XV

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«vi siete fidanzati?» strillò bill come una bambina.
io risi leggermente e tom mi accarezzò la coscia.
«diciamo di sì» rispose lui, un po' a disagio.
«mi sa proprio che io, bill e georg abbiamo da fare qualcosa, vero ragazzi?» disse gustav.
loro tre annuirono e se la svignarono in men che non si dica.
io alzai gli occhi al cielo e così continuai a stare attaccata a quel coglione.
non avrei mai pensato che una persona potesse diventare qualcosa per me. gli unici a cui tenevo erano i miei fratelli e mio padre, mentre gli altri... erano invisibili ai miei occhi.
anche se david non riuscivo più a vederlo spesso, dopo essermi trasferita qua in germania, era ancora parte fondamentale di me, nonostante la distanza.
magari sarebbe stato lo stesso anche con tom. magari il loro trasferimento non avrebbe influito il nostro rapporto...
ma cosa stavo dicendo? era ovvio che se si fossero trasferiti non sarei mai potuta rimanere in una relazione stabile.
«a cosa pensi, bambi?» mi chiese tom, preoccupato dal vedermi così pensierosa.
«niente» provai a nascondere, ma lui era testardo.
«non fotti con me bambi. dimmelo» insisté.
«niente. solo che non voglio che ve ne andiate» ammisi con un sospiro.
lui mi guardò con quegli occhi in cui era impossibile non perdersi e mi baciò la fronte.
«vedi come ci trattano qua?» disse leggermente alterato.
«ci sono io!» continuai ad usare la stessa scusa.
tom fece per rispondermi, ma il suo telefono vibrò improvvisamente. era una chiamata, da non so chi, non riuscii a leggere il nome che tom si era già levato da me.
se ne scappò dentro casa, e io rimasi seduta in giardino, esterrefatta.
come mai tutta questa fretta? mica lo mangiavo.
aspettai ed aspettai, ma lui ci mise una vita a tornare.
quando finalmente tornò, non lo salutai molto calorosamente. in fin dei conti, se n'era andato via per quasi un'ora senza nessun tipo di spiegazione.
«devo andare» disse, senza nemmeno guardarmi.
«dove?» chiesi curiosa.
«cazzi miei» sbuffò lui e sbatté la porta.
che problemi aveva? lo sapevo che non dovevo avere niente a che fare con lui! che cazzo.
aspettai ed aspettai nuovamente, non so neanche quanto.
sparì per così tanto, che fui pure in grado di ascoltare la mia più lunga playlist di musica.
alla fine l'attesa terminò, ma non fu tom a spezzarla, bensì gustav.
«perché sei qua da sola?» chiese confuso. probabilmente si aspettava di vedermi con quel coglione.
«non lo so. chiedi al tuo amico.» risposi acida.
«non ne so nulla. pensavo che steste scopando, in realtà» disse, ridendo.
«lo pensavo anche io, sai?» continuai ironica.
«dobbiamo uscire fra poco. anche lui dovrebbe venire» mormorò lui.
«che cazzo me ne frega? per me può anche non venire» ero molto arrabbiata, non lo potevo negare.
«calmati. probabilmente aveva un impegno...» provò a tranquillizzarmi, senza successo.
«sono calma.» dissi, serrando i pugni.
«gustav, dove sei?» urlò georg da dentro casa.
gli fece segno e anche georg arrivò in giardino.
«abbiamo perso tom» scherzò gustav, sdrammatizzando penosamente.
accesi una sigaretta per alleviare lo stress, e li ascoltai.
«provo a chiamarlo» esclamò georg, prendendo il telefono in mano.
per quelli che pensano che lo avrei dovuto fare pure io, la risposta è: no.
alla fine, non erano cazzi miei, giusto tom?
il cellulare squillò e alla fine tom rispose.
«tom, dove sei?» disse, e ovviamente non riuscii a sentire la risposta.
«cosa?! ma da quando-?» urlò sempre georg, girando lo sguardo verso di me.
stette in silenzio un attimo, probabilmente impegnato ad ascoltare cosa gli avesse da dire tom.
non riuscii a captare molto, ma il chitarrista stava sicuramente urlando frasi come "zitto" o "non dirglielo".
poteva farsi più furbo, io mica ero nata ieri.
mi stava palesemente nascondendo qualcosa.
risi leggermente, come potevo non aspettarmelo da uno come lui?
chiuse la chiamata e georg ci spiegò la situazione.
«torna fra poco. stava... stava... con un amico» non sapeva neanche mentire. erano imbarazzanti.
«è così veloce a farsi amici? mi sembrava che vi foste lamentati di non averne neanche mezzo.» scherzai sarcastica.
«l'ha incontrato quando è uscito» provò a riparare georg. sembrava quasi che stesse sudando per mentirmi.
«immagino... allora era un altro amico ad averlo chiamato quando mi ha abbandonata senza spiegazioni?» continuai. lo avevo scoperto, e non mi ero nemmeno impegnata.
patetici.
«ehm. sì, sicuramente!» disse, ridendo timidamente.
mi avvicinai aggressivamente e lo guardai.
«pensi che io sia cogliona? lo pensi?» dissi infuriata.
«perché dovrei?» mormorò impaurito georg.
«dammi quel telefono» lo minacciai.
«hey, finitela» ci sgridò gustav.
georg sospirò e mi passò il cellulare.
trovai il numero di tom il bugiardo da quattro soldi e lo chiamai.
risi, mentre vedevo le facce di georg e gustav impaurite da quello che sarebbe successo.
«ciao tom! allora? come va con la tua seconda ragazza?» dissi fingendo di essere amichevole.
«bambi?» mi chiamava in quel modo morboso anche ora. audace.
«proprio io. mi sapresti gentilmente dire dove te la stai facendo con la tua tipa?» mormorai, sorridendo, anche se lui non lo poteva vedere.
«che cosa? georg!» provò a dire lui.
«non ti agitare. il tuo amico non è riuscito a coprirti, è un incapace.» sbraitai, e georg fece una faccia estremamente offesa.
«non ha tutti i torti» mi "difese" gustav.
«vuoi che ti dica la verità?» disse tom, cambiando tono. prima sembrava spaventato, ora sfrontato.
«per gentil cortesia» scherzai nuovamente.
«mi ha chiamato nadine. e mi mancava, quindi ci ho fatto un giro»
«giro dentro il suo corpo?» scherzai, cercando di non dare di matto.
«capisci in fretta. te l'avrei detto stasera, ma dato la tua infinita curiosità...»
«quindi in poche parole ti fai usare?» ero scioccata. non solo mi stava praticamente tradendo, ma era pure così fissato con quella falsa.
«non mi usa. ma ora la cosa più importante.»
ormai non mi sorprendeva più nulla, quindi aspettai il continuo.
«ora che ho incontrato nadine, penso... di amarla. è fatta per me» che cazzo? su che base?
«logico. ti facevo più sveglio, lo sai?» sospirai.
«amber, non funzioniamo. so che forse ho sbagliato a tradirti, ma appena ho visto la sua chiamata, è come se volessi correre da lei il più veloce possibile.»
«non penso neanche di poter considerare la nostra schifezza una relazione.» ammisi.
«mi sono accorto proprio in quel momento, che stavo usando te per dimenticarmi di lei. ma possiamo rimanere amici?» era coglione, ma veramente tanto.
«certo!» dissi ironica.
«vedi? non siamo messi così m-»
«certo... che no. mentre scopi con lei, pensa a me» lo provocai, per poi chiudergli il telefono in faccia.
georg e gustav mi guardavano basiti, e io ridiedi il cellulare a quell'altro, per poi andarmene dal giardino.

non sapevo se essere triste per me o per lui.

spazio autrice
scusate il ritardooo<3 CAPITE QUEST'ULTIMA FRASE VI PREGO HAHAHAHAHAH
comunque stavolta tom l'ha fatta grossa😭 ma io non lo considererei proprio un tradimento, onestamente😩
domani esce un'altra parte, e forse la situazione migliora? vediamo, perché a bambi sta roba non scivola sicuramente addosso HAHHAH💖
se riesco, forse stasera esce qualcosa, ma non posso assicurarvelo! 🫶🏼
intanto ditemi cosa ne pensate di questo capitolo💋
"relazione" di massimo 4 ore tra tom e bambi andata completamente a puttane 🤭💕

incasinati - tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora