Diana's pov
Abbiamo già cenato, anche se sono solo le 20 in punto, Des è stanca dalla lunga camminata di oggi, e di certo Jonny non la vuole lasciare da sola. « Andate a fare un giro voi due» ci propone Debora, mentre accompagna Des e Jonny in camera. « Magari Montmartre, non lo abbiamo ancora visitato» conclude, decidendo la destinazione in cui dovremmo fare il nostro giro. Quando il professore, a scuola, spiegava Parigi, sono stata abbastanza attenta, parlava di Montmartre, il quartiere degli innamorati, noto anche per la Basilica del Sacro Cuore, rappresenta molti stili di vita di artisti, scrittori e musicisti.« Okay, poi ti manderemo le foto. Buona notte mamma», conclude il ragazzo al mio fianco. « Vado un attimo a cambiarmi e poi andiamo» gli comunico entrando nella mia stanza e, per sbaglio, sbattendogli la porta in faccia. Non abbiamo ancora chiarito dopo la nostra litigata, se così si può definire.
Indosso dei jeans blu, comodi e una felpa rosa con una scritta sul davanti. Infilo le mie Nike e dopo aver fatto una veloce tappa in bagno esco dalla camera. Lo trovo mentre fuma una sigaretta nel corridoio. « Ma sei pazzo, farai scattare l'allarme antincendio» borbotto, al suo fianco c'è un cartello con la scritta " Vietato fumare" scritta a caratteri cubitali.
« Non ti preoccupare, andiamo», invece io mi preoccupo, potrebbe causare paure e casini soprattutto se ci sono dei bambini. Fuori dall'hotel prenotiamo un taxi e aspettiamo il suo arrivo seduti su una panchina. « Hai sentito tuo padre?» non me la aspettavo questa domanda, tant'è aspetto qualche secondo prima di rispondere. « Si», ammetto,la mattina stessa mi ha chiamata chiedendomi dove fossi, io gli risposi soltanto che ero andata a Parigi con Stef, per una gita scolastica.
« Cos'ha detto?» sembra che gli interessi davvero e mi farebbe bene confessarmi con qualcuno. « Gli ho detto che andavo in gita scolastica, lui mi ha risposto che andava bene e basta.» Non mi è mai importato avere un grande rapporto con mio padre, mi ha sempre trattata come una stupida, io sto bene anche da sola; l'ho imparato con il tempo, sto bene da sola, perché so che non mi tradirò mai, che sono l'unica persona che mi conosce realmente. L'unica persona di cui mi fido al cento per cento. Sto bene solo con me stessa.
« Ti fa stare male?» Chiede, non è invasivo, ma mi fa capire che ci tiene un po' a me.« Prima si, ora ho imparato a fregarmene » rispondo, da piccola ci ho sofferto di più, non avevo più una mamma, l'unica figura di riferimento era lui, ma mi ha voltato le spalle più e più volte. « È dura quando si è da soli, ma forse siamo più al sicuro da soli che con questi tipi di persone» afferma, non so bene la sua storia, abbiamo parlato spesso in questo tempo, però mai della sua storia, del suo passato. « Cosa intendi?», chiedo io. « Mio padre mi ha abbandonato, ci ha abbandonato, ha abbandonato me, mia mamma e Des, non ci ha mai dato un soldo. Mia mamma doveva fare sempre i doppi turni, ero tutti i giorni a casa da solo, solo con Des, ma lei era piccolissima e io la dovevo proteggere» racconta, incrocia le gambe, ma poi le ristende con fare nervoso.
« Ho iniziato a cantare quando avevo quindici anni, la mia prima canzone l'ho scritta per una ragazza, una ragazza che avevo incontrato una notte, ero entrato in casa sua, lei non aveva paura di me, anzi si era messa a parlare con me. Era bella, molto bella. Le ho dedicato la mia prima canzone.Non so il perché, probabilmente mi ha ispirato.» Confessa, non mi aveva mai accennato della sua passione per la musica. « Non mi avevi mai detto, che fai musica.»
« Soprattutto trap, ho scritto solo questa canzone. L'ho cantata qualche volta in un locale a Milano, ma non sono mai diventato conosciuto, ma va bene così, facevo musica perché mi ha permesso di distrarmi da tutta quella merda», alza le spalle come se non fosse niente. « Non la fai più?» chiedo riferendomi alla musica. « Non ho più l'ispirazione» con le mani si sistema i capelli corti. « Peccato» mi ritrovo a commentare. « Qual'è il titolo?» chiedo. « Twentythree» risponde, prendo il telefono e inserisco il titolo su YouTube, ma non mi da nessun risultato. « Non l'ho mai pubblicata» risponde, mentre si accende una sigaretta. « Perché l'hai chiamata ventitré?» chiedo ancora più curiosa. « Perché alle ventitré di quella notte, ho lasciato la sua camera per sempre» spiega brevemente, il suo tono di voce non cambia. Non penso che si sia innamorato di lei, ma sono certa che qualcosa è stato smosso in lui. Quella ragazza gli ha fatto provare qualcosa.
« Me la farai ascoltare un giorno?» Lo guardo negli occhi, lui fa lo stesso e dopo aver accennato un sorriso che manderebbe tutte le ragazze, compresa me, dritte in paradiso. « Forse si», la prendo come una bella risposta, avrebbe potuto rispondermi molto peggio.
« Qual'è il tuo film preferito?» si ritrova a chiedermi, il taxi non è ancora arrivato, forse non arriverà mai, perciò stiamo camminando per le strade di Parigi, per raggiungere la collina di Montmartre. « Non dirmi le Pagine della nostra vita, per favore», commenta, io sbuffo. « Le Pagine della nostra Vita è bellissimo, il loro amore va oltre ogni pregiudizio, inoltre è un amore vero e puro. Ma no, non è il mio film preferito, in realtà ho due film preferiti», dico. « Sentiamo», continua lui, mi piace molto il fatto che lui si interessa delle cose che mi piacciono.
« Sono due film che vedevo quando ero più piccola, li guardavo sempre su Disneychannel; Il primo si chiama " Cloud 9" con Dove Cameron, lei è una ragazza ricca, da tutti considerata figlia di papà, campionessa di snowboard, un giorno con il suo fidanzato e altri due amici della sua squadra, finiscono per rompere la slitta di questo ragazzo, per ripagare il danno lei è obbligata a lavorare con questo ragazzo, nel suo negozio di cani, anche lui praticava snowboard però per un incidente, si è ritirato.» Concludo con il primo film. « Lei era sicuramente una viziata, lui un povero ragazzo a cui il destino ha giocato un brutto scherzo; ora passiamo al secondo», commenta lui.
« Il secondo è " Starstruck " Lui è un cantante famoso, lei una semplice ragazza, però la sorella di lei è ossessionata da questo cantante e la obbliga ad accompagnarla ad un suo concerto, promettendole che sarebbe potuta rimanere in macchina. Peró lei si stancò di rimanere in macchina e camminò a zonzo, finché fu colpita da una porta, che stava aprendo il cantante, da lì lui cercò di occuparsi di lei, anche se lei si opponeva.» È stato uno dei primi film enemies to lovers che guardai, tuttora ogni mese riguardo questi film.
« Te li farò vedere prima o poi», gli dico.
« Se mi permettono di passare più tempo con te, va bene», ribatte lui. Questa confessione mi fa rimanere spiazzata.
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L'angelo del mio Inferno
RomanceNella Divina Commedia, Dante ha descritto Lucifero come il mostro dell'Inferno, il mostro che tutti temevano. Io rispecchio il mio nome. Sono cresciuto tra le strade di Milano, non ho mai avuto niente, mai avuto un soldo, finché incontrai Hell. Lui...