erano passate settimane dal mio ultimo incontro con tom, infatti fui un po' triste.
quando andavo a scuola, lui non c'era mai, quindi non lo riuscivo a vedere neanche là.
dopo che i miei compagni di classe e in generale tutti gli studenti scoprirono dei tokio hotel, non facevano altro che prenderli in giro. alcuni invece provavano ad attirare la loro attenzione, interessati solamente alla loro fama.
io invece continuavo a rimanere fedele, anche se la distanza si faceva sentire.
mi mancavano tutti, soprattutto quel coglione di chitarrista.
cercai comunque di abituarmi a questa nuova realtà e aspettai pazientemente che tom si facesse di nuovo vivo.
pazientai e pazientai, e finalmente mi scrisse bill.
tom non mi aveva ancora mai chiesto il numero, quindi tutto quanto dipendeva da bill.
"am, perché non ti fai più sentire?" questo era il messaggio.
"perché voi non vi fate sentire?" mi piaceva rispondere alle domande con un'altra domanda, perché sapevo di dare fastidio.
"stasera usciamo, vieni?" accettai e poi dissi che sarei venuta da loro il prima possibile.
quando bussai alla loro porta, tom mi aprì, guardandomi esterrefatto.
«bambi, perché non sei più venuta da me?» mormorò, spingendomi verso di lui.
«pensavo non mi volessi più» risposi onestamente, cercando conforto tra le sue braccia.
mi prese la mano e mi guidò verso il salone, dove c'era anche suo fratello, che appena mi vide, mi corse addosso, abbracciandomi con forza.
«mi sei mancata!» esclamò contento, e io gli sorrisi leggermente.
«chi viene stasera?» chiesi, aspettandomi di ricevere nomi di persone sconosciute come risposta, ma tom sospirò, quasi abbattuto.
«georg e gustav.» disse tom.
«nessun altro? siete seri?» mormorai confusa.
«ci hanno letteralmente abbandonati tutti.» si lamentò bill, buttandosi sul divano, malinconico.
«hey, io no. siete i miei unici amici» dissi, provando a tirare su il morale.
mi sedei di fianco a bill, che nel mentre si era rimesso seduto, e gli diedi una pacca sulla spalla.
tom continuava a starsene zitto e giocherellava con le maniche della sua felpa, esageratamente troppo lunghe per lui.
«am, so che non ci crederai, ma sei una brava amica» mi complimentò, facendomi sorridere coi denti.
io? brava amica? nessuno me l'aveva mai detto...
quasi mi stavo per commuovere.
«erano tutti dei falsi coglioni. li ammazzerei uno ad uno» urlò tom minaccioso.
«meglio pochi, ma buoni.» dissi, accarezzando i dread di tom.
grazie alla loro compagnia, stavo diventando sempre più dolce, e devo dire che mi piaceva.
«non pensiamoci. volete fumare qualcosa?» esclamò infine bill, tirando fuori dei pacchetti e facendoci uscire di corsa in giardino.
tom mi aiutò ad accenderla, e iniziammo di nuovo a parlare.
cazzo, mi mancavano quei momenti.
mi dissero di quanto erano tristi di essere stati scaricati da tutti, ora che erano famosi. e spiegarono anche di come la gente si approfittasse di loro, solamente per avere un minimo di tornaconto.
era terribile vederli così. anche io mi sentivo tremendamente sola qualche anno fa, ma fui comunque in grado di accettarlo.
«ragazzi, non disperatevi, siete in quattro.» sinceramente, avrei pagato oro per avere altri tre amici al mio fianco.
io ero sempre da sola.
«facciamo fatica anche a venire a scuola» disse bill, continuando a fumare.
«avevo notato» risposi sarcastica.
«ormai la germania non è più il nostro posto.» disse tom, incrociando le braccia.
«che intendete?» avevo paura che si volessero trasferire chissà dove.
non avrei retto, già lo sapevo.
«vogliamo andare in america.» mormorò bill, facendomi quasi cadere dal divanetto del giardino.
«cosa?! quando?» urlai, spaventata.
non volevo che se ne andassero da me.
«fine della scuola. dobbiamo diplomarci prima...» sbottò tom, iniziando a muovere ininterrottamente la gamba.
«ma se neanche venite» sbottai.
«inizieremo. vogliamo soltanto andarcene da questo posto di merda» disse bill.
non sapevo cosa dire. io non volevo che se ne andassero. erano i miei unici amici! e poi... e poi, come avrei potuto dare addio a tom?
come avrei potuto trovare l'amore della mia vita se tom se ne stava per andare dal continente?!
anche se lui non lo sapeva, ero innamorata persa di lui.
«ma... senza di voi... come faccio?» sussurrai, trattenendo le lacrime.
«am, abbiamo ancora mesi per stare insieme. e poi, se ci terrai a noi, puoi venirci a fare visita» rispose bill.
«visita? nella cazzo di america?! non vi vedrò mai, siete tipo... famosissimi!» urlai.
tom si avvicinò a me e mi baciò la guancia.
«bambi, calma. niente è sicuro, per favore.» disse cauto, come non lo era mai stato.
buttai la sigaretta nel posacenere e provai a mantenere la calma. mi tremavano le mani e stavo per piangere.
sospirai, facendo dei respiri profondi.
«senza di voi mi sento vuota» borbottai infine, mettendo la testa nascosta sotto al cuscinetto.
non mi risposero, ma era la verità.
era da anni che cercavo delle persone come loro, e quando finalmente le ho trovate, devono scomparire.
era ingiusto. la mia vita era ingiusta. e io avrei continuato a stare malissimo.
bill se ne andò, dicendo che doveva un attimo andare al bagno.
io mi misi a fissare tom, sperando che mi... rincuorasse, in qualche modo.
lui mi prese in braccio con delicatezza, e mi strinse gentilmente.
«sei diventato... troppo importante per me. e questo non era programmato» sbuffai, prendendogli la mano, che era il doppio della mia.
«bambi, siamo incasinati insieme. non possiamo funzionare.» disse serio, asciugandomi una lacrima che era appena scesa.
«non ci abbiamo neanche provato!» urlai, facendo scendere sempre più lacrime.
«allora non mi odi.» mormorò.
«è quasi un anno che ti conosco e ho sempre provato a negare il fatto che mi piacessi. e no, non ti odio. non potrei.» dissi, finalmente raccontandogli quello che provavo.
«va bene, bambi. possiamo provarci.» mormorò, baciandomi con cautela.
era un bacio un po' strano, perché io piangevo, mentre lui cercava di spegnere la mia tristezza.
erano che ne so, dieci anni che non piangevo? boh, ero diventata strana con tom.
«fai la dura, ma sei dolce come il miele. cogliona» disse, continuando a baciarmi.
«stai zitto. sei te che mi hai fatto diventare così... così... debole» risposi, scocciata.
«bambi non mi resiste» sghignazzò lui, mordendomi il labbro.
alzai lo sguardo e vidi bill fissarci dalla finestra. e poi sarei io la stalker?
«emo! vieni fuori» urlai, e così uscì allo scoperto.
c'erano anche gustav e georg dietro di lui, che però non avevo visto prima, dato l'altezza di bill e i suoi capelli modello porcospino.
iniziarono a ridere di noi, che eravamo in una posizione abbastanza discutibile.
«smettela di prenderci per il culo» gridò tom arrabbiato, mentre mi accarezzava il sedere.
«siete patetici. dite di odiarvi, poi fate questo» disse georg, ridendo con gli altri.
«non ci odiamo. anzi, smettetela di disturbare me e la mia ragazza» ragazza? cazzo, stavo urlando internamente!
io e tom kaulitz? fidanzati? no, non ci posso credere neanche io, tranquilli.spazio autrice
AAAAA SI SONO FIDANZATI!! in un modo un po' strano MA COMUNQUE😍 avrei scritto anche di più, ma vi volevo lasciare un po' in sospeso ;)
continuerò lo stesso a dirvi che gli alti e bassi non sono finiti mica 😭🤭 vabbè, niente spoiler e se riesco stasera posto un altro capitolo (se non esce allora probabilmente non ce l'ho fatta in tempo) COMUNQUE NULLAAA ora voglio i vostri commenti dove sclerate💋 a più tardi o a domani cuori 💖🫶🏼
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incasinati - tom kaulitz
Fanfictionamber si è appena trasferita in germania con il padre, a seguito di vari problemi familiari. ma ci sarà qualcuno che non le renderà la vita facile... «mi piacciono i tuoi occhi. sono ambrati, come il tuo nome. sai chi altro ha gli occhi come i tuoi...