avviso:
questo capitolo é per lo più dedicato ai nostri adrian e bill, dato che me l'avevate richiesto in tantissimi!tom's pov
portai amber al ristorante, dove mangiammo tantissimo, soprattutto lei, che poverina stava soffrendo la fame da troppo.
mi dispiaceva vederla così e mi veniva quasi voglia di pestare una seconda volta quel ragazzo, che bambi mi disse si chiamasse thomas.
la mia brutta copia praticamente.
fu un pomeriggio diverso dagli altri passati in compagnia con lei, infatti parlammo veramente molto.
non era per niente solito tra noi, preferivamo spesso il contatto fisico al conversare.
ma é come se entrambi avessimo tanto da raccontarci.
quando tornai a casa, ero stanco. molto.
baciai amber prima di rientrare, ma lei sembrava essere preoccupata per la mia ferita.
amavo la sua parte più mielosa che non riusciva mai ad uscire.
«hai l'occhio nero tom. dobbiamo medicarlo» mormorò, toccandomi lievemente il punto.
io sussultai dal dolore e lei tolse il dito d'istinto.
«lascia stare, andrà via.» dissi io tranquillamente.
le presi i fianchi e la spinsi verso di me, sorridendogli dolcemente. quei suoi occhi ambrati, cazzo, mi facevano impazzire. come ogni cosa di lei.
«ora vai a riposare e non pensare a me. sto bene» dissi infine, per poi darle una pacca sul culo.
sembrava essere insicura, ma comunque entrò dentro casa.
anche io feci lo stesso e non vidi bill in salone. era strano, quindi andai al piano di sopra per cercarlo.
la porta di camera sua era socchiusa, mi affacciai e lo notai, mentre si guardava allo specchio.
«eccolo qui il nostro modello.» scherzai, correndo verso di lui.
lo abbracciai da dietro e lo buttai sul letto, poi iniziammo a ridere.
«mi spii?» esclamò lui, rialzandosi.
«cazzo hai addosso?» chiesi io, mi ero appena accorto che stava indossando dei vestiti più eleganti.
«niente. faccio solo delle prove... per domani.» sospirò insicuro.
lo fissai perplesso. non mi ricordavo assolutamente di cosa ci fosse l'indomani.
«che intendi?»
«sei coglione? ti ho detto già un milione di volte che esco con adrian! non mi ascolti?» si arrabbiò, mettendo le mani nei fianchi.
spalancai gli occhi come per dire "oh ora ricordo" e poi annuii con la testa.
«ma dove andate? ad una sfilata?» continuai a prenderlo in giro io.
«no... penso qualcosa di tranquillo» borbottò, rovinando il suo armadio. stava buttando tutti i suoi vestiti per terra o sul letto.
«e ti vesti così? che sfigato. vestiti più chill» gli consigliai, osservando di nuovo i suoi indumenti.
sbuffò e mi ordinò di uscire dalla stanza.
«che permaloso.» urlai, mentre mi chiudeva la porta in faccia.
andai in camera mia, dove mi tolsi il cappello e sciolsi i miei dread.
mi lanciai sul letto e abbracciai il mio cuscino.
pensai a quanto mi sarebbe piaciuto se quel cuscino fosse bambi.
cazzo, per lei diventavo sdolcinato.bill's pov
cosa metto?! che cosa posso mettermi?! non ce la facevo più. era tutto il maledetto giorno che cercavo qualcosa da indossare.
dopo aver fatto un casino immenso, presi una decisione: mi vestirò come il mio solito. veramente mi ero rotto le palle.
presi il telefono dalla tasca e mentre canticchiavo una delle nostre canzoni, vidi una notifica da parte di adrian.
piccolo: "cosa vorresti fare domani?"
lessi. cazzo, non eravamo ancora usciti e io ero già sotto stress.
risposi timidamente, "tranquillo, a me va bene tutto lol".
non mi stava più vedendo il messaggio, e io continuavo a ricontrollare ogni minuto.
le ore passarono e solo dopo un bel po' lui mi scrisse di nuovo.
mi dava fastidio che avessi dovuto aspettare così tanto.
piccolo: "boh"
che cavolo di risposta era? tutto questo tempo per scrivere una cagata del genere?
era insopportabile scrivere con lui via cellulare.
rispondeva dopo ore e in modo secco e freddo.
non amavo troppo questa cosa...
la prima volta che fece così, mi feci dei viaggi mentali, perché pensavo di avergli fatto qualcosa di male. quella volta mi misi a pensare alle mie azioni precedenti, provando a capire se ce ne fosse una che avesse potuto dare fastidio.
ero insicuro di tutta questa situazione e della tensione fra noi. io avevo accettato da un po' di essere interessato anche ai maschi, ma lui non proprio...
non sapevo cosa sarebbe successo il giorno dopo, ma pregai di non creare guai di nessun tipo.
anche se io avevo aspettato ore per un monosillabo, gli risposi comunque subito.
"magari al bar?" proposi la cosa più banale, non avevo veramente la minima idea.
e ancora iniziai ad aspettare per lui.
feci di tutto. scrissi qualche verso, mangiai, presi in giro tom, e tutto il resto.
e così fu già mezzanotte e io avevo sonno.
controllai per la millesima volta, e appena vidi il messaggio, aprii la notifica più veloce del vento.
"ok" che palle veramente. stavo per sbroccare.
sbuffai infastidito.
"ma perché sembri arrabbiato con me?" scrissi sulla tastiera.
finalmente rispose subito.
"no no giuro" sospirai afflitto. speravo che volesse avere una storia con me, ma di questo passo sembrava impossibile.
"a che ora usciamo?" continuai la chat.
"sera, facciamo le nove?" ci mise dieci fottuti minuti per scrivere una cazzo di frase.
"va bene, allora a domani <3" non amava i cuoricini, ma io non facevo a meno di essi.
"cia <3"
scleravo. mi aveva messo anche lui il cuore! provai a non urlare per non svegliare tom.
ero così contento.
non lo faceva praticamente mai.
dormii benissimo, e tutto grazie a quella sua risposta. mi accontentavo di poco, ma questi sono dettagli.
STAI LEGGENDO
incasinati - tom kaulitz
Fanfictionamber si è appena trasferita in germania con il padre, a seguito di vari problemi familiari. ma ci sarà qualcuno che non le renderà la vita facile... «mi piacciono i tuoi occhi. sono ambrati, come il tuo nome. sai chi altro ha gli occhi come i tuoi...