Diana's pov
Parigi, la città dell'amore. Ho sempre sognato di venirci con l'amore della mia vita, con la sola persona della quale ero sicura che avremmo passato la vita insieme. Invece sono qui perché sto scappando da mio padre, da un uomo che dovrebbe amarmi come figlia, ma mi odia solo.
Ho deciso che il biglietto lo pagherò io e anche l'albergo, è il minimo che posso fare per la loro cordialità. Dorian mi è entrato dentro in poco tempo, ci conosciamo da solo tre settimane, ma sento che con lui sto al sicuro, mi ha aiutata nel momento in cui avevo bisogno, e questo non me lo dimenticherò.
L'aereo atterra con qualche minuto di ritardo, raggiungo l'uscita dove trovo Pj con un bambino al suo fianco, che agita la mano per farsi vedere. Di Dorian non c'è traccia. « Ehi, com'è andato il volo?» Chiede il biondo. « Tutto bene. Chi è questo bel ragazzo?» Chiedo indicando una copia esatta di Pj solo con qualche anno in meno. « Jonny, sono il migliore amico di Des.» Afferma mentre sorride.
Salgo nelle loro macchina, il mio pensiero va sempre al ragazzo tatuato. « Luc non è potuto venire, in questo momento stanno operando sua sorella, è con sua madre in ospedale.» Pj sembra avermi letto nel pensiero. « Okay, speriamo che vada tutto bene.» Se lo merita, merita di sentire i suoni, di poter comunicare con l'esterno, di sentire le parole dolci che le riserveranno suo fratello e sua mamma, forse anche Jonny.La camera d'albergo non è molto grande, ma è confortabile, c'è un piccolo letto ad una piazza, un piccolo bagno con le cose essenziali e una piccola cassettiera di legno, l'unica stanza che rimaneva libera e quindi l'ho presa. Sto sistemando le mie cose quando bussano alla porta, vado ad aprirla e davanti a me trovo Dorian con ma faccia stremata. « Ciao angelo.» Dice mentre si avvia perlustrando la mia camera, si ferma sul letto e si stende. « Come sta tua sorella?» Domando sperando che sia andato tutto nel verso giusto. « La dimetteranno tra pochi giorni.» Sono le ventidue passate, e lui sembra essere molto stanco. « Vado a farmi una doccia, sono appena arrivata. Tu fai pure quello che vuoi.» Gli sorrido mentre raggiungo il bagno, prendendo tutto ciò che mi occorre. Mi butto sotto il getto caldo, che mi fa rilassare i muscoli. Des, sarà dimessa tra poco, poi dovrà fare alcune visite di controllo, e appena tutto questo sarà finito, ritorneremo alla normalità. Ritornerò a casa mia. Da mio padre.
In queste ore non ho pensato a lui, ho avuto la testa occupata per tanto, che non mi ha permesso di pensare. Peró ho paura, ho tanta paura di rivederlo. Cosa penserà appena mi rivedrà? Mi picchierà ancora?
Mi asciugo le lacrime, anche se sotto la doccia non si vedono, avvolgo il mio corpo in un asciugamano bianco, mi rivesto e lo raggiungo in camera. Appena esco dal bagno sento un leggero russare, lo raggiungo e stando attenta a non svegliarlo mi sdraio affianco a lui, nel piccolo spazio che rimane. Dopo pochi minuti mi addormento.
Una forte luce solare mi picchia in volto, sbatto ripetute volte le palpebre fini a riuscire a focalizzare ciò che mi circonda. Vorrei muovermi, ma c'è qualcosa di duro ad impedirmelo, mi giro verso questa cosa e trovo quello stesso ragazzo che mi aiutata più e più volte. Sorrido alla visione del suo viso beato tra i miei capelli neri. Ha soltanto dei pantaloni della tuta, non indossa la maglietta, cosa che è di mio gradimento, visto che riesco a vedere tutti i suoi addominali scolpiti. Per sbaglio mi muovo leggermente, ma questo movimento lo fa svegliare. Apre i suoi occhi neri e li punta dritto nei miei. Sospiro per quel bellissimo contatto visivo.
« Buongiorno Diana.» Amo il suono del mio nome che esce dalle sue labbra. « Ciao Dorian.» Lui sorride , mentre sposta il suo volto e lo mette tra i miei capelli ispirando il profumo.« Scusa se mi sono addormentato.» Dice mentre indossa la maglia, avrei preferito che non la indossasse affatto. « Non ci sono problemi. Eri stanco e lo ero anche io.» Anche se è stata l'unica notte in cui sono riuscita a dormire bene. « Grazie per tutto.» Dico, rendendomi conto di non averlo ancora ringraziato. « Non è niente.» Invece no, è tantissimo per me.
« Oggi cosa vuoi fare?» Mi domanda raggiungendo la porta. « Visitiamo la città?» Propongo, lui annuisce e dopo avermi detto di farmi trovare pronta tra quindici minuti, esce. Raggiungo l'ingresso dove trovo Pj, Jonny e una donna molto bella, ha gli occhi neri e i capelli rossicci. Mi avvicino a loro un po' in imbarazzo. « Oh cara. Io sono Debora è un piacere.» Le stringo la mano e le sorriso. « Io sono Diana. Grazie per avermi ospitata.»
La prima tappa è il Louvre. «Vediamo cosa ci offre il Lords» afferma Pj, mentre tiene con una mano sui fratello. « Louvre» lo corregge Dorian. « Che?» Ribatte l'altro, che mi fa emettere una risatina, che comporta un' occhiata da Dorian. Io alzo le spalle in segno " Che ci posso fare". « Hai sbagliato si chiama Louvre. Tu hai detto Lords.» Cerca di spiegargli il moro. « Vabbè sempre a mettere il dito nella piaga eh .» Lo prende in giro il suo migliore amico. « Va bene non parlo più.» Alza le mani in segno di arresa. « Quei due ieri hanno fatto i cattivi, hanno fatto le cose zozze.» L'acqua che stavo bevendo mi va si traverso, facendomi tossire. Lancio un'occhiata omicida a Pj, che sta parlando con Jonny. « Non dire cazzate .» Dice Dorian. « Se avete fatto sesso, va bene. Anzi avete fatto bene.» Dice sorridente. In tutto ciò suo fratello sta ascoltando, passando il suo sguardo da me al suo amico. « Non abbiamo fatto niente. E poi non dire queste cosa davanti a tuo fratello.» Dico sperando che si dimenticherà presto di questa conversazione. « È abituato. Mi dispiace che non abbiate fatto sesso.» Ripete sempre più convinto. O mio Dio, come farò a sopportarlo ancora per una settimana?
« Come sta Stefany?» Pj si avvicina a me, mentre percorriamo le grandi gallerie del museo. « Bene, perché lo chiedi a me, potresti chiederlo a lei?» Lui si ferma davanti alla Gioconda, porta il capo a destra e osserva il dipinto. « Ecco prima che partissi, abbiamo avuto una piccola litigata.» Sembra essere dispiaciuto. « Non so cosa è successo, ma scrivile le farà sicuramente piacere. Fidati, alle ragazze piace essere cercate.» Lui annuisce e afferra subito il telefono, vedo che digita qualcosa e poi mi abbraccia. « Scusa se prima ti ho messo in imbarazzo, ma se lo fate poi mi racconti tutto e magari fai anche una fotina post piacere. Per ricordare il momento fantastico.» Le mie guance si tingono di un rosso scuro, lo ammetto, ho pensato qualche volta a io e Dorian in quel contesto, ma non so se possa succedere veramente. Pj si allontana da me, facendomi l'occhiolino.
Penso che lo ucciderò.
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L'angelo del mio Inferno
RomanceNella Divina Commedia, Dante ha descritto Lucifero come il mostro dell'Inferno, il mostro che tutti temevano. Io rispecchio il mio nome. Sono cresciuto tra le strade di Milano, non ho mai avuto niente, mai avuto un soldo, finché incontrai Hell. Lui...