53. Finalmente in paradiso

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Diana's pov
Due anni dopo

Il suo braccio preme sul mio ventre, lo guardo dormire beatamente, con solo un lenzuolo che copre il suo corpo nudo. Osservo i suoi tatuaggi, ultimamente se n'è fatto alcuni nuovi. Il mio preferito è la scritta sul petto a sinistra, proprio sul cuore. Ha inciso la nostra storia. Sul suo cuore ha inciso la scritta " L'angelo del mio inferno", con sotto la sigla " FIP" che starebbe per: " Finalmente In Paradiso".

Ogni volta che incrocio i suoi occhi mi perdo in quelle iridi scure, delle quali mi sono innamorata. Ogni volta che le guardo mi innamoro sempre di più, fino a donargli tutto il mio cuore.

« Angelo», mi richiama, io lo guardo e nel suo sguardo vedo tutto il desiderio. In poco tempo sono sopra di lui e mi perdo nel suo copro ancora una volta.

Ci siamo trasferiti un anno fa, abbiamo trovato un appartamento in centro a Milano, nello stesso palazzo vivono anche Des, Jonny, Debora e Hell. Stefany e Pj si sono trasferiti poco tempo fa. Dopo la notte , di due anni fa, dove ci siamo confessati il nostro amore, non ci siamo più lasciati. Ho parlato con mio padre, l'ho perdonato ho capito che vivere con il rancore non è vivere bene. Lui ha sbagliato tanto, l'ha capito io l'ho perdonato, ma non ho dimenticato, qualche volta ci sentiamo, ma non lo vado più a trovare.

Dorian è diventato sempre più conosciuto, ha fatto uscire il suo primo album " Angelo". Fa spesso concerti e lo richiedono in molti. Lui è felice, finalmente è felice.

« Sei l'angelo del mio inferno», questa frase mi fa ricordare di un bambino, che tanti anni fa era entrato in casa mia, voleva rubare ma alla fine abbiamo parlato. « Eri tu», dico ora ricordo le iridi del bambino, sono uguali a quelle del ragazzo che mi ha rubato il cuore. « Alle ventitré sono uscito dalla tua camera angelo», ricordo ancora i suoi occhi, pieni di terrore, ma allo stesso tempo determinazione. C'era qualcosa che lo tormentava, la stessa cosa che aveva quando l'ho conosciuto, quando dopo anni è rientrato nella mia stanza e ci siamo guardati negli occhi.

« Esco con Stef, ci vediamo sta sera», gli lascio un bacio a fior di labbra, ma lui vuole di più, imprime le sue labbra con le mie facendo danzare le nostre lingue.

Dorian's pov
Ho trovato finalmente la mia felicità, qualche anno fa non ci avrei creduto, pensavo che sarei rimasto ancora a lavorare da Hell, che non avrei più amato, ma poi ho incontrato lei. Lei mi ha riaperto il cuore che era chiuso con un lucchetto, lei è riuscita ad entrarci e a colmare tutti i vuoti. Lei mi ha aggiustato il cuore. Solo lei ha il mio cuore.

Il campanello suona, Diana è uscita solo da poco, probabilmente ha dimenticato qualcosa. Vado ad aprire e il mio cuore si ferma quando incontro i suoi occhi. I miei stessi occhi.

Mio padre è alla mia porta.

Ha un accenno di barba e i capelli ben curati, dei vestiti puliti e delle spalle forti, come le mie. Non lo vedo da anni, ma non è cambiato tanto, ha soltanto dei vestiti costosi addosso, si è fatto una nuova vita.

« Cosa vuoi?» sputo, non facendolo entrare, ma lui mi sposta ed entra in casa. Si siede sul divano e mi invita a fare lo stesso. « Parla», dico andando al punto. « Non si tratta così tuo padre» dice lui. « Non sei mio padre, non più. Non lo sei mai stato», affermo lui non risponde. « È bella la tua ragazza, l'ho vista sulle scale», mi innervosisco, lui non fa parte della mia vita. Lui non deve parlare della mi ragazza. « La più bella», rispondo. « Mi ricorda tua madre da giovane, solo che lei non mi ha mai amato come ha amato lui», dice riferendosi a Hell. « Per questo ci hai lasciati?» chiedo, lui scuote la testa. « Non è stata colpa di tua madre, è stata solo colpa mia, sono stato un padre di merda, che non voleva prendersi le sue responsabilità. Non volevo passare la vita a stare dietro a due ragazzi», mi da riluttanza.

« Esci da casa mia e non farti più vedere», dico, lui lo guarda con sguardo triste, ma fa quello che gli ho detto. « Non farti più vedere, hai abbandonato due ragazzi, Des non ha parlato per anni perché pensava che fosse colpa sua. Pensava che tu te ne sei andato per colpa sua. Hai rovinato la sua vita. E per favore non farti vedere più. Mai più. Ora lei vive felice, io vivo felice, tu non fai più parte della nostra vita. Non ne hai mai fatto parte», lui annuisce e se ne va. L'ultima immagine di mio padre è la sua figura da dietro, mentre scende le scale di casa mia. Una casa comprata con i miei soldi. Una casa in centro a Milano, un attico con tanto di piscina. Comprato da me, con i sacrifici di una vita. Sono passato dalla povertà assoluta, dove avevamo i maccheroni contati a un attico con quattro bagni.

Ce l'ho fatta.

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