XXXVIII

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amber's pov
quella notte dormii da dio. sarà stato tom? beh, credo proprio di sì.
quando mi risvegliai, vidi ancora affianco a me quel chitarrista di merda, che mi fece immediatamente sorridere come una scema.
mi stavo riducendo in quella maniera solo per via di un ragazzo.
aveva cambiato così tanto dentro di me.
gli toccai il piercing al labbro con cautela, mentre lo guardavo dormire tranquillo.
non riuscivo a smettere di fissarlo, quindi rimasi lì, finché non si svegliò, grazie ad un bacio in bocca, da lui probabilmente inaspettato.
aprì gli occhi e anche lui mostrò un lieve ghigno.
«non stavo sognando?» rise lui, tirandosi su.
«che sogno dovevi fare?» domandai perplessa.
«credevo di aver sognato di scopare con la donna più bella, ma era tutto vero» mi prese in giro, abbracciandomi con forza.
«ma stai zitto» risposi, imbarazzata.
«modera i toni bambi» mi sgridò amichevolmente lui, pizzicandomi la guancia.
si alzò dal letto e io già iniziavo a sentire la sua mancanza.
«vuoi mangiare qualcosa?» chiesi io, osservando le gomme da masticare sul comodino.
«mangio te.» scherzò, baciandomi di nuovo.
mi piaceva sentirmi voluta. ancora non potevo crederci che qualcuno mi amasse veramente.
mi lavai insieme a lui, e poi tom scese le scale, per andare in cucina.
io invece passai per la camera di bill, che non vedevo da ieri.
«hey bill. com'è andata ieri?» domandai, affacciandomi alla porta socchiusa e aprendola.
«bene. benissimo. io e adrian... ci troviamo bene insieme» rispose insicuro.
«e? bacio? sesso? niente?» continuai insoddisfatta.
lui sorrise lievemente e scosse la testa.
«molti baci.»
iniziai a saltellare contenta.
«bello. bello... ma trattalo bene, se no non sarò magnanima con te» lo avvertii io.
«non lo farei mai soffrire, tranquilla.» concluse lui.
annuii e uscii dalla camera.
scesi in cucina, dove c'era tom che versava dei cereali dentro ad una tazza piena di latte.
stava facendo schizzare dappertutto.
«attento coglione. stai sporcando» lo rimproverai, sedendomi a tavola.
«cogliona sarai te. non disturbare» disse, procedendo a prepararsi la colazione.
misi le braccia incrociate e aspettai che finisse.
«non vuoi mangiare qualcosa te?» mi domandò lui, mentre iniziava a masticare.
«non faccio colazione.» risposi secca.
«la mia felpa ti sta bene» mi complimentò.
«é enorme. ma mi piace»
«meglio. se é grande i ragazzi non ti guardano il corpo» esclamò, facendomi l'occhiolino.
iniziai a ridere e arrivò anche bill di sotto.
«oh tom, oggi proviamo. c'è una nuova canzone che ho scritto. gustav e georg vengono verso pomeriggio» disse serio bill.
«sì sì» rispose scocciato tom.
«ragazzi io vado. magari vengo a vedere le vostre prove» esclamai infine, perché volevo parlare con adrian di molte cose.
«mi manchi già» urlò tom, mentre mi preparavo per uscire.
sbuffai e ritornai a casa mia. spalancai la porta e adrian stava sul divano, sdraiato.
«hey bello. ancora vivo?» scherzai, tirandogli una pacca sulla spalla.
mi guardò e si sedette.
«é stato molto bello. perfetto.» mormorò lui, mettendo la testa indietro.
«tu perché eri con tom?» continuò lui, diventando un attimo più insospettito.
«abbiamo guardato un film e poi ci siamo addormentati» che schifo di scusa veramente.
«amber, vi ammazzo entrambi se-» non lo feci finire.
«tranquillo fratellone. noi ci andiamo piano.» mentii spudoratamente.
«faccio finta di non aver sentito. ora, parliamo di cose serie. io lavoro, mentre tu bastarda no. che ne é del tuo piano? gne gne america con tom gne gne» mi sgridò lui, dandomi fastidio, anche molto.
lui ovviamente non sapeva tutto quello che era successo con thomas, quindi probabilmente pensava che io mi fossi licenziata per mera stanchezza.
«voglio ancora regalare quel biglietto, ma non potevo lavorare là.» spiegai schietta, senza guardarlo nemmeno.
«vuoi trovare un nuovo posto?» sì, magari un posto dove non vengo violentata o usata!
ok, questo non glielo dissi.
«se riuscissi...» mormorai.
«magari in quel ristorante dove lavoro io c'è ancora bisogno di qualcuno. stasera chiedo.» mi propose adrian. io annuii e lo ringraziai.
continuammo a parlare e dovetti sentirlo mentre mi raccontava tutto sulla serata di ieri, in compagnia del suo amore bill.
quasi mi veniva da ridere a vederlo così innamorato.
anche se sembrava avere ancora una preoccupazione.
«papà come la prenderebbe?» chiese intimidito.
«conoscendolo, ti accetterebbe. evita di dirlo a nostra madre.» risposi seccata dal dover ancora nominarla.
«mi ci vorrà del tempo...» sussurrò, non ancora sicuro.
mentre io dovevo ancora far conoscere tom a mio padre, che non aveva mai veramente approvato più di tanto.
qualche volta a cena lo prendeva in giro per il suo aspetto e il suo stile. ma lo faceva amichevolmente.
accesi il telefono e ignorai la maggior parte delle notifiche.
solo che una... aveva attirato la mia attenzione.
era da un numero sconosciuto.
"troia se ti vedo ti ammazzo"
feci un ghigno e risposi.
"faccio finta di aver paura" nemmeno un istante dopo, arrivò un ulteriore messaggio.
"fai pure la figa a rubare i ragazzi delle altre sei brava? stai attenta ad uscire da sola"
e ci risiamo. tom sembrava essere sempre collegato in qualche modo.
sospirai. una tipa mi aveva appena minacciata. bella merda.
io però continuai a rispondere scherzosamente.
"ok allora mi chiudo in casa" probabilmente quella non aveva un cazzo da fare, perché mi rispose di nuovo in un nano secondo.
io mi ero rotta a dare attenzioni ad una persona del genere, quindi la ignorai semplicemente.
poi avrei comunque raccontato a tom di questa storiella.
dopo un pomeriggio passato a non fare assolutamente nulla di interessante, mi cambiai per andare a sentire i tokio hotel provare.
«am! abbiamo una cosa da dirti!» gridò bill, appena mi vide.
«anche io» risposi, posando il mio zaino nel loro corridoio.
«allora dicci prima te...» mormorò curioso tom, che comparve dalla porta, appoggiandosi.
«credo che una ragazza ce l'abbia con me» risposi, passando il telefono a tom, così che potesse leggere.
apparvero anche gustav e georg, che mi salutarono. poco dopo erano anche loro a fissare lo schermo.
«ma che problemi ha?» disse stupito gustav.
«non lo so, ma questa mi vuole pestare» sdrammatizzai io, scoppiando a ridere.
«difficile batterti.» constatò georg.
«qualcuno ha sospetti di chi sia?» chiesi, anche se mi rivolgevo più a tom, infatti lo fissai.
«hey hey, non guardarmi così. sarà una delle mie ex» dedusse lui.
alzai gli occhi al cielo e lui rise, per poi baciarmi.
«non posso mettermi in mezzo tra le ragazze, però tanto so che ti difendi da sola» disse, facendo spallucce.
«cosa vuoi che mi faccia» scherzai infine. loro risero e piano piano iniziammo a scendere di sotto.
«secondo me questa ragazza non ti vorrà fare del male da sola. cioè se é sveglia e ti conosce, sa che sei più forte di lei e che forse ha bisogno di altre persone per farti male...» disse georg.
lo guardai, per poi mostrargli un sorriso.
«ma va. é solo una stupida. non é qualcosa di cui spaventarsi» dissi con nonchalance.
mentre loro accordavano gli strumenti, sentii di nuovo una notifica provenire dal mio telefono.
"non mi ignorare, non peggiorare le cose"
questa mi stava rompendo il cazzo, ma allo stesso tempo mi faceva... credo... paura.
comunque non ascoltai la sua richiesta, e nemmeno mi degnai di risponderle.
mi godei un'altra bella serata in compagnia di musica e amici.
non sarebbe successo nulla di male, almeno così credevo...

spazio autrice
ciao raga💗 scusate l'assenza, ho visto tutti i messaggi solo ora, ma purtroppo, ho passato un bruttissimo momento personale... ma ora sto molto meglio e anche se sono mancata per un po' ecco a voi il capitolo❤️
grazie a chi si é preoccupato<3 vi voglio tanto bene e vi apprezzo moltissimo.
un'altra cosa: la storia sta per finire, quindi presto diremo addio anche a amber e tom🙁
chissà se finirà bene come tutto per te...
perdonatemi ancora per non aver avvisato🫶🏼🥹
ci vediamo domani col prossimo capitolo!! ❣️

incasinati - tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora