XXVIII

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dopo pochissimo, sentii qualcuno bussare alla porta.
entrò la stessa infermiera di prima e mi squadrò dalla testa ai piedi.
«sbaglio o ti avevo avvertito di non entrare?» mi rimproverò acida.
«cosa cambia se sono qua o no? non sto disturbando nessuno» mi provai a difendere.
«questa é una regola: un visitatore per volta! uno di voi due se ne va, a meno che non vogliate conseguenze.» disse arrabbiata, indicando adrian.
«cosa ci fa?» la presi in giro e risi.
lei sospirò, e lasciò perdere. iniziò a controllare bambi con i suoi oggetti strani.
«sta meglio. il battito é regolare e il respiro anche. ora sta semplicemente dormendo per recuperare tutte le forze perse.» ci spiegò e io le sorrisi leggermente.
«grazie mille signorina.» la ringraziò adrian, mentre io rimanevo con le mani incrociate a fissare amber, che era sempre bellissima.
«non voglio creare guai, quindi potrete rimanere. ma sappiate che é una grande mancanza di rispetto» mi sgridò di nuovo. io sbuffai e lei se ne andò. le feci il dito medio mentre non mi vedeva.
«sei così infantile» scherzò lui.
«gne gne. aspettiamo che si svegli.» dissi infine, buttandomi sulla sedia.
«vostro padre sa di questa storia?» chiesi, per ammazzare un po' il tempo.
«non che é in ospedale. non c'è bisogno che lo sappia» rispose adrian, giocherellando con i suoi anelli.
«scopi con mio fratello?» dissi di punto in bianco.
lui diventò rosso e io lo guardai stranito.
non era abituato a queste domande senza filtri come le mie.
«ci stavamo sentendo...» rispose imbarazzato, mettendo la mano dietro la testa.
«quindi niente sesso?» continuai io. mi faceva ridere il fatto che fosse così a disagio.
«tom, piantala!» mi sgridò.
«chill. scusa.» dissi scocciato. io ero solo curioso.
continuammo a parlare e lui mi raccontò quanto amber aveva preso male la nostra partenza.
certo che voleva proprio farmi sentire in colpa.
«cosa farete ora che siete senza manager?» chiese lui.
«che cazzo ne so. ne troviamo uno» risposi. in fondo non mi occupavo così tanto di quelle robe.
passarono due ore e io mi avvicinai al letto di bambi.
le diedi un pizzicotto al naso e poi la baciai in bocca.
«scema svegliati.» le dissi, ormai spazientito.
dopo il mio bacio, vidi la sua mano muoversi e poi fece un mormorio.
infine, i suoi occhi si aprirono. era ora. io ero praticamente davanti a lei, infatti appena mi vide le sue pupille si ingrandirono.
«cosa...» sussurrò, estremamente confusa. io risi, mentre anche adrian si avvicinò.

amber's pov
avevo visto bene? quello era tom? stavo sognando?
non capivo un cazzo. dove stavo e perché lui era lì?
«ben svegliata, bella addormentata.» mi sorrise lui, toccandomi il collo. rabbrividii non solo per la freddezza delle sue mani, ma anche per il suo tocco, che mi mancava.
«non capisco...» mormorai stanca.
«sei stata male e ora sei in ospedale» mi spiegò mio fratello, mentre lui continuava a ridere come un coglione.
«e perché lui...» non finii la frase, ero distrutta, anche se sembrava avessi dormito per giorni.
«ti ricordi, avevo detto che non ti avrei mai abbandonata, quindi eccomi qua.» disse, sorridendo maliziosamente e facendomi arrossire.
«ma... l'america...» sbottai io, ancora non in grado di alzarmi.
«il volo é stato cancellato. ma per quanto mi riguarda é meglio così, se posso stare con te...» da quando era diventato così gentile nei miei confronti? e da quando io arrossivo per le sue frasi.
«falla riposare ancora un po'. amby, ti sarà tutto più chiaro, magari dovresti mangiare qualcosa?» mi propose adrian.
«puoi mangiare me» scherzò tom. ora lo riconoscevo.
ma... era tornato. non sarebbe più scappato da me. stavo per rimettermi a piangere per la centesima volta quella settimana, ma provai a trattenermi, come facevo prima di questo caos.
«come fai a... tornare da me, dopo tutto quello che ho fatto a te ed ai tuoi amici?» domandai confusa.
«immagino che mi piaccia giocare con il fuoco.» mi rispose, facendomi l'occhiolino.
«vado a chiamare l'infermiera che magari ti porta del cibo.» esclamò mio fratello, uscendo dalla piccola stanza.
guardai tom innamorata e lui si sedette di fianco a me, toccandomi i capelli.
«ti amo. e mi sei mancata.» mormorò.
deglutii; non sentivo dirmi spesso parole così belle.
«e io anche. dopo averti conosciuto, sono diventata tutt'altra persona...» ammisi io.
«bambi piange per me!» mi prese in giro, facendomi la linguaccia. risi e vidi una lacrima scendere anche da parte sua.
«anche tu piangi per me.» lo presi io in giro, stavolta. lui mi diede un schiaffo leggero la guancia e poi me la baciò.
«mi hai fatto impazzire, giuro bambi.» disse, prendendomi il pupazzo dalle mani e buttandomelo in faccia.
io scoppiai a ridere.
«tu non sai quanto io sia felice in questo momento...» rivelai, mentre lo guardavo con gli occhi spalancati.
«mi stai guardando con dei bellissimi occhi da cerbiatto. secondo me il nomignolo "bambi" ti sta proprio a pennello» mi prese in giro, baciandomi in bocca subito dopo.
«mi mancava tutto di te, soprattutto baciarti» dissi io gentilmente.
«a me mancava prenderti per il culo.» gli piaceva rovinare l'atmosfera. iniziò a ridere e io alzai gli occhi al cielo.
era sempre il solito tom. quello che avevo odiato, ma allo stesso tempo amato.
«sai che siamo tipo un cazzo di casino insieme?» continuò lui, mentre giocavamo a passarci il pupazzo.
«incasinati» scoppiai a ridere, mentre gli rilanciavo il peluche.
tornò anche adrian, che portava con sé un vassoio. appena lo notai, mi accorsi di quanto veramente avessi fame, quindi iniziai subito a mangiare la zuppa che c'era in uno dei contenitori.
«adrian, dove hai messo le mie sigarette?» chiesi, ricordandomi di essere in astinenza.
lui posò lo sguardo su uno scaffale e io feci lo stesso. lì vidi il pacchetto. tom era vicino, quindi gli chiesi di passarmelo, perché volevo metterlo al sicuro.
«certo.» esclamò lui. ma proprio mentre stava per darmelo, corse verso la finestra e svuotò tutto il contenuto.
aveva appena buttato tutte le mie sigarette?! era impazzito?
«cazzo fai?» urlai infastidita.
lui scoppiò a ridere.
«ops» disse lui, imitando in modo estremamente fastidioso la mia voce.
e poi mi ricordai del nostro primo incontro, dove avevo fatto la stessa identica cosa.
«io ne avevo buttata solo una!» mi giustificai.
lui iniziò a fare un balletto per percularmi e io gli feci il dito medio, mentre continuavo a mangiare.
«così impari. il chitarrista fallito non dimentica» sbuffò poi.
«sei un bastardo» mi arrabbiai.
«però mi ami» disse lui, facendo spallucce.
«forse.» risposi ancora infastidita, e lui si avvicinò per baciarmi la fronte.
«non so chi sia più sottone fra i due.» borbottò adrian, scuotendo la testa, rassegnato.

e come sempre era accaduto, ci eravamo riuniti...

spazio autrice
ma quanto sono carini raga😍😍😍 io sono innamorata di loro due che si stuzzicano e si amano e così via, cioè veramente 😭🫶🏼
spero vi piaccia e a domani sera con la prossima parte 💘💗

incasinati - tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora