Diana's pov
Verona di notte è magica, ma non riusciamo ad osservarla bene perché Dorian mi incita a muovermi, ha detto che ha una sorpresa. Quindi lo seguo per le strade della città illuminate solo da lampioni e qualche lucina sparsa qua e là. Mi afferra la mano e quando siamo dianzi l'hotel mi carica in macchina, noto che ci sono le nostre valigie e che stiamo andando in direzione dell'aeroporto. Ci imbarchiamo in un volo notturno e finalmente vedo la destinazione.Parigi.
I ricordi di quelle settimane a Parigi mi riaffiorano, il nostro primo bacio, la prima notte in cui abbiamo
dormito insieme e le tante risate che ci siamo riservati. Le confessioni che ci siamo fatti e i segreti rivelati. In quella gita ci siamo sempre più avvicinati, é stata una parte fondamentale della nostra storia.
« Sai, prima di incontrarti non ho mai viaggiato in aereo, ora che ci penso, ogni vinta che ho volato l'ho fatto con te al mio fianco», dice io appoggio la mia testa sulla sua spalla e prendo la sua mano nella mia.Il viaggio non é stato lungo, ma sono quasi ventiquattro ore che non dormo, quindi appena arriviamo non facciamo neanche in tempi di osservare la città in piena notte, che siamo già in hotel a dormire. Mi sveglio che ormai é pieno giorno, guardo la luce forte del sole, che entra dalla finestra e rimango un po' a letto. Dorian non c'è, guardo la sua parte del letto sfatta, tocco le coperte ma non sono calde, segno che é sveglio da un po'. Lo raggiungo in cucina, ho indosso solo la biancheria intima e anche lui, visto che riesco a intravedere il suo addome nudo da dietro il bancone della cucina. Invece mi sbagliavo, indossa dei pantaloni della tuta grigia, che fanno vedere la V dell'inguine. « Buongiorno», richiamo la sua attenzione, lui si volta verso di me e dopo avermi salutata mi lascia un bacio in fronte. « Cosa vuoi fare oggi?» mi chiede, ho già visitato due anni fa tutta la città, e i suoi musei. « Andiamo a fare un giro per i vicoli», gli dico lui annuisce e mentre va verso la nostra camera mi lascia una pacca sulla chiappa destra, poso una mano sopra per il dolore. « Cretino», ridacchio e lui insieme a me.
Oggi il cielo non é limpido, c'è una grande distesa di nuvole che oscurano il sole, ma non fa tanto freddo, quindi ho deciso di mettere un vestito lungo che fascia il mio copro. Camminiamo per i vicoli finché raggiungiamo un bar, ci sediamo e ordiamo dei croissant, la cameriera che prende la nostra ordinazione ha occhi solo per Dorian, non mi ha neanche guardata in faccia mente ordinavo, perché era troppo occupata a guardare lui. Irritata perché sta facendo delle battute pessime, sul fatto che non é un problema se non sappiamo il francese, decido di prendere la mano del mio fidanzato e di lasciarla sopra il mio tavolo, lui mi sorride, ha capito la mia intenzione. Lei da un'occhiata alle nostre mani intrecciate e se ne va con le nostre ordinazioni.
« Hai visto come ti guardava quella? Non aveva un minimo di pudore!» urlacchio, il mio fidanzato ridacchia, ma io non trovo nulla di divertente. « Non stava facendo niente» dice lui, la cosa mi fa ancora più infuriare.« Nom stava facendo niente? Se aspettavi due minuti si sarebbe sbottonata la camicia, usando come scusa che fa troppo caldo; inoltre ti avrebbe lasciato un bigliettino con il suo numero. Ma ti rendi conto che non mi ha neanche notata? Non ci vuole chissà che per capire che sono la tua fidanzata! » sbotto, lui accarezza la mia mano per calmarmi, il che funziona. « Non avrei accettato», dice. « Ti conviene», rispondo seria.
Il resto del pomeriggio lo passiamo a passeggiare per la città, facendoci spazio tra i turisti ammassati davanti il Louvre e alla Tour Eiffel. La cena la facciamo in un piccolo bistro vicino a Mont Martre. Finito di cenare ci dirigiamo verso questi quartiere e camminiamo, finché mi accorgo del posto in cui mi ha portata. Siamo davanti al muro dei " Ti amo", i ricordi in questo posto sono magnifici. Qui c'è stato il nostro primo passo, qui ho capito che tra me
e lui ci sarebbe stato qualcosa, all'ora non sapevo che sarebbe finita così. Mi sembra ancora di vedere Diana e Dorian di due anni fa, due ragazzi di diciannove anni che avevano tanta paura, ma tanta voglia di stare insieme, che non sapevano cosa fare. Ricordo quante volte ci siamo lasciati , quando tempi abbiamo passato distanti, perché avevamo paura di amare, di quello che sarebbe stato il nostro rapporto. Ma ricordo anche i momenti passati insieme, le notti nelle quali dormivamo abbracciati. Ora posso dire che ce l'abbiamo fatta. Siamo cresciuti insieme in questi due anni e siamo riusciti a sconfiggere la paura di amare.« Baciami come la prima volta. Baciami come hai fatto due anni fa in questo posto», gli chiedo, lui non se lo fa ripeter e mi ritrovo sbattuta contro il muro.
« Ti amo in tutte le lingue del mondo angelo», mi dice il mio fidanzato dopo il nostro bacio. « Ti ho sempre amato, anche quando ci eravamo persi», continua lui. Ci sediamo su una panchina di fronte al muro, le mie gambe sono sopra le sue cosce e insieme osserviamo il muro. Pian piano mi apre leggermente le cosce e intrufola una mano all'interno. Tocca la mia pelle che diventa sempre più ardente, lascia una scia con
la sua mano, fino ad arrivare al mio punto sensibile, stuzzica il mio clitoride, da sopra le mutandine, ma subito dopo le leva con un gesto brusco e le infila nella tasca della sua giacca. Ripercorre il percorso tra le mie cosce e arriva nella mia intimità. Un ansimo esce dalla mia bocca e lui si decide ad entrare con due dita, procurandomi del piacere.Ritorniamo verso l'hotel mano nella mano mentre osserviamo la città di notte. Parigi il nostro piccolo rifugio d'amore.
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L'angelo del mio Inferno
RomansaNella Divina Commedia, Dante ha descritto Lucifero come il mostro dell'Inferno, il mostro che tutti temevano. Io rispecchio il mio nome. Sono cresciuto tra le strade di Milano, non ho mai avuto niente, mai avuto un soldo, finché incontrai Hell. Lui...