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Diana's pov
La festa si tiene in una villa moderna, ma sempre molto elegante, ci sono i camerieri con i vassoi su cui sono appoggiati dei flûte di champagne, appena entro ne afferro uno. Dorian non si é mai staccato da me. « Stai vicino a me, non é un bel ambiente e non conosci nessuno» sussurra al mio orecchio, mentre porgo il mio cappotto all'adetta dell'appendiabiti.

Poco più in là trovo Stefany e la raggiungo, facendo l'esatto cosa che mi aveva detto di non fare. « Mi farai impazzire» sento sbuffare da Dorian, mi giro verso di lui con un sorriso enorme e gli rispondo:       « Mi sa che l'ho già fatto da tempo» mi rigiro e raggiungo la mia migliore amica. Ho partecipato ad una serie di eventi come questi in passato, accompagnavo mio padre, ma la maggior parte della volte mi annoiavo. « Perché siamo qui? Pj non aveva detto che sarebbe stato un gala, io pensavo che saremmo andati ad una festa in discoteca» annuncio io, lei mi da ragione, ma subito dopo indica Pj che sta parlando con un signore, parlano a bassa voce e sono distanti dalle persone. Subito capisco. « Ci hanno usate! Ci hanno convinte a venire a questo gala, dicendoci che sarebbe stata una festa normale, ma loro stanno solo lavorando» annuncio a Stef che annuisce. « Tu lo sapevi?» le chiedo ancora arrabbiata. « Si, é una cosa molto importante, devo prendere una cosa molto importante, moltissimo. E noi gli abbiamo aiutati dandogli una copertura» mi spiega, mi sento usata, ma so che non avevano altra scelta se non mentire, non avrei mai accettato di far parte di un crimine, ma ora che sono qui, lo voglio aiutare.

« Okay ma stai alle mie regole» le dico, lei annuisce euforica. Camminiamo discretamente per perlustrare la zona, ci facciamo spazio tra uomini e donne vestiti di tutto punto, mentre ballano un lento. Arriviamo in una saletta più piccola e riconosco una figura. Mi fermo di scatto, Stef mi viene addosso e impreca a bassa voce. « Perché ti sei fermata?» chiede, io non ho le parole per dirglielo, quindi indico la persona, lei porta il suo sguardo sulla persona indicata e sgrana gli occhi.

Mio padre é davanti a me, con un bicchiere di bourbon, mentre parla con un suo collega di affari. Sposta il suo sguardo su di noi, precisamente su di me, il mio cuore accelera velocemente. Ho paura, ho paura di lui. Manda gentilmente via il suo collega e si avvicina a me, ma io indietreggio e lui si ferma ad un metro da me. « Cosa ci fai, anzi fate qui?» chiede, non mi ha neanche salutato sto coglione.

« Ciao anche a te papà, si io sto bene anche se un lurido bastardo mi ha messo le mani addosso» dico sarcastica, ma non troppo. Lui si protende su di me e mi tappa la bocca con una mano, io lo spingo indietro. « Non osare toccatemi mai più» dico lenta e scandendo tutte la parole, non si capisce che sto per avere un attacco di panico ed é meglio così. « Vai in sala e vai a cercare i ragazzi, di qualcosa, ma non fargli mai venire qui,  se no la copertura salta» sussurro all'orecchio a Stef, che annuisce e esce dalla stanza.

« Quindi cosa ci fate qui?» chiede ancora, io mi invento la prima scusa che mi viene in mente. « I genitori di Stefany non potevano venire, perciò hanno chiesto a lei di presenziare e lei mi ha chiesto di farle compagnia» lui annuisce, se l'è bevuta questa storia. Senza dire niente altro me ne vado e lo lascio da solo, non voglio vederlo più. Quando apro la porta e vedo Dorian mi viene spontaneo abbracciarlo, nelle sue braccia mi sento al sicuro.
« É successo qualcosa?» chiede duro, io scuoto la testa. « Non è successo niente» dico io per tranquillizzarlo. « Cazzo quando Stef mi ha detto che era qui e che stava parlando con te, volevo entrare e spaccargli la faccia» dice. « Meglio di no, potrebbe riconoscerti, dobbiamo stare attenti e molto discreti».

L'angelo del mio Inferno Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora