Diana's pov
Il sabato è indubbiamente il giorno più bello della settimana, un giorno intero di riposo, la sera si va a fare festa e il giorno dopo si può dormire fino a tardi. È il giorno perfetto. Debora è partita con Hell, tornerà tra una settimana, ma nel frattempo posso passare più tempo con Des. Oggi è andata da Jonny. Dorian è uscito per fare delle commissioni e io mi annoio. Quindi afferrò il borsone e mi dirigo in palestra. Ho una stanza privata in palestra, dove posso allenarmi quanto voglio, senza che nessuno mi disturba. Almeno sfrutto i soldi di mio padre.Appoggio il borsone a terra e mi cambio indossando dei pantaloncini corti neri, con un top rosa chiaro. Incomincio ad allenarmi fino a quando sento un rumore provenire da dietro di me, mi giro e trovo Dorian attaccato allo stipite della porta, intento a fissarmi. « Da quanto tempo sei qui?» chiedo con la voce affannata per il movimento appena fatto.
« Abbastanza da capire che voglio subito toglierti quei pantaloncini», sussulto quando si avvicina a me. Mi attira a se in un bacio inizialmente casto, che si trasforma in una danza di lingue. Indietreggiamo fino alla panca, lui mi fa sdraiare su questa. Mi sposta i capelli di lato e mi bacia ancora e ancora, fino a quando non ho più il respiro. Sono sudata ma non mi importa in questo momento e sembra che anche a lui non importa. « Come hai fatto a sapere dove mi alleno?» chiedo ansimante per il caldo.
« Sono un ladro, non mi è difficile scoprire indirizzi», conclude la sua frase con un bacio sulla mia fronte. Con le mani percorre tutto il mio corpo, accendendo un desiderio in me. Lascia baci languidi sul mio collo, scendendo sempre di più, fino a fermarsi sul seno, che massaggia delicatamente, prima quello destro, poi quello sinistro, conclude tutto con un bacio su uno e sull'altro.Accarezza delicatamente la pancia e una scossa di piacere, mi fa stringere le gambe. La panca è al quanto scomoda, ma in questo momento non mi interessa. Appena la sua mano arriva all'orlo dei pantaloncini mi irrigidisco. Nessuno è mai arrivato a quel punto, nessuno ha visto questa parte di me.
« Non irrigidirti angelo» mi sussurra all'orecchio, provocandomi una scia di brividi su tutto il corpo.
« Piccola, se non vuoi non fa niente» dice ancora, ma io scuoto la testa. Lo voglio. « Voglio» dico con un filo di voce, lui sorride e il mio cuore fa una doppia capriola. Sfila lentamente i pantaloncini, credo che sia una tattica per desiderarlo di più. Sfiora il mio punto sensibile ancora coperto dalle mutandine, che subito dopo sono a terra. Sono completamente esposta a lui, ma il suo sguardo elimina tutte le paranoie che mi sono fatta. Mi guarda con desiderio, come se mi venerasse. Porta il suo sguardo nel mio, per chiedermi il permesso e annuisco. Sfiora il mio punto sensibile e subito dopo entra con due dita facendo movimenti circolari. Con le mani afferro la panca, le mie nocche sono diventate bianche. Ringrazio mentalmente mio padre per aver fatto una cosa giusta: aver preso una stanza privata per me.Un gemito sfugge dalle mie labbra, quando capisco che sto arrivando all'apice del piacere. Anche lui lo capisce e mi lascia qualche bacio per tutto il mio corpo. Il mio corpo è scosso da brividi, le mie gambe iniziano a tremare e io protendo il mio bacino verso di lui, pregando di andare più veloce. In poco tempo vengo, le sue labbra si posarono sul mio punto pulsante e ci lasciò un bacio. Mi aiuta a rivestirmi e a ancora con le gambe tremolanti e un sorriso enorme sulle labbra lasciamo la palestra, che ricorderò per sempre.
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L'angelo del mio Inferno
RomanceNella Divina Commedia, Dante ha descritto Lucifero come il mostro dell'Inferno, il mostro che tutti temevano. Io rispecchio il mio nome. Sono cresciuto tra le strade di Milano, non ho mai avuto niente, mai avuto un soldo, finché incontrai Hell. Lui...