61. Non più

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Dorian's pov
Il suo sorriso é la cosa più bella che mi potesse capitare. Ogni volta che sorride mi soffermo su quelle labbra rosee che si flettono in una smorfia per me. I suoi occhi si illuminano e la sua risata é contagiosa. Amo farle questo effetto. Ogni giorno capisco che non me la merito, ma non rifarò mai più gli errori che ho fatto anni fa. Non mi priverò mai più della mia felicità e farò di tutto per donargliene il doppio a lei. Perchè lei si merita il mondo, si merita di sorridere e di essere felice ogni giorno della sua vita. I giorni tristi sono oramai finiti. Io farò di tutto per donarle altri mille giorni felici.

In questo preciso istante ci troviamo nella nostra camera da letto, lei nuda di fianco a me mentre dorme beatamente, con una mano sul viso. Mi alzo delicatamente e la copro con il lenzuolo. « Che fai?» mi chiede con la voce impastata dal sonno. « Shh, dormi. Vado a prendere la colazione», mi dirigo alla cucina del residence e ordino due porzioni di crêpes alla nutella, con fragole e banane. Ritorno in camera e mi accorgo che lei si é gia rivestita, sbuffo e mo siedo accanto a lei. « Per cosa hai sbuffato prima?» mi chiede mentre le si illuminano gli occhi vedendo le crêpes. « Avrei preferito trovarti nuda», ammetto, lei sogghigna. « Magari dopo», dice alzando le spalle. Addenta un pezzo di crêpes, fino a finirai tutta. « Grazie» dice con la bocca piena, le sorrido dolcemente e l'attiro a me, la sua testa é sul mio petto, mentre le accarezzo i capelli morbidi.

« Sei impazzito per caso?» urlacchia mentre guarda il cassetto di costumi che le ho accidentalmente svuotato, lasciandole solo due costumi che coprono abbastanza il corpo. « No, per niente» dico sorridendo alla sua reazione. Lei sale sul letto dove sono sdraiato e mi tira una sberla sul braccio.
« Perchè hai tolto tutti i miei costumi?» chiede.          « Non si possono definire costumi quei fili di stoffa», affermo. « Mi fai impazzire!» esclama esasperata. Afferro il suo corpo e la faccio sedere a cavalcioni sopra di me. Forse é una pessima idea, perché il mio uccello pulsa sempre di più. Inizio a baciarle un seno e poi l'altro, creando un tormento di baci. Infilo una mano sotto le sue mutandine e le accarezzo la sua intimità, entro con due dita facendo movimenti sconnessi. Lei si avvicina al mio orecchio e inizia a gemere. Porta la sua mano sul mio uccello e inizia a fare dei movimenti. Quando sto per venire, smette e si rialza da me, lasciandomi con un erezione.               « Cazzo», esclamo, lei mi sorride soddisfatta. « Te lo sei meritato», si gira lasciandomi la visione del suo sedere sodo e afferra un costume da una busta. Una busta? Io non ho controllato li quando le ho nascosto i costumi. Appena lo indossa vedo che é esattamente come tutti gli altri che le ho nascosto. « Saranno lacrime tue, non mie amore» dice con un ghigno beffardo sul volto.

Ho pregato che non le guardassero il culo, non ho voglia di sporcarmi le mani anche oggi, ma a quando pare un cazzone mi sta facendo girare i coglioni. Diana é in piedi mentre si sta mettendo la crema solare un ragazzo vicino a noi, la sta guardando un po' troppo. Da quando siamo arrivati qui, la stava già guardando, non ha mai tolto gli occhi dal suo corpo. Mi alzo di scatto e raggiungo la mia ragazza, l'abbraccio da dietro e le spargo la crema solare. La bacio con trasporto e finalmente quel coglione non la sta più guardando. « Te l'ho detto che mi farà morire questo costume» le sussurro all'orecchio.

Mi trascina in acqua con se. Ci immergiamo nell'acqua cristallina, si riesce a vedere la sabbia, anche se non sismo più a riva. Ci siamo allontanati un po', ma non troppo. Qui é tranquillo, possiamo essere finalmente noi due. Lei si sdraia a pancia in su, replicando la posizione della stella marina. Guarda le nuvole nel cielo, io mi metto nella sua stessa posizione. « Che forma vedi nella nuvola a destra di fianco a quella che assomiglia al gelato?» le chiedo, da bambino non ho mai fatto questo gioco, in realtà non ho mai fatto un gioco, mi sono ritrovato a crescere troppo in fretta, per permettermi di giocare con i miei amici, come un bambino normale. Ero troppo occupato ad occuparmi di mia sorella ogni pomeriggio, per uscire a guardare le nuvole con Pj. Poi anche lui si é ritrovato nella mia stessa situazione e ci siamo avvicinati sempre di più, l'ho veniva con Jonny a casa mia e accudivamo insieme i nostri fratelli. « Sicuramente un canguro», dice Diana. « No é uno scoiattolo» replico io, lei mi guarda intensamente e poi mi schizza. « É un canguro» dice restia. Meglio non andarle contro.

L'attiro a me, lei allaccia le sue gambe sulla mia schiena, per tenersi a galla. « Baciami» mi dice.
« Se lo facessi non riuscirei più a smettere» ammetto io, mentre le accarezzo le natiche. « Non devi smettere. Non più ormai» allora la bacio. Le nostre lingue si rincorrono e si intrecciano dandoci un piacere unico. Siamo solo io e lei nell'oceano. Nessuno che ci dice cosa dobbiamo fare. Nessuna preoccupazione. Nessuna paura. Solo io e la donna che amo. Solo io e il mio futuro. Perchè lei é il mio presente e il mio futuro, non immagino un futuro senza lei al mio fianco.

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