amber's pov
il giorno dopo, tom ha iniziato a comportarsi in modo strano con me... diverso.
non mi baciava più ogni secondo, non mi complimentava né prendeva in giro. non sembrava nemmeno essere lì.
io ed adrian parlammo un'altra volta riguardo il viaggio che volevo regalargli.
nonostante io volessi, loro erano impegnati con quei concerti del cazzo in giro per la germania, quindi anche se volessi fare qualcosa non saprei quando. inoltre, tom non sembrava nemmeno più essere interessato a me.
non capivo cosa ci fosse tra noi, ma a me sembrava tutt'altro che una relazione.
o forse sono io che non me ne intendo.
andavo a scuola sempre insieme a lui, con lo skate e la musica, niente di differente. ma quello che cambiava era vederlo immerso nei suoi pensieri, così immerso da non rispondermi neanche alle domande.
«hey. tom.» dissi, fissandolo e lui finalmente mi notò.
«scusami. dicevi?» provò a salvarsi lui.
«dicevo? un cazzo. esisti o sei in un'altra cazzo di dimensione?» urlai, facendo uscire la mia rabbia.
«amber, scusa, veramente. ho solo tante cose a cui pensare.» mi 'tranquillizzò'.
«a cosa pensi esattamente? mi vorresti dire cosa hai da nascondere?» insistetti, fermandomi in mezzo alla strada.
«niente di importante, bambi. ora andiamo a scuola, stai per favore tranquilla.» mi pregò, dandomi un bacio sulla fronte.
lo guardai male.
«non mi... ami più, per caso?» é quello che sembrava volermi far capire da giorni ormai, quindi tanto valeva chiederglielo personalmente.
«no. no, no... che dici?!» si scaldò anche lui.
«perché ti comporti così? mi ignori, non mi baci, non mi tocchi, non mi parli.» gli spiegai, mormorando con tono triste.
lui fece un segno di dissenso con il capo e mi baciò di nuovo, stavolta in bocca.
«ho solo paura per te.» rivelò infine, staccandosi dalle mie labbra.
lo guardai stranita, non stavo capendo.
«cosa intendi?» domandai, mentre lui mi accarezzava i capelli.
«dall'incidente con logan ho iniziato ad avere enormi sensi di colpa. come se tu stessi rischiando la vita per me.» mi spiegò.
«assolutamente no! non c'entri nulla! anzi, sei tu che mi hai salvata, insieme ad adrian. di cosa dovresti sentirti colpevole?» dissi, facendo di tutto per fargli cambiare idea. gli tolsi le mani che aveva sui miei fianchi.
iniziammo a litigare, sempre in mezzo alla strada, con macchine che suonavano e persone che ci urlavano addosso.
ci spostammo anche nel marciapiede, dopo che un signore ci gridò varie minacce.
durante quel litigio urlai tante cose, pressoché insulti. mentre lui, cercava di calmarmi.
«basta giri di parole. dimmi la verità!» esclamai infine, fissandolo furiosa.
«la verità é che... non penso di poter stare con te.» concluse, dopo quasi dieci minuti di discussione.
il mio cuore perse un battito e lo guardai disperata.
«quindi mi stai lasciando?» urlai, trattenendo le lacrime.
«é da una vita che ti sto provando a spiegare quanto fossi preoccupato per te e tu, continui ad insultarmi! quindi sì, ti sto lasciando!» gridò, prendendo il suo skate. ero arrabbiata, ma anche triste. non sapevo come reagire.
«va bene. lasciami, tanto non me ne fregava un cazzo di te a prescindere!» affermai sicura di me.
presi anche io il mio skate e scappai via, nemmeno in tempo per vedere la sua reazione.
mentre cercavo di non piangere e continuavo per la mia strada, ebbi la sensazione di aver esagerato con la frase finale.
era una bugia bella e buona.
anche tom mi aveva abbandonata. non credevo che questo potesse succedere veramente, nonostante tutti i casini, i litigi e le ferite. non lo credevo, veramente.
ed invece, eccomi: amber ha di nuovo perso una persona, stavolta non una persona qualunque.
e in quello stesso momento mi ritornarono in mente frasi di diversa gente che fu parte della mia vita prima del trasferimento in germania.
«sei come un virus. quando ci sei te, va tutto male.»
«sei pazza. nessuno ti vorrà mai!»
«ti auguro una brutta vita.»
«soffrirai come hai fatto soffrire tutti gli altri.»
mi rimbombavano in testa, senza smettere.
continuavano e continuavano, sempre più frasi.
ero sempre stata io il problema. non gli altri, io.
e io mi aspettavo veramente di poter essere amata? una come me?
doveva finire sempre male, in qualche maniera.
avevo rovinato tutto. ero troppo incasinata per lui.
sospirai, facendo cadere una lacrima dall'occhio.
prima, avevo girato direzione, così da non andare più verso scuola e per evitare tom.
perché me l'ero fatta scappare? e sarebbe tornato indietro, nonostante la mia minaccia finale?
sotto sotto, dentro di me, continuavo a sperarci.
a sperare in un "noi".
l'avevo detto, quella sera con adrian, "l'amore porta solo guai". e questa ne era la dimostrazione.
tirai indietro la lacrima e corsi verso casa. non c'era nessuno, salii in camera e tornai finalmente a fare quello che avevo smesso da un po'.
accesi una sigaretta, misi la musica nelle cuffie e mi sedei.
come ai vecchi tempi. senza tom, senza nessuno.
solo io, le sigarette, ed il rap.
forse era solo questo quello che mi serviva in quel momento.
svuotai la mente, nel vero senso della parola.
credo di aver fumato così tanto, da non vederci nemmeno più chiaramente. così tanto fatta da addormentarmi sul balcone.tom's pov
non so cosa avevo appena fatto.
me ne stavo pentendo così tanto, come se la mia bocca si fosse aperta, ancora prima che le informazioni arrivassero al mio cervello.
forse la decisione più impulsiva della mia vita.
e avrei fatto di tutto per poterla cambiare.
aveva detto che non le fregava un cazzo di me, ma sapevo, lo sapevo, ne ero convinto; che stesse mentendo. era solo infuriata e presa anche lei dal momento, così mentì.
o almeno, così volevo credere io.
scossi la testa disperatamente, vedendola andarsene col suo skate, in tutt'altra direzione.
non feci nulla. mi sedetti sul marciapiede, turbinato da emozioni contrastanti.
rimasi lì seduto, con le mani tra i capelli, la testa bassa e una tristezza incolmabile.
avevo rovinato di nuovo tutto. ero troppo incasinato per lei.
alzai lo sguardo per fissare la strada che stava percorrendo amber poco fa. dedussi che se ne stava tornando a casa, per evitarmi.
avevo imparato a conoscerla, in tutti quei mesi.
era una cosa così tipica. lo faceva sempre.
provai a non piangere, nonostante sembrasse difficile.
e se fosse lei la mia persona? cosa avrei dovuto fare? starmene lì impalato? no, avrei dovuto rincorrerla.
non potevo far scappare la mia anima gemella di nuovo.
e di nuovo, in preda all' impulsività, mi alzai di scatto dal cemento ed afferrai il mio skate.
«ich werde dich nicht mehr gehen lassen, amber.» sussurrai, muovendomi più rapidamente tra le vie.spazio autrice
ez ragazzi, l'ultimo capitolo é alle porte...
la mia indecisione di far finire bene o male la storia é gigantesca giuro hahahah😭🫶🏼
non so ancora bene cosa deciderò, ma lo scopriremo fra qualche giorno💔 nel mentre, godetevi un altro dei casini di questa coppia (anzi ex-coppia) 🥹
ps: la traduzione di quello che dice tom sarebbe: «non ti lascio andare di nuovo, amber»
quindi vedremo insomma hahah💓
le frasi scritte così sono importanti per anche legare il tutto al titolo "incasinati" , CHE OVVIAMENTE ci hanno rotto per più di 40 capitoli HAHAJAHHA
vabbè scusate il poema, ci vediamo al più presto!
un beso a tutt💋🫵🏼
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incasinati - tom kaulitz
Fanfictionamber si è appena trasferita in germania con il padre, a seguito di vari problemi familiari. ma ci sarà qualcuno che non le renderà la vita facile... «mi piacciono i tuoi occhi. sono ambrati, come il tuo nome. sai chi altro ha gli occhi come i tuoi...