X

3.8K 261 173
                                    

eravamo tutti distrutti, ma nonostante questo rimanemmo in discoteca fino all'alba.
quando tornammo finalmente in camera, andammo tutti a letto.
tornò anche logan, che non ci rivolse la parola.
prese la sua valigia, e se ne andò senza dire nulla.
appena lo vidi scoppiai a ridere, perché aveva la faccia coperta di sangue, secco.
girai lo sguardo verso di tom, che mi fece l'occhiolino.
alla fine non mi dispiaceva averlo come amico.
non riposammo molto, infatti dopo due o tre ore di sonno, ci preparammo di nuovo per il mare.
ero molto stanca dopo la serata di ieri, quindi mi sdraiai sull'asciugamano a prendere il sole.
misi le cuffie e scelsi di ascoltare i tokio hotel, che piano piano stavano diventando i miei preferiti.
mentre gli altri si divertivano, facevano tuffi, schizzavano gente a caso, e scherzavano tra di loro. li potevi riconoscere da lontano, solo per il rumore.
dato la stanchezza, mi addormentai, tra le note della canzone.
dormii per non so bene quanto, ma qualcuno si buttò su di me, e mi fece sobbalzare.
«che cazzo?» dissi, aprendo lentamente gli occhi.
era tom, che si era appena messo di fianco a me.
«ben svegliata, bambi» mormorò, sorridendomi e accarezzandomi l'interno coscia.
«cosa vuoi?» dissi, ancora mezza addormentata.
«vorrei farti tante cose, ti faccio la lista?» scherzò, per poi aprirmi le gambe.
«che cosa fai, coglione?» urlai.
«metto la testa sulla tua figa» rispose tranquillamente, per poi mettersi comodo.
non mi dava fastidio. la sua presenza non era più un problema.
«non mi ammazzi?» disse lui.
sbuffai, ma lui si alzò un attimo e si mise a fissare le mie cosce.
gli altri erano anche arrivati e si stavano asciugando al sole.
«che sono questi?» disse tom, indicando delle lievi cicatrici.
«non sono affari tuoi» sbraitai arrabbiata. qualche mese fa, soffrivo di autolesionismo. e quei segni ancora non se n'erano andati, come anche alcuni nelle braccia. era un argomento assai delicato per me, anche se ormai ne ero uscita.
«sono brutti» scherzò tom, mettendomi a disagio.
«la vuoi smettere? lasciala in pace» lo sgridò bill.
«bambi, dai, racconta» insisté imperterrito tom.
«mi tagliavo.» dissi di punto in bianco, lasciando tutti a bocca aperta.
ma a quanto pare, per qualcuno sembrava divertente.
quel coglione iniziò a ridere, come se ci fosse il comico migliore del mondo davanti a lui.
«cazzo ridi pagliaccio» lo insultai, alterandomi leggermente.
«minchia sembri un cazzo di tagliere» che battuta simpatica.
«smettila tom! qua non c'è niente di cui ridere» urlò bill, difendendomi.
io non dissi niente, ma stavo morendo dentro dalla tristezza.
tante cose mi aspettavo da lui, ma non questa mancanza di rispetto.
«come ti permetti? chissà cosa avrà passato!» mi difese anche gustav.
«non importa. vado.» mormorai, delusa. non avevo le forze di rispondere. ci ero rimasta troppo male.
«bambi, guarda che scherzavo» disse tom, mentre io mi allontanavo.
aveva superato il limite per me. ero una che le battute le accettava, ma non quando si parlava di argomenti così delicati per me.
quando iniziai a tagliarmi, era il periodo più brutto di tutta la mia esistenza.
e ci era voluta solo una battutina per farmi ricordare tutti quegli schifosi momenti.
tornai in camera e rimasi lì, non piansi, non mi mossi nemmeno.
ero lì, sdraiata sul mio letto, a guardare il nulla e a pensare, pensare e pensare...
ne ero uscita più forte di prima, e non avrei permesso nessuno a trattarmi così, tantomeno quel chitarrista fallito.

tom's pov
se l'era presa per così poco?
che palle che era.
accesi una sigaretta e mi sdraiai sul lettino.
tutti quanti mi avevano rimproverato per prima, ma io sinceramente non me ne fregai più di tanto.
alla fine cosa mi importava che ci fosse rimasta male.
«tom, su queste cose si evitano le battute» disse georg deluso.
«cazzo, ma scherzavo. cosa vi prende a tutti?» risposi, continuando a fumare.
secondo me stavano veramente esagerando.
«é quello il punto! non dovevi scherzare!» urlò mio fratello, gesticolando arrabbiato.
«ormai l'ho fatto» sbuffai io.
«vai a chiedere scusa finché sei in tempo!» mi sgridò georg.
«non se ne parla. se lei é permalosa, non é di certo colpa mia» sbraitai.
«sei consapevole che ti ignorerà per il resto della vacanza?» mi chiese lila.
«meglio» sbuffai, e buttai la sigaretta finita a terra.
«sei un bamboccio immaturo» mi sgridò ancora bill.
«state calmi! le chiederò scusa se tanto ci tenete» dissi, alzandomi.
«non lo devi fare per noi. tu devi pentirti. se no non saranno mai vere scuse» mormorò gustav.
«da quando siete così... così... empatici?» chiesi io.
ma loro scossero la testa.
«sei una merda» disse jay, l'altro amichetto di logan, la faccia da schiaffi.
«non dirlo più» dissi minaccioso, ma lui si alzò e se ne andò, non so dove.
io chiesi a lila di entrare in acqua, così da calmarmi un po'. lei accettò.

amber's pov
«ciao amber!» sentii una voce familiare.
mi alzai dal letto, e vidi un ragazzo che bill aveva invitato a stare con noi.
«ciao» mormorai.
«so che non abbiamo mai avuto la possibilità di parlarci più di tanto, ma ora siamo in tempo!» disse, contento.
non risposi, ma in quel momento avevo bisogno di qualcuno con cui stare.
«mi dispiace per quello che é successo. é uno stronzo» disse lui, sedendosi di fianco a me.
«lo é» risposi abbattuta.
«non ti merita» sussurrò.
«sai... mi piaceva anche. chissà cosa avevo fumato» sorrisi leggermente.
«lascialo perdere. c'è chi ci tiene veramente a te» disse poi.
«potresti ripetermi il tuo nome?»
«jay.» disse, per poi mettermi una mano sulla spalla.
«grazie»
«di nulla. vuoi raccontarmi un po' di questa storia?» continuò cauto.
«stavo molto male... non avevo nessuno con cui confidarmi. mio papà lavorava, e mia mamma mi picchiava, beveva o insultava. la scuola non stava andando bene. e tante altre cose» forse mi stavo aprendo troppo, ma dovevo in qualche modo dare voce ai miei pensieri.
lui annuì semplicemente.
«ne sono uscita bene, ma ho ancora qualche segno qua e là» mormorai.
«andrà tutto via, e sarà tutto un lontano ricordo» concluse, accarezzandomi i capelli.

qualche giorno dopo...
io e tom avevamo smesso di parlarci, perché lui non mi aveva mai chiesto scusa e neanche sembrava aver intenzione di farlo.
stavo sempre con jay, con cui mi ero aperta completamente.
la vacanza continuò, ma il mio umore si era abbassato.
«am, vuoi un gelato?» mi chiese bill.
«mhmh.»
dopo poco, arrivò tom a darmelo.
non lo guardai nemmeno negli occhi e me lo presi.
«bambi, ce l'hai ancora con me?» mi chiese con un tono rammaricato.
«ma non mi dire.» risposi, iniziando a mangiare il gelato.
provò a dire qualcosa, ma poi se ne andò.
se mi avesse chiesto scusa, lo avrei perdonato. in fondo, era stato solo un atto di immaturità. ma lui continuava a far finta di niente, e questo significava che non aveva nemmeno capito il suo errore.

la vacanza finì, ed io e tom non eravamo nemmeno più nemici, ma completi sconosciuti.
non gli parlavo, non mi parlava.
jay era l'unico che era rimasto al mio fianco ad ogni momento.
anche gli altri erano stati gentili, ma con jay mi trovavo meglio.
sembrava essere comprensivo e maturo.
ma non solo la vacanza finì, infatti in pochi giorni sarebbe ricominciata la scuola.
quando tornai a casa, rimasi in stretto contatto con jay, che mi scriveva ogni giorno.
le persone appiccicose non mi piacevano, ma lui trovava sempre una via di mezzo.

spazio autrice
RAGAZZIII CHE TRISTEZZA DI CAPITOLO😭😭 vedrete che tutto cambia nel prossimo, fidatevi💗 so che tom forse ha esagerato, ma vedrete che in qualche modo la situazione migliorerà🤭
so che per ora é un pochino triste come sta procedendo il tutto, MA questa storia ha molti alti e bassi, ora ci sono i bassi, ma presto avremo anche i momenti belli❤️
ditemi se vi é piaciuto 🫶🏼 ci vediamo domani con il prossimo capitolo amori‼️💓

incasinati - tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora