Diana's povIl ragazzo davanti a me si accende una sigaretta, e dopo averne aspirata un po', mi parla. " Cosa ti prende Diana?"
Lo guardo confusa, e lui si spiega meglio. " Perchè tra tutta quella gente tu eri l'unica che non si divertiva? L'unica che fa funzionare il cervello in un covo di pazzi come quello. L'unica non spensierata, che fa girare le rotelle del suo cervello, anche quando dovrebbe concedersi una pausa." Picchietta il suo indice sulle sue tempie, mentre mi dice questa frase.
Non so come abbia fatto a capire io mio stato d'animo, nessuno è mai riuscito, tutti hanno sorvolato questo problema, e hanno fatto come se non ci fosse nessun problema. Alle feste andavano avanti a divertirsi, mentre io gli osservavo nel mio angolino. E pensavo, pensavo a tutto. " Ho sempre voluto ritornare ad essere spensierata, come lo ero da bambina; da piccola non pensavo alle conseguenze, facevo quello che mi andava. Ma ora non posso fare a meno di pensare, pensare che se io facessi una determinata cosa, ci sarebbero delle determinate conseguenze." Spiego, senza entrare troppo nei dettagli. Forse è cambiato tutto da quando è morta mamma, ho iniziato a pensare, per tutelare le persone, ma soprattutto me stessa. Non volevo soffrire ancora, perciò ho chiuso tante amicizie, non riuscivo a relazionarmi con le persone, ho chiuso la mia breve relazione con il mio primo fidanzato. Ho chiuso ogni tipo di rapporto, soltanto perché ho paura di soffrire ancora. Stefany mi ha aiutata molto, e non mi ha mai abbandonata, ogni giorno mi dimostra che non sarà una di quelle persone che mi faranno soffrire. Perchè io ho la certezza, che ci sarà qualcuno che mi farà soffrire, la vita porta anche a questo, e io non posso continuare a non relazionarmi con le persone. Forse è anche per questo che sto parlando con questo ragazzo, che gli sto spiegando i miei problemi.
" Ho capito cosa intendi, non riesci a fidarti delle persone, e per questo non ti relazioni con loro. Perchè ti distruggi così la vita Diana?" Non toglie mai gli occhi dai miei, neanche quando si porta distrattamente la sigaretta alla bocca. " Perché il passato mi ha portato ad una decisione." Mi faccio coraggio e gli spiego meglio. " Una decisione un po' egoista lo ammetto; in passato è successa una cosa, una cosa che mi ha fatto soffrire molto, che mi ha lacerato il cuore, quando il peggio era passato, anche se le cicatrici sul cuore sono rimaste, ho deciso che non avrei più sofferto. Non avrei più portato del dolore dentro me. Perciò ho chiuso tanti rapporti, perché avevo paura che mi avrebbero fatto del male un giorno. Ho smesso di relazionarmi con le persone, per tutelarmi. Di conseguenza ho smesso di fidarmi." Spiego mantenendo lo sguardo con il suo. Lui non dice niente, mi osserva mentre finisce la sua sigaretta e ne accende un'altra.
Il silenzio sta diventando troppo fitto, si vede che c'è tensione nell'aria, lui non ha ancora commentato la mia storia, non so se è un bene o un male. Forse non avrei dovuto fidarmi. " Voglio ricominciare a fidarmi." Dico tutto d'un fiato. " Ricomincerai a vivere." Dice lui, io annuisco un po' triste, pensando che per tutti questi anni non ho vissuto una vita piena, una vita felice. " La fiducia è una cosa rara, non tutti te la danno, e alcuni te la tolgono. Ma è una cosa bellissima, sei completamente te stessa con quella persona." Dice, questa volta il suo sguardo è rivolto al cielo stellato.
" Mi hai osservata." Dico senza pensarci. " La maggior parte di quelle persone, se non tutte, non ti hanno notata, ma non perchè non sei una bella ragazza, anzi tutt'altro, ma sai perchè? Perchè loro vanno dietro alle ragazze che non pensano, a quelle che si farebbero scopare dal primo ragazzo, ai ragazzi non piacciono le cose difficili. Ma io mi sono accorto solo di te, e non dico che non sono un donnaiolo, ma che sono affascinato dalle cose difficili, mio caro Angelo." Questa confessione mi lascia senza parole. È vero alcuni ragazzi preferiscono le ragazze più disponibili, sia in senso relazionale, sia sessuale. Mi stupisce che lui mi abbia osservata, che si sia accorto di me tra tutta quella folla. " Eri bella tra la folla, mentre pensavi e le persone ti ballavano accanto. Ti auguro di essere spensierata un giorno, non sempre è un male pensare." Sussurra tra l'oscurità della notte, siamo illuminati da un solo lampione che produce una luce fioca.
" Mi sono sempre piaciute le cose difficili, sai. Ho vissuto, e vivo una vita difficile, ma sono sempre andato avanti, soprattutto per la mia famiglia. Senza di me loro, non riuscirebbero a sopravvivere. Contano tutto su di me." Confessa, mentre il suo sguardo percorre il mio corpo esile. " Sei un punto di riferimento per loro." Borbotto, lui annuisce. Il silenzio sta per prendere possesso della serata, l'aria è tesa e lo si capisce. Nessuno dei due sa come continuare la conversazione. Quindi decido di spezzare il silenzio.
" Rubare non è una bella cosa, provocare tristezza e frustrazione alle famiglie, portandogli via cose che sono importanti per un motivo o per un altro. Dovresti smettere." Osservo, lui mi guarda, ma nel suo sguardo qualcosa è cambiato, ora sembra essere più freddo e un po' deluso; capisco di aver detto una cosa sbagliata, ma questa cosa la penso veramente, penso che sia una brutta cosa. Provocare scompiglio nelle case, rubare oggetti di valore affettivo, oppure soldi guadagnati con tanta fatica. Non so le sue motivazione, anche se sono palesemente economiche .
" Non capisci." Dice con tono di voce impassibile, si alza di scatto dalla panchina e se ne va lasciandomi sola nella notte, fuori da una discoteca che pullula di gente. Non so cosa fare, quindi decido di rientrare per chiamare Stef, e andarcene. Mentre entro, ci sono due ragazze ubriache che escono barcollando, le supero; mi faccio spazio tra i corpi sudati e finalmente trovo Stef, che sta ballando con Pj. La raggiungo. " Ehi, ma dov'eri?" Chiede preoccupata, anche Pj mi guarda preoccupato. " Fuori a prendere un po' d'aria." Dico vaga. " Andiamo?" Chiedo, lei annuisce e dopo aver salutato con un bacio Pj, raggiungiamo la macchina.
" Vi siete fidanzati?" Domando, lei scuote la testa. " No, non ancora. Siamo in una fase di conoscenza." Urla entusiasta. " Tu, con quel Lucifer?"
" Non c'è niente con lui." Perché io ho rovinato tutto.
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L'angelo del mio Inferno
RomanceNella Divina Commedia, Dante ha descritto Lucifero come il mostro dell'Inferno, il mostro che tutti temevano. Io rispecchio il mio nome. Sono cresciuto tra le strade di Milano, non ho mai avuto niente, mai avuto un soldo, finché incontrai Hell. Lui...