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dopo qualche giorno mi ripresi finalmente da quella stanchezza che mi stava distruggendo da troppo.
tom e gli altri mi stavano vicini e mi aiutavano a prendere le medicine e stare riposata.
la "relazione" fra me e quel chitarrista diciamo che stava funzionando. io stavo sicuramente meglio e non avevo più strani pensieri in testa. insomma, era una fase tranquilla.
era una normale serata, ed io stavo in balcone a fumare, come al mio solito. beh, devo dire che non era più un'abitudine come qualche mese fa, ma quando non sapevo che fare, afferravo il pacchetto e uscivo.
é un miglioramento.
non c'era tom fuori, quindi indossai le mie cuffie ed iniziai ad ascoltare della musica.
partì la canzone "california love" di tupac, che amavo alla follia.
continuai a fare i tiri e vidi tom accendere la luce in camera sua.
mi notò e fece una faccia del tipo "e tu che cazzo fai?!" e aprì la porta-finestra.
«pensavo avessi smesso!» mi sgridò, mentre io abbassavo il volume e sbuffavo.
«sto fumando di meno, giuro.» mi provai a difendere e lui sospirò.
«bambi, lo sai che te lo dico solo perché ti voglio bene?» continuò lui. mi dava fastidio che mi trattava come una bambina, come se lui non fumasse quanto me.
«va bene. smetto» risposi, e per farlo contento buttai via la sigaretta, che ormai era comunque quasi finita.
«brava bambi. so che sono un po' duro, ma ti fa male...» si scusò.
io feci spallucce e mi rialzai per rientrare in casa.
«me lo dai un bacio prima di andare?» mi chiese.
mi affacciai alla ringhiera del balcone e gli posai un leggero bacio in bocca, gli accarezzai la guancia.
«buonanotte piccola celebrità» era la cosa più dolce che avessi mai pronunciato in vita mia. mi sorrise e io ricambiai.
quando fui di nuovo in camera, mi cambiai per andare a dormire.
proprio in quel momento, adrian entrò senza bussare.
«che c'è?» dissi, mentre sistemavo i miei trucchi.
«sorellina, posso stare con te?» io sbuffai e lui mi guardò con degli occhi da cerbiatto.
era un ragazzo così d'oro, si meritava il mondo.
annuii leggermente e lui festeggiò, sedendosi poi sul mio letto.
«hai da dirmi qualcosa?» mormorai, spazzolandomi i capelli.
«in realtà tante cose...» disse con tono insicuro.
la mia bocca fece uscire un «mhmh» come per fargli capire che dovesse continuare a parlare.
«io e bill ci sentiamo da molto, ma io gli ho sempre detto di non sapere bene della mia situazione sessuale...» iniziò, e io feci un cenno con la testa.
«insomma, non riesco ad accettare il fatto di essere attratto dai maschi...» doveva essere un'argomento molto delicato per lui.
«bill sembra essersi scocciato della mia indecisione!» esclamò, mettendosi le mani fra i capelli.
«ti sta aspettando da quanto... tre e passa mesi?» ridacchiai.
«questo non conta! non so se sono pronto» sembrava essere veramente in una crisi di personalità.
smisi di sistemare le mie cose e mi avvicinai al letto, gli toccai la spalla e sorrisi lievemente.
«adrian, non c'è nulla di male. non vi vedo spesso insieme, ma quando vi vedo, avete tutti e due una chimica speciale. siete fatti l'uno per l'altro.»
speravo che avessi detto qualcosa di rassicurante... sto lavorando anche sull'essere più empatica e gentile nei confronti altrui, e penso di star migliorando.
«grazie amby. ma se lui ora non mi volesse più?»
scoppiai a ridere da quest'affermazione.
«pfft. ti ama. ma proprio tanto.» dissi per rassicurarlo. era la verità.
«dovrei dirglielo?» chiese timidamente.
«sì. poi vi mettete insieme, chiavate un po' e vedi come andrà tutto bene» dissi, facendo spallucce.
lui rise e mi abbracciò.
«sei cambiata, lo sai?» disse, mentre mi teneva stretta tra le sue braccia.
«perché?» mormorai.
«non ti stacchi più dai miei abbracci...» aveva ragione. io mi staccavo subito dal contatto fisico.
risi leggermente. ero felice.
«cosa vi dite tu e bill?» domandai, dopo che l'abbraccio terminò.
«in questo periodo... é molto triste per tutto quel caos con il manager, i tour, gli stati uniti. io lo consolo, ma é difficile.» spiegò deluso.
«troviamo una soluzione?» proposi.
«io delle tue "soluzioni" non mi fido» scherzò.
«intendo qualcosa di non pazzo.» dissi, alzando gli occhi al cielo e ridendo.
«e voglio anche dire a bill che lo amo!» aggiunse anche.
ragionai qualche secondo.
«é gennaio, loro hanno il compleanno a settembre. magari potremo fargli un bel regalo!»
iniziai a raccontare.
«del tipo?» mi incitò a continuare lui, con un'espressione curiosa.
«ma tipo potremo lavorare e comprare un biglietto, per tipo loro quattro e noi due.»
«la prima volta che sento amber non avere idee pazze dove qualcuno deve per forza soffrire come un cane» aveva troppa ragione, quindi iniziai a ridere.
«secondo me se lavoriamo entrambi i soldi li raggiungiamo.» mormorai, anche se la mia idea era sicuramente qualcosa che costava grossi sacrifici.
ma dato che loro hanno sacrificato anche troppo per via della mia immaturità, pensavo che qualcosa del genere se la meritassero.
«costa troppo.»  mormorò, andandomi contro.
«se lo meritano» dissi.
«ma dovremo trovare un lavoro» continuò lui.
«oppure spacciamo. sai quanti soldi?» scherzai io. lui scosse la testa e rise insieme a me.

«comunque sembra qualcosa di plausibile. abbiamo circa otto mesi per fare... aspetta, quanto costa un biglietto andata e ritorno?» sbiancai in viso, perché sapevo che il prezzo sarebbe stato pauroso.
aprii il telefono e feci una breve ricerca.
«500€... circa. se tutto va bene.» dissi, e vidi la bocca di adrian spalancarsi.
«siamo in sei. quindi 3.000€! solo il viaggio! é un prezzo insostenibile. dovremo prenotare hotel, mangiare, uscire. spenderemo almeno 5.000€. non possiamo permettercelo.» insinuò lui preoccupato.
«se lavoriamo ce la facciamo!»
«io devo lavorare otto mesi solo per andare in vacanza? e pagare il biglietto a tutti? non se ne parla» sbuffò lui.
«fra, ma ci divertiamo» provai a convincerlo.
«é un sacrificio enorme. capisci il valore dei soldi?» mi rimproverò lui.
«chiediamo a papà di aiutarci.» esclamai io, mettendo le mani sui fianchi. ormai mi ero puntata su quella cosa. sarebbe stato difficile farmi cambiare idea.
«non se ne parla! prendere i soldi di nostro padre per uno sfizio così futile?»
«allora lavoriamo. ti prego adrian, sono 5.000€. se siamo in due, in un mese ne facciamo più di mille. alla fine ci rimangono pure.» insistetti così tanto, addirittura da far fare al mio cervello conti matematici.
«vediamo. ora vai a dormire.» concluse lui, alzandosi ed uscendo dalla stanza.
io gli feci il dito medio e mi buttai sul letto.
vidi che avevo ricevuto una notifica da tom, e iniziammo a scriverci per un bel po' di tempo.
ridevo come una bambina ad ogni sua battutina a sfondo sessuale, ad ogni complimento che mi rivolgeva ed a ogni presa in giro.
piano piano stavo veramente diventando "bambi".

spazio autrice
ho letto ogni singolo vostro commento e le vostre idee (LE AMAVO TUTTE VI GIURO) e ho provato a combinare qualcosa, ora vediamo cosa succederà perché mentre scrivevo mi sono venute in mente molte robe HAHAH‼️😍
primo: ci sarà un capitolo di adrian x bill, giusto che volete tutti sapere di loroo💝
secondo: la storia durerà ancora un po', perché comunque hanno ancora un'adolescenza davanti e mi dispiacerebbe finirla subito😭 mi sono affezionata troppo a tutti giuro
quindi nulla: secondo voi amber convincerà adrian? 🤭
ci vediamo domani con la prossima parte amori💖

incasinati - tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora