mani su!» la sua voce la riconoscerei tra mille. Lui porta il suo sguardo su di me e annuncia il titolo della canzone: « Questa canzone si chiama "L'angelo del mio inferno," fuori sta sera su tutte le piattaforme».

La musica parte e dopo circa dieci secondi inizia a cantare. Non leva mai lo sguardo dal mio

«E durante quel falò, eravamo così vicini ma non siamo stati mai così lontani. »
Mi guarda.

« Sono stato stupido a non capire la sua importanza, mentre cantava nella sua stanza. Mentre mi guardava soddisfatta.» La gente intorno a me si muove a ritmo di musica, la gente mi viene addosso, ma io non mi muovo. Sono un completo blocco di cemento, mentre le mie orecchie passano in rassegna tutte le parole che dice. Una ad una.

« Quando mi dissi che mi odiavi, mente mi amavi» Continua, Pj compare affianco a me e mi da una pacca amichevole sulle spalle. «Cel'ha fatta grazie a te» urla al mio orecchio. Io sorrido.

« Quando ci guardiamo mentre non ci guardiamo», ricordo tutti momenti in cui é successo, al falò , per esempio.

« Scusami angelo» termina la sua canzone. Tutti urlano e applaudono, lui guarda me, solo me. Si aspetta una reazione, ma io giro i tacchi e me ne vado. Passo tra i corpi sudati delle persone, la gente mi viene addosso e mi spinge, ma io sono in cerca solo di aria. Quando esco prendo un grande respiro, ho trattenuto il fiato per troppo tempo li dentro.

Mi ha scritto una canzone, l'ha cantata davanti a centinaia di persone e guardava solo me. Ha cantato una canzone per me davanti a mille persone. Poteva guardare chiunque, ma lui ha guardato me. E cavoli, é proprio bella quella canzone. Non l'ho mai sentito cantare prima di sta sera, ha una voce magnifica e si merita di avere tanto successo. Apprezzo il suo gesto, nessuno ha mai fatto neanche un minimo, di quello che ha fatto lui per me. Mi risveglio dai miei pensieri, solo quando il mio taxi si ferma davanti a me. Salgo e mi dirigo verso casa di mio padre, non so più se posso chiamarla casa mia.

Una cosa é certa: non voglio lasciarlo andare, non voglio lasciare andare Dorian che é stata l'unica cosa bella in una marea di cose brutte. É l'onda perfetta per i surfisti, il numero vincente al lotto, la canzone che ti fa diventare famoso.

L'angelo del mio Inferno Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora