(é la stessa parte che ho pubblicato ieri sera, ma il mio wattpad si é buggato di nuovo e penso anche che a nessuno sia arrivata la notifica. chi ha già letto questo capitolo aspetti stasera per il continuo💞)
tom's pov
corsi verso casa mia, fissando di fretta il balcone di bambi. la vidi praticamente sdraiata sulla sedia, con gli occhi chiusi ed una sigaretta ancora non finita. probabilmente aveva fumato tantissimo, chiaramente era colpa mia. avevo gli occhi lucidi e aprii la porta con fatica, dato che le mani tremavano.
urlai il nome del mio gemello, nonostante sapessi che fosse a scuola.
«BILL! BILL!» gridai, e dopo non aver ricevuto risposta imprecai ad alta voce. come avrei potuto farmi perdonare ancora una volta da amber? questa era tipo... la centesima volta che litigavamo.
dovevo incontrare suo padre quel pomeriggio, ma lei sicuramente non mi avrebbe neanche aperto la porta, conoscendola.
pensai a cosa fare come scusa perfetta. salii in camera, osservando ogni scaffale e ogni cianfrusaglia. c'era anche la mia chitarra elettrica, che avevo messo praticamente in primo piano. ne avevo tante di quelle, ma la mia preferita era questa qui... qualche mese fa, lei me l'aveva autografata, senza ovviamente il mio permesso. mi incazzai così tanto, ma alla fine decisi di lasciarla. ora era proprio quella la mia prediletta.
vedendo quel "bambi <3" scritto con una penna indelebile nera, mi venne ancora più la malinconia.
e nonostante fossi triste, non avevo ancora trovato una soluzione a quel casino di merda.
e ogni minuto che passava, più tempo bambi se ne stava fuori al freddo, completamente fatta.
presi la mia chitarra, e uscii in balcone. la vidi ancora una volta, con quella sua felpa pesante, molto più grande del suo corpo esile, con le sue cuffiette alle orecchie, che probabilmente si erano scaricate nel mentre e viso che da addormentato sembrava molto più angelico.
e dato che non avevo idee migliori, mi misi a suonare, un pezzo inventato, non troppo potente, così da farla risvegliare con più tranquillità.
suonai per qualche minuto, notando dei movimenti leggeri da parte sua e qualche mugolio. nel mentre, pensavo a tutto quello che avrei voluto dirle, ovviamente se non mi avrebbe mandato a fanculo, opzione assai probabile.
infine, mostrò i suoi occhi ambrati e taglienti, che incominciarono immediatamente a fissarmi.
«buon risveglio amore mio.» dissi con voce delicata e sorridendole, chiudendo le ultime note.
lei si alzò leggermente dalla sedia, per vedermi meglio. ma non parlava.
«so che mi odi, ma...» iniziai io, senza seguire il copione che mi ero fatto qualche momento fa in mente.
«non ti odio.» aprì bocca lei, ma non con quel tono autoritario o freddo, come suo solito, ma un tono tagliato, impaurito o spaventato.
«bambi, stai tremando. sei fuori da troppo tempo, possiamo parlarne dentro. per favore, non voglio che ti ammali.» provai a dirle io.
le scese una lacrima.
«come puoi volermi ancora? non sono una brava ragazza per te. non sono più bella delle tue ex, non sono più gentile o intelligente. anzi, sono solo più cattiva ed incasinata.» si sfogò lei.
«stai tranquilla. non sai cosa dici, posso entrare da te, per piacere?» la pregai, cercando di mantenere sempre la calma.
lei annuì.
dopo poco la porta di casa sua era aperta e io la spalancai, ritrovandomi amber davanti.
corsi verso di lei, le toccai le mani ghiacciate e le lasciai un lungo, profondo bacio sulla bocca, ancora più glaciale delle mani.
in mia presenza sembrava pian pianino riscaldarsi.«scusami. scusa. ti ho mentito. scusa. scusa. non volevo dirti che non mi fregava niente di te. mi frega così tanto di te. scusa» non l'avevo mai sentita chiedermi così tante volte scusa in una frase sola.
le sorrisi caldamente e le accarezzai i lunghi biondi capelli.
«ma é chiaro che ti importa di me. insomma, sono troppo il migliore» dissi scherzosamente, come intento di farla sentire più a suo agio, e a farci tornare come prima.
mi lanciò un pugnetto sulla spalla.
«pensavo di averti perso. io di sicuro non mi sarei presentata alla tua porta, nonostante tutti gli errori che potessi fare.» ammise lei, con voce roca.
«tu e l'orgoglio. menomale che ce ne sta uno maturo in questa coppia.» ridacchiai, alzando gli occhi al cielo.
lei aveva gli occhi lucidi e noi continuammo a scherzare, ma allo stesso tempo a perdonarci a vicenda.
alla fine, finimmo in camera sua, entrambi seduti sopra il tappeto morbido.
«porca puttana, io un giorno a te ti sposo.» esclamai ad una certa.
lei rise, ma vidi una lacrima scendere ancora sul suo volto, che provò a coprire.
so che si era commossa: nella sua vita nessuno l'ha mai amata, tranne suo padre e suo fratello.
si avvicinò sempre di più, sedendosi sopra di me, lasciandomi impietrito. infine tirò su i miei dread, iniziando a baciarmi il collo.
«hey hey hey, da quando questa velocità milady?» scherzai, lasciandola però fare.
rise e mi iniziò a fare un succhiotto, facendomi gemere leggermente.
«da quand'é che sei così sfacciata?» dissi, toccandomi il punto dopo che aveva finito.
mi baciò sulla bocca ancora un'altra volta.
«mi mancava semplicemente tutto di te.» ammise, mettendo la sua testa sopra il mio petto, sempre rimanendo sopra di me, mentre io le palpavo il culo.
«ti sono mancato, eh?» mormorai seducente.
«ma dai, non fare il coglione.» scherzò lei.
«anche a me sei mancata bambi. ti scoperei ora, se non ti dispiace.» conclusi io, arrivando al mio punto.
«non possiamo, mio papà tornerà presto e tu dovresti presentarti a lui. se ci scopre poi, addio.» spiegò lei, togliendosi però la felpa, rimanendo in canotta. era diventato caldo nella stanza, dato che aveva anche acceso i termosifoni.
«un po' di rischio nella vita dai.» le sorrisi, scompigliandole i capelli.
ma proprio in quel istante si sentì la porta d'ingresso cigolare, segno che qualcuno era appena entrato in casa.
«vedi? stupido.» mi prese in giro, alzandosi dalle mie gambe.
noi due in realtà dovevamo essere a scuola, questo era molto un problema in quel momento.
«cosa facciamo?» mi disse, fissandomi preoccupata.
«chiudiamo la porta a chiave, scopiamo, ma tu trattieniti e nulla, poi appena possiamo usciamo.» affermai.
«sono seria ora. mi ha detto che se non fai una bella figura non ci lascerà neanche più vederci!» ah. cazzo, piccolo problema.
diciamo che a suo padre non sarebbe andato a genio vedere sua figlia con il suo ragazzo in stanza, al posto di essere a scuola e per di più con un succhiotto ben visibile.«idea; chiama adrian, lui ci copre. che cazzo ne so, inventa una cagata e fa uscire lui di casa, così che io vado a prepararmi, mi sistemo il succhiotto e tu vieni con me, così tu entri a casa come se fossi appena tornata da scuola e boom, io compaio, tuo papà pensa che sono un figo e che sono perfetto per sua figlia, così poi noi due possiamo sposarci e scopare. che ne pensi?»
dissi, in preda all'emozione e sparando anche qualche cavolata qua e là.
«potrebbe andare. aspetta, chiamo adrian. e non ti fare troppi viaggi mentali tu.» disse, abbassando la voce.
qualche telefonata dopo, mi fece segno dell'ok con la mano e mi bisbigliò di aspettare.
il piano funzionò: sentimmo il padre di amber parlare con adrian, che in qualche modo lo fece uscire di casa.
«sono un genio. vedi, un cazzo di genio.» mi lodai da solo.
«possibile che sei così egocentrico?» mi sorrise.
impazzii a vederla sorridere in quel modo. non lo faceva mai.
uscimmo da casa sua, entrando invece in casa mia. dopo un po' ero finalmente pronto per incontrare mio suocero, o almeno, il mio presto suocero.«gli posso raccontare di quella volta che hai-» iniziai io, aggiustandomi la camicia.
«no. no. sii educato e rispettoso. ah e a proposito, dagli anche il regalo che hai comprato!» mi consigliò lei, facendomi sbiancare quando sentii la parola "regalo".
«non mi dire che non hai preparato nulla...» mi fissò arrabbiata.
«ma io che cazzo ne sapevo! ma tranquilla, il regalo più grande che riceve é avermi lì con lui, cioè guardami: sono letteralmente un vip.» dissi, vantandomi e dandole una spinta amichevole sulla spalla.
«TOM!» urlò lei.
e iniziammo ancora a prenderci in giro ed a stuzzicarci. ero così felice di aver riportato tutto alla normalità.spazio autrice
eccoli i due incasinati ritornati più forti di prima😵💫❤️ ma parliamo di tom che si fa i complimenti da solo HABHAAHHA, troppo lui.
comunque la storia ormai fra poco finisce, ma avrete come da "tutto per te" un capitolo extra (o chi lo sa, magari anche più di uno 😉) intanto me li godo ancora da adolescenti, che sono STUPENDI, anche se litigano un pochino troppo spesso.
ditemi se la storia vi continua a piacere!
a domani con la prossima parte 💓🫶🏼
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incasinati - tom kaulitz
Fanficamber si è appena trasferita in germania con il padre, a seguito di vari problemi familiari. ma ci sarà qualcuno che non le renderà la vita facile... «mi piacciono i tuoi occhi. sono ambrati, come il tuo nome. sai chi altro ha gli occhi come i tuoi...