3.Selva oscura

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Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
ché la diritta via era smarrita.

Inferno Canto I

Passato.

Sta iniziando a piovere, le nuvole si avvicinano sempre più velocemente, spinte dal vento. Afferro il pallone malandato e raggiungo Lucifer. " Tra poco ne verrà giù tanta." Indica le goccioline che cadono liberamente dal cielo. Annuisco e ci dirigiamo verso casa mia, mamma e papà dovrebbero essere a casa a quest'ora. Mamma non vuole che un bambino di otto anni stia in giro fino a tardi da solo, invece papà vuole che io torni a casa ad aiutare la mamma con Jonny, il mio fratellino di appena un anno. Si sente molto vociferare da queste parti, cosa che solitamente non succede mai, di solito tutti si fanno gli affari propri, non è un quartiere dove si può fare la spia, se no vieni ucciso.

" Cosa sta succedendo?" Dico, vedendo un ammasso di persone che circondano la mia casa. Io e Luc, ci facciamo spazio tra queste, e appena riesco a vedere qualcosa, mi blocco. Mamma e papà sono a terra, circondati da una pozza di sangue. Mi avvicino sempre di più a loro, le mie gambe si stanno muovendo da sole, vorrei che smettessero ma non riesco a farle fermare. Lucifer mi afferra un braccio e mi trascina indietro. Le palpebre fanno male, sono così sbarrate che non riesco a chiuderle. Ed eccola la lacrima salata che percorre lenta ed estenuante il mio viso.

" Sei loro figlio?" Davanti a me si presenta un signore vestito di blu e nero, con una pistola nella cintura. Un bastardo della polizia. Non rispondo, ma lui continua a chiedermelo. " Ma non lo vede che è scioccato. Abbia un po' di rispetto." Mi difende Luc, che non ha mai tolto la sua mano dal mio braccio, come se mi volesse far capire, che lui sarà sempre qui con me. " Non parlare di rispetto moccioso, che non sai neanche cosa sia." Il bambino al mio fianco gli sorride beffardo e gli da una spallata, poi insieme raggiungiamo una signora, con in braccio Jonny.

" Puoi spiegarci cos'è successo?" Chiede il mio amico. La signora si asciuga distrattamente le lacrime e poi inizia con la sua storia. " Sono entrati questo pomeriggio, i tuoi genitori erano entrambi a casa, hanno minacciato tua mamma, di dargli qualcosa, la polizia sta indagando su questo; poi ho sentito delle urla e degli spari, ho chiamato la polizia , ma sai bene che in questi quartieri la polizia ci impiega un po' ad arrivare, sai non siamo la loro priorità. Appena se ne andarono, decisi di entrare in casa e gli ho visti sul pavimento. E..." La signora ha ricominciato a piangere, ora che la osservo bene, l'ho già vista un paio di volte. Abita qui vicino. " Fortuna che tu non eri a casa, e che non hanno toccato il frugoletto." Annuisco. Faccio per entrare in casa, ma Luc mi richiama. " Ehi, prendi le tue cose e quelle di Jonny, un po' di provviste e vieni a stare da me." Mi dice. Io ritorno indietro, verso di lui, e lo attiro tra le mie braccia. " Mi dispiace molto PJ". Mi dice il mio migliore amico. " Grazie".

Entro in casa, e incomincio a raccattare i miei vestiti. La casa è sottosopra, vestiti in giro, piatti rotti e sangue, tanto sangue. Ho solo dieci minuti di tempo per prendere tutto ciò che mi occorre, poi arriverà la polizia e chiuderà casa mia. Jonny è con Luc, io di lui mi fido cecamente, potrei affidargli la mia stessa vita.

Arriviamo a casa sua. Sua mamma Debora, inizia ad abbracciarmi e stringermi forte per donarmi un po' di famiglia che ormai ho perso. Mi ha riempito il piatto, togliendosene un po' dal suo. Ha accudito Jonny, che adesso sta dormendo nella stessa culla con destiny, la sorella del mio amico. " Sarai molto stanco. Ti ho preparato un lettino, vicino a quello di mio figlio." La ringrazio e silenziosamente percorriamo le scale, fino alla sua camera. Debora è rimasta giù a pulire.

" Cosa pensi che farò adesso? Devo pensare anche a Jonny". Dico, sperando che Luc non si sia ancora addormentato. In realtà, non mi ricordo da quando l'ho iniziato a chiamare Lucifer, ma da allora lo chiamo sempre così. " Il domani è incerto, può accadere di tutto, l'unica cosa certa è il passato e parte del presente. Vivi il presente, con quello che ti trovi. Non sempre andrà male." Mi dice, con la voce impastata dal sonno. " Sei saggio." dico io. Lui ridacchia e si posiziona a pancia in giù sul letto. " Non pensare. Prima o poi ti uccideranno i tuoi pensieri."

Lucifer dorme come un sasso. In casa non ci sono rumori. Ma i miei pensieri ne fanno tanti. Non ho seguito il suo consiglio. Cosa stavano cercando, da una famiglia così povera come la mia? Perchè proprio noi, e non una casa lussuosa in centro? Perchè uccidere?

Le domande sono molte, ma le risposte sono sempre poche. I sensi di colpa sono sempre più fitti in me. Dovevo essere lì con loro. Dovevo passere quello che hanno passato loro. Dovevo morire con loro. Io mi sono salvato perchè sono un bambino che vive in strada, se fossi stato a casa probabilmente sarei morto con loro.





Sono passate due settimane dalla morte dei miei genitori, Debora non si lamenta di sfamare altre due bocche, ma io conosco questa vita. Non riuscirà ad arrivare a fine mese, se io e jonny rimarremo ancora qui. E come se mi avesse letto nel pensiero, Debora entra con un uomo alle sue spalle. " Ciao ragazzi. Lui è un mio amico. Aiuterà PJ e Jonny, vi darà una casa. Non preoccupatevi vi tratterà bene. " Dice. L'uomo annuisce distrattamente mentre osserva il cellulare. Non sembra essere molto fidato, ma è la mia unica possibilità. E la mia priorità ora è Jonny. " Scusa tanto PJ. Non riusciamo a sopravvivere in cinque." Ora si rivolge solo a me. Io scrollo le spalle e seguo quell'uomo fuori da casa. " Ci vediamo dopo Luc." Gli dico. Lui mi sorride. Prima di chiudere la porta del tutto, mi fermo a parlare con Debora. " Grazie. Grazie di tutto. Hai fatto molto per noi. Ti ripagherò prima o poi."


Presente.

Appena ebbi il mio primo stipendio, glielo diedi tutto a Debora. Se lo meritava, ci ha salvati in un momento difficile.


Spazio autrice.
Ecco svelato un altro nome.
Grazie💛

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