Dorian's pov
Ogni giorno ripenso a lei, ogni momento penso a lei. Le ho spezzato il cuore e l'ho lasciata da sola. Ho infranto tutte le promesse che le ho fatto. Le avevo fatto già del male una volta e l'ho rifatto perché ho paura.Ho una fottuta paura di amare, di amarla. Ha sofferto tanto e io le ho dato altra sofferenza, ma questa prima i poi finirà, se dovesse rimanere con me, non sono sicuro di riuscire a non farla soffrire, quindi é meglio che soffra una volta che cento, ma stando con me.
« Sei stato un coglione», afferma Pj, sono stato un grande coglione, ma lui non può capire perché l'ho fatto. « Sei un coglione che piange e non parla più» dice ancora, prendendomi in giro. « Andiamo a fare un giro» ammiro come lui mi sgrida, ma fa di tutto per aiutarmi. Il dolore di Diana lo sento anche io. Infondo ho perso una persona che amo, l'ho persa per colpa mia. Mi alzo distrattamente dal letto, sono cinque giorni che non lo lascio mai. « Vai a farti una doccia, puzzi troppo. Poi andremo a farci un giro», seguo il suo consiglio e mi lavo.
Pj ha deciso di portarmi in una vera e propria escursione in mezzo alle piante. Appena abbiamo raggiungo l'ingresso del residence, una guida ci ha prelevati e portati in questo sentiero, ha detto che percorreremo una gran parte del perimetro dell'isolotto su cui alloggiamo. Sono ormai due ore che camminiamo in mezzo alle piante e agli insetti, se lei fosse qui sarebbe già scappata. Ci fermiamo in un punto panoramico, da qui vediamo tutta la spiaggia dall'alto. Percorri con lo sguardo la spiaggia, da destra a sinistra, non é una spiaggia tanto grande, infatti la riesco ad individuare con Stef in acqua. Sento una morsa allo stomaco, sta parlando con Stef, ma non mi sembra tanto felice. Prendo il binocolo che ha portato Pj e lo zummo su di lei. « Ehi é il mio binocolo», dice il mio migliore amico riprendendoselo, ha notato anche lui le due ragazze e mi mette una mano sulla spalla. « Dai andiamo», lo seguo verso un'altro percorso, la guida non sembra stanca, si vede che lo fa da anni e abitualmente. Finalmente dopo quattro ore di escursione, con un'aggiunta di spiegazione di animali che abbiamo visto, come il camaleonte, torniamo al residence.
« Secondo te dovevamo rilassarci scalando una montagna», chiedo con ancora il fiatone. « Non sapevo che sarebbe stato così pesante», alza le mani in segno di resa. Io sbuffo, svolto l'angolo per arrivare in camera, ma sbatto contro un corpo. Lo riconosco subito il suo profumo, alza lo sguardo su di me, ma poi mi supera senza degnarmi di altri sguardi. « Scusa» sussurro, ma nessuno mi ha sentito. Pj mi affianca e mi lancia un'occhiata che intente" Stai bene?" io annuisco e raggiungiamo la camera, quella che ho condiviso con lei, quella in cui abbiamo fatto l'amore. Ho fatto cambiare le lenzuola, ora il suo profumo non si sente più, anche se nel mio cuore lo sento ancora.
Solo ora ricordo una frase che mi ha detto Camila, la nipote di Hell. Era un pomeriggio e io stavo andando da Diana, ci conoscevamo da poco, ma mi aveva subito colpito. Camila mi aveva seguito e infine é venuta con me. «Mi sarei innamorata di me, se tu non fossi completamente pazzo di lei», lo aveva detto mentre stavo osservando il mio angelo.
«La guardi in un modo speciale», aveva detto in fine.
Afferro il telefono e compongo il suo numero. Dopo qualche squillo, mi risponde una voce assonnata.« Pronto?» dice mentre sbadiglia. « Ehi Camila, sono Lucifer»dico, si sente il rumore di un accendino e di lei che aspira il fumo. « Sai che ore sono?» chiede sbuffando fuori il fumo. « No, sono alle Maldive», dico. « Sono le due di notte» sbuffa, sento una voce maschile vicino a lei. « Sei con Demons?» O mio Dio, sapevo che qualche volta si vedevano, ma non pensavo fosse una cosa seria. « Si, conviviamo», dice. Questa la devo dire a Pj. « Vieni al dunque, cosa vuoi Lucifer?» sento la voce di Demons, pronunciare perché io sto parlando con lei, lei risponde che non lo sa il perché.
« Come la guardavo quel pomeriggio?» Chiedo tutto d'un fiato. « É?» dice lei.
« Come la guardavo quel pomeriggio che siamo andati a casa sua, quando eravamo seduti sulle scale che davano alla sua finestra?»Dico, lei sospira e butta fuori altro fumo.
« Eri innamorato, o ti stavi innamorando» dice brevemente, ma non mi basta. Ne ero certo che in quel momento ero innamorato di lei.
« Sii più specifica».
« Non la guardavi come guardi chiunque, avevi le pupille dilatate, gli occhi illuminati e guardavi solo lei, anche quando parlavo, hai sempre e solo guardato lei», l'amavo già a quel tempo. Ero pazzo di lei, ed era tutto semplice in quel momento.
« Grazie Camilla, ti devo un favore. Buonanotte», le dico. « Buonanotte, ti saluta anche Demons» riattacca subito. Non so perché volevo sapere queste cose, ormai é tutto finito.
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L'angelo del mio Inferno
RomanceNella Divina Commedia, Dante ha descritto Lucifero come il mostro dell'Inferno, il mostro che tutti temevano. Io rispecchio il mio nome. Sono cresciuto tra le strade di Milano, non ho mai avuto niente, mai avuto un soldo, finché incontrai Hell. Lui...