III

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aspettai il ritorno di bill, anche se pensavo si fosse già scordato di me.
invece arrivò dopo pochissimo, anche se era in compagnia.
c'erano i tre tipi della band e tom aveva il braccio dietro alla spalla di una ragazza.
ma non era la stessa di prima. questo aveva problemi seri.
«bah» sbuffai, guardando i due abbracciati.
era pure brutta sinceramente.
«hey amber! possiamo sederci con te?» chiese bill con voce simpatica.
«se proprio dovete» dissi, e lui rise. si sedettero, ma la "ragazza" di tom mi continuava a fissare, non in modo gentile.
mi faceva strano che a bill non dava fastidio il mio carattere.
"un amico ti accetta così come sei" diceva sempre mio padre. ai tempi tornavo a casa piangente perché nessuno voleva parlarmi. ma mio papà c'è sempre stato per me, e anche se non glielo dicevo mai lo amavo tantissimo.
loro si erano ormai accomodati e parlavano tranquillamente. ordinarono da bere, ma io a differenza loro proprio non riuscivo ad entrare nella conversazione.
intanto tom e l'altra si erano messi di fronte a me, e continuavano a baciarsi, strusciarsi e cose varie.
quando anche l'alcol iniziò ad arrivare, tutti quanti iniziarono a berlo, e non in modo controllato.
io ovviamente bevvi tanto, ma ero lo stesso sobria.
«pezzente, perché continui a guardarlo?» urlò la tipa ad un certo punto, palesemente ubriaca.
la guardai male. molto male.
«guardare chi?» chiesi, sapendo già la risposta.
«tom...» disse, per poi baciarselo.
io già non sostenevo più la situazione.
«del tuo scopamico poco mi interessa» risposi, senza urlare.
lei probabilmente era troppo ubriaca per ribattere, quindi la discussione non continuò. anche se tutti stavano esagerando con l'alcol, la conversazione continuava abbastanza normalmente.
bill provò a integrarmi, infatti mi fece conoscere gli altri due. si chiamavano georg e gustav, almeno credo. erano a posto, anche se non ebbi molto la possibilità di conoscerli, perché quella cornacchia mi urlò ancora. io non so che cazzo voleva da me e io mi stavo già iniziando a scaldare.
«sembri una senzatetto vestita così» e scoppiò a ridere, anche se a nessuno sembrava divertente. anzi, tom abbassò lo sguardo sui suoi vestiti, dato che avevamo lo stile così simile che probabilmente si era offeso pure lui.
«e tu sembri una prostituta. ma tranquilla, ti posso trovare dei clienti» risposi con nonchalance, buttando giù un altro sorso.
bill, gustav e georg risero, tom invece si stava trattenendo.
lei prese tom dalla maglia per baciarlo, mentre mi guardava crudelmente, come se mi volesse dimostrare qualcosa. ma forse non le era ben chiaro che non me ne fregava un cazzo. ma tom si staccò subito, il che era sospetto.
«fiona, levati» disse, facendola alzare dal nostro tavolo. già avevo capito il soggetto. si era annoiato della tipa.
anche io mi ero alzata, dato che volevo ordinare altra birra, ma quella fiona mi prese dalla felpa, aggressiva.
«è tutta colpa tua» gridò.
«ma curati, non è colpa mia se sei così cessa da far venire l'aids ad ogni ragazzo che ti scopa» non so se avesse capito la mia battuta, ma comunque le tolsi la mano dalla mia felpa. ma lei non fu contenta di questo mio ultimo gesto, infatti mi lanciò uno schiaffo. dilettante.
gustav, o georg, non mi ricordavo nemmeno più, provò a staccarmi da lei, ma ormai non potevo fare più finta di nulla.
«non ti conviene picchiarmi, lo sai?» dissi, ridendole in faccia. accesi anche una sigaretta, mi faceva pena, però mi sarei divertita.
provò a lanciarmi una manata, ma io la schivai prontamente, afferrandole la stessa mano con cui voleva picchiarmi poco prima.
era letteralmente debolissima. la buttai a terra, senza il minimo sforzo. quando fu sul pavimento mi abbassai e le feci fare un tiro. lo accettò, anche perché non sembrava nemmeno più cosciente. aveva anche chiuso gli occhi, era sicuramente esausta.
«dormi, piccola puttana» le sussurrai nell'orecchio. quando mi rialzai risi istericamente. infine le pestai il viso con la scarpa, facendole uscire del sangue.
«cattiva la ragazzina» scherzò tom, avvicinandosi delicatamente verso di me.
«levati» dissi acida, finendo di fumare.
mi scansai da lui e buttai la sigaretta dentro al posacenere.
«ti adoro, quella fiona ci stava addosso da giorni ormai» esclamò bill.
«dobbiamo uscire di nuovo» mormorò credo georg, che sembrava tutto tranne che sobrio.
ero felice che mi ero integrata a modo mio, quindi annuii e li salutai.
appena uscita dal bar, mi preparai per salire sullo skate, ma c'era tom che correva verso di me.
io non li rivolsi la parola, ma lui mi stava guardando negli occhi.
«mi piacciono i tuoi occhi. sono ambrati, come il tuo nome. sai chi altro ha gli occhi come i tuoi?» disse con tono soave.
«ti conviene sparir-»
«zitta un secondo. sai chi li ha?»
«no coglione. ora vattene»
«bambi. conosci? solo che di carattere non siete molto simili» scherzò.
«hai finito con le tue stronzate?»
«volevo anche dirti che sei antipatica, ma lo stesso possiamo scopare. tanto in quel caso la bocca ti serve a qualcos'altro»
«aspetta e spera.» ridacchiai, perché era imbarazzante. il chitarrista pensava di avere una possibilità con me? tanto appena mi avrebbe conosciuta seriamente, se ne sarebbe scappato via, chiamandomi pazza.
«scherzavo, ma ti posso mettere in lista d'attesa»
ma chi lo voleva? io no di sicuro.
non avrei mai avuto a che fare con un presuntuoso del genere.
odiavo il suo comportamento infantile. partii con lo skate e lo lasciai indietro.
«ci vediamo in balcone, bambi» gridò per farsi sentire, ma io mi girai soltanto per fargli il dito medio. non rispose, ma si stuzzicò il piercing al labbro.
durante il tragitto verso casa, ascoltai come sempre della musica e pensai.
avrei preferito non pensare, perché non riuscivo a togliermi dalla mente quel chitarrista fallito, e questa cosa mi faceva arrabbiare.

tom's pov
ritornai dentro al bar dopo aver parlato con bambi. le si addiceva come soprannome.
«oh tom, dov'eri?» mi chiese gustav.
«fuori. stavo fumando e prendendo un po' d'aria» risposi disinteressato.
vennero anche georg e bill e iniziammo a ridere e a scherzare, uscendo poi dal locale.
per fortuna vivevamo abbastanza vicini, quindi facemmo un pezzo di strada insieme.
eravamo completamente ubriachi, ma almeno ci stavamo divertendo da matti.
poi però bill mi chiese di bambi.
«come ti sembra amber?»
«me la sbatterei. é figa come poche. ma é odiosa.» poi scoppiai a ridere insieme ai miei amici.
«secondo me é incompresa» rivelò bill, che era quello più contenuto tra noi.
ma a nessuno importò molto di quello che disse, perché un attimo dopo stavamo già ridendo per una battuta di gustav.
quando salutammo gustav e georg, io e bill rientrammo in casa, e senza nemmeno darci la buonanotte, andammo entrambi a dormire.
non avevo neanche le forze per fumare un'ultima volta, ero distrutto, ma contento. come al solito.
ancora avevo in testa la scena in cui amber buttava a terra quella tipa. era la cosa più affascinante che potesse fare.
sì, era antipatica, ma si faceva valere.

spazio autrice
scusate l'ora 🫶🏼 ma ecco a voi il terzo capitolo, forse un pochino più corto dei precedenti. comunque domani uscirà un'altra parte, forse anche due 💞 spero che comunque anche questo capitolo vi sia piaciuto, mettete le stelline e commentate. (AMO I VOSTRI COMMENTI GIURO AHAHHA, li leggo tutti e mi metto troppo a ridere😭)
ci vediamo domani cuori❤️❤️

incasinati - tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora