13. Il mostro si innamorò di lei

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Lucifer's pov

A volte mi ritrovo a pensare, che rubare non sia una cosa giusta, una cosa bella; ma poi ripenso alla mia famiglia. A mia sorella, l'unica persona per cui farei di tutto. Mia mamma invece è l'unica che lotta per me, e io voglio ricambiare. Devo molto a mia mamma, non si è mai lamentata, e ha sempre lavorato per garantirmi una casa. Ha smesso di lavorare, quando è nata Destiny, e io ho incominciato.

Le cose che ha detto Diana sono vere, rubare porta solo tristezza nelle case, cerco di evitare la parte in cui quando sono all'interno della casa, ho i sensi di colpa. Non ho mai minacciato le persone, e non le ho mai uccise, per qualche gioiello.

Passato.
È una notte di luglio, fuori fa estremamente caldo, anche se sono le tre di notte. Ho il compito di entrare in questa casa lussuosa; devo prendere tutto e scappare, come faccio ogni notte. Un gioco da ragazzi! Come ogni sera entro facilmente dalla finestra, atterro in una camera rosa, con una bambina ancora sveglia che sta leggendo un libro. Alza lo sguardo verso di me, ma poi lo riporta subito al suo libro. È una cosa strana, molto strana. Quindi decido di conversare un po' con lei. Non sembra essere troppo piccola, forse ha solo uno o due anni in meno di me.

«Cosa stai facendo?»Le chiedo, ha una chioma fluente nera, e due occhi azzurri come il cielo. «Sto leggendo un libro troppo bello, da poterlo finire in una sola notte.»È una bambina determinata, mi avvicino a lei, il libro ha circa cinquecento pagine.
«Come s'intitola?»Domando. «Non ha un titolo, l'autrice ha deciso che noi dobbiamo dargli un titolo.»Disse continuando la sua lettura, un po' mi dispiace disturbarla, ma sono troppo curioso. « Che titolo immagini?» Chiedo, lei mi sorride timidamente accentuando la fossetta, sulla guancia destra. «L'angelo del mio Inferno.»Disse. Confuso le chiedo il perché di questa scelta. « C'è un ragazzo tanto bello, ma tanto dannato, è considerato il mostro dell'Inferno; un giorno nelle tenebre arrivó un angelo, un angelo bellissimo, era una ragazza dagli occhi color cielo. Il mostro si innamorò di lei, lei lo riportó in superficie, fuori dalle tenebre, e gli permise di non essere più il mostro che era condannato essere.»Finí di raccontare la storia, e io sempre più ammaliato le sorrisi.

«È bello», le dissi senza neanche averlo letto, ma da quello che mi ha raccontato in poche parole, sembra davvero bello. Lei annuisce. «Non hai paura di me?»Le chiedo. «No, perché dovrei?»Disse, questa cosa mi spiazza, tutti hanno paura di noi, noi incutiamo timore alle persone. «Noi facciamo paura a tutti, rubiamo dalle case.»Dico ovvio, lei rotea gli occhi. «Non mi fai paura. Se fossi cattivo, mi avresti già ammazzata, non saresti seduto con me, a parlare di un libro.«Dice. «Non mi conosci.» Dico io. «È vero, non ti conosco, ma non sei cattivo.»Mi sollevo dal suo letto e raggiungo la finestra, le lancio un'ultima occhiata, ma lei ha già ripreso il suo libro.

Mentre cammino nelle strade buie, ripenso a quanto sono stato stupido. Non dovevo darle alcuna confidenza. Dovevo sola fare il mio lavoro, ma non ho preso neanche un orecchino, e ora cosa dirò a Hell? Potrei andare lì e dirgli: " Ehi, ho incontrato una ragazza, alquanto strana, abbiamo parlato di un libro, e mi sono dimenticato di rubare. Scusa, ma so che sono il tuo preferito, e quindi non mi licenzierai, o peggio ucciderai."

Cazzo, quella ragazzina mi ha rovinato la serata, ma quel libro è proprio bello. E i suoi occhi sono proprio belli.

E tu bambina, sei proprio bella, bella come quel libro.

Presente

Qualche volta mi ricapita pensare a lei. Alla fine Hell, non mi aveva fatto niente, perché Pj aveva combinato un casino, e se l'era presa con lui. Dovrei ringraziarlo. Non mi avrebbe mai licenziato, sa che sono il più bravo, quello che gli porta sempre più oro e soldi. Gli convenivo, e gli convengo ancora. Quindi con me non è mai troppo cattivo, sa che se diventa troppo irritabile, potrei decidere di andarmene, ormai ho messo abbastanza soldi da parte. I soldi però non sono mai abbastanza, e finiscono, quindi dovrò continuare a lavorare e risparmiare.

Oggi fortunatamente dopo tanto tempo, ho la serata libera, non ho lavoro, e Pj è troppo impegnato con la sua nuova fiamma, per stressarmi di andare in discoteca. Raggiunto Destiny, nella sua cameretta. Ha il cerchietto con il fiocco rosso, che le regalai al suo compleanno. « Ehi piccola, cosa fai?» Lei posa a terra il suo gioco e corre verso di me, aggrappandosi alla mia felpa grigia. « Dorian!» Strilla entusiasta, la prendo in braccio e la faccio volteggiare. Non torno spesso a casa, preferisco vivere da Hell, per permettere a mia mamma, di cucinare solo per due persone, e di risparmiare. Se io non ci sono, loro consumano di meno, ed è meglio così. Peró ho fatto abbastanza soldi, per concedermi qualche cena con la mia famiglia. « Come stai piccola?» Lei alza il pollice in su, con un'affermazione positiva. « A che gioco giochiamo?» Sentendo che voglio giocare anche io con lei, mi sorride contenta. Afferra una Barbie e me la porge. « Lei è Maddy.» Dice indicando una Barbie con i capelli lunghi e biondi, e gli occhi azzurri. « Lei come si chiama?» Dico indicando una Barbie, con i capelli lunghi e folti, neri e gli occhi come il cielo. Non è possibile che ripenso a Diana, anche quando gioco con le Barbie.

Ormai è diventata un pensiero fisso, ma ritrovarmela anche nelle Barbie, mi sembra un po' troppo. Destiny alza le spalle. Mi indica per farmi decidere . « Ti piace Diana?» Si ho dato il nome della ragazza che mi tormenta, alla Barbie di mia sorella. Lei annuisce sorridendo. Annuisce molto, per farmi capire che le piace molto.Anche a me piace molto.

Giochiamo interrottamente, sul volto di mia sorella è stampato un sorriso enorme, vorrei che rimanesse sempre così. La sua felicità è anche la mia. Se lei è felice lo sono anche io, siamo una famiglia. E lei è la parte più importante di me .

L'angelo del mio Inferno Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora