amber's pov
mi risvegliai dopo un tempo a me sconosciuto. mi faceva male dappertutto e le mie ferite erano solo peggiorate. mugugnai e alzai la testa, per vedere se ci fossero ancora quei pazzi.
e stranamente, non si trovavano nel garage. controllai se ero ancora intrappolata, e ovviamente lo ero. ora anche le mani erano bloccate sui lati della sedia.
non riuscivo a muovermi, ma comunque cercai di ragionare.
volevo soltanto scappare, ma sembrava impossibile.
iniziai a piangere dalla disperazione, dal dolore e dalla paura.
sentii dei passi, che poco dopo si rivelarono essere quelli di logan.
lo fissai assassina.
«cosa ti guardi?» mi disse minaccioso.
«mi avete picchiata, tagliata, ferita, usata. ora potete lasciarmi andare!» urlai arrabbiata.
«sì così poi ci fai arrestare?» comparve anche la ragazza.
«e cosa volete fare di me? tanto a prescindere mi dovete far uscire!» insistetti.
«logan, che facciamo?» chiese lei dubbiosa. quella faccia da culo fece spallucce.
«che ne dici di un secondo round? almeno così capisce che se ci denuncia la ammazziamo.» scherzò.
«non chiamo nessuna polizia. potete per favore liberarmi?!» stavo pregando due persone che mi avevano fatto soffrire come non mai.
«stai zitta. siamo noi a decidere» mormorò logan.
«c'è un modo per farle dimenticare tutto?» propose la ragazza.
spalancai gli occhi. sembravo una cavia da laboratorio.
«se la droghiamo perde la memoria.» spiegò l'altro.
«bastardi di merda non-» neanche finii la frase che la tipa mi tirò uno schiaffo.
non mi meritavo nulla di tutto ciò.
loro poi si avvicinarono ancora una volta a me, facendomi piangere dal terrore.
«tu divertiti a farle male. magari io riesco a procurarmi quelle sostenze» concluse la tipa.
logan annuì e mi sorrise malvagiamente.
«ti ho picchiata abbastanza. ora voglio che mi fai godere un po'...» mi bisbigliò.
quello che successe dopo fu ancora più traumatizzante.tom's pov
io e gli altri eravamo tornati a casa da un bel po', ma ancora nessuna risposta da parte di amber.
so che non le piaceva scrivermi subito, ma ormai erano passate ore.
quindi per sicurezza passai a casa sua per controllare se mi stava ignorando oppure fosse in pericolo.
«bill, secondo te perché bambi non si é fatta viva?» chiesi insicuro a mio fratello, mentre mi mettevo le scarpe per uscire.
«starà... boh, studiando?» ipotizzò lui, continuando a bere la sua birra.
avevo una strana sensazione, ma comunque non dissi più nulla.
poco dopo, stavo suonando il campanello.
«tom! ciao...» fu adrian ad aprire.
appena mi vide sembrava essere sul punto di dirmi qualcosa.
«oh adrian. tutto bene? sono venuto per controllare se amber fosse in casa, non mi caga da stamattina.» scherzai io.
lui scosse la testa preoccupato.
«é grave. non é più tornata. mio papà ha chiamato l'ufficio scolastico, e oggi risultava assente. siamo molto in pensiero. dove cazzo può essere andata?!» mi spiegò lui alla velocità della luce.
appena finì di parlare, mi salì un brivido lungo alla schiena.
non avevo nessuna ipotesi. non aveva motivo di scappare di sua spontanea volontà.
«sei serio?! non mi prendere in giro coglione» iniziai a gridare io.
«non scherzo. sto morendo di paura quanto te.» balbettò adrian.
io scossi la testa e misi la mano tra i dread.
«porca puttana. andiamo a cercarla!» urlai, incitandolo ad uscire.
«dove vuoi cercarla? non sappiamo nemmeno se sia qui vicino!» sbraitò lui.
«non me ne frega. iniziamo controllando la strada che fa per andare a scuola.» proposi, stringendogli il braccio.
lui alla fine accettò. disse al padre di chiamare la polizia, così che ci avrebbero aiutato anche loro.
percorremmo tutta la strada, finché giungemmo al vicolo, dove lei prendeva la scorciatoia.
entrammo e accesi la torcia per vederci meglio in quel buio pesto.
e per terra c'erano delle cose.
spalancai la bocca appena vidi lo skateboard di amber.
«non abbandonerebbe mai il suo skate così.» dedussi io.
anche adrian stava osservando l'asfalto.
«cazzo tom, questo qui é un telefono» esclamò lui.
corsi verso di esso e lo afferrai. non era quello di bambi.
«é stata rapita! sicuramente! questo appartiene al rapitore» urlò il fratello, perdendo completamente la testa.
«ieri, quando é venuta a sentire le prove, ha detto di aver ricevuto messaggi minacciosi. non ci eravamo preoccupati, perché pensavamo fosse una di quelle solite ragazzine che provano a fare le ganze. é sicuramente collegata a questo...» spiegai, anche io iniziando a disperarmi.
«stiamo calmi. abbiamo il telefono della persona. non sarà difficile arrivare ad amber...» provò a rilassarsi adrian.
accese il cellulare trovato poco fa e lo sbloccò.
«controlla le cazzo di foto. magari si capisce chi devo ammazzare.» dissi serio io.
lui mi ascoltò e iniziammo a scrollare la galleria.
dopo dovute osservazioni...
«ma quello é logan! quel verme della vacanza!» realizzai io, prendendogli il telefono dalle mani per vedere meglio.
«chi cazzo é logan?! che vacanza?»
«un tipo che ci aveva provato con amber. non eravamo ancora nulla allora. però ha provato a baciarla senza il suo ok, quindi abbiamo deciso di picchiarlo.» ammisi io imbarazzato.
scioccato dalla rivelazione, gli uscì un urlo di rabbia dalla bocca.
«si starà vendicando utilizzando amby, perché tu saresti troppo difficile da rapire!» gridò adrian.
«porca troia! io mica pensavo potesse fare una cosa del genere, lui! é una mezza sega giuro. un pugno ed é svenuto...» provai a giustificarmi io.
«la finisci? sai dove vive?!» continuò lui.
«non benissimo. ma circa...» mormorai, aggrottando la fronte, intento a ricordarmi.
«ma se andiamo da lui, cosa facciamo? e se non é solo?» domandò preoccupato.
«lo picchiamo così forte che ti giuro non si sveglia. conoscendolo, non sarà neanche stato in grado di far del male ad amber.» sdrammatizzai.
«smettila. é da stamattina che non si fa sentire. qualcosa le avrà fatto. se no perché l'ha rapita?!»
«sto cercando di mantenere la calma, ma se le ha fatto qualcosa, non solo lo pesto così forte, ma giuro lo distruggo.» dissi autoritario io.
nessuno doveva fare male alla mia piccola bambi.
non finché io sono il suo ragazzo.
mi incamminai verso la casa di logan, non parlai durante il tragitto. ero troppo impegnato ad essere in pensiero per amber. e stavo anche ragionando su quali metodi innovativi avrei potuto usare per rovinare quel bastardo.
non avevo paura di lui. ero con qualcun altro. insieme l'avremo battuto senza dubbio.
dopo un po' di camminata. io aprii bocca.
«qui. nelle vicinanze. non ricordo con esattezza la casa...» mormorai triste.
«non possiamo bussare ad ognuna. anche se trovassimo logan, non aprirebbe mai a noi.» dedusse adrian.
aveva ragione...
le case in quel vicinato erano tutte piuttosto grandi. alcune avevano anche un garage.
«la nasconderà in un seminterrato.» ipotizzò lui.
sentii delle urla non tanto lontane.
urla femminili.
urla di amber.
«o in un garage...» sussurrai, correndo verso la voce.spazio autrice
ciao amoss❤️ ecco a voi il capitolo, l'avrei voluto continuare, ma ho molto sonno ora haha💘
quindi ci vediamo domani con la prossima parte<3
ditemi se la storia vi piace🫶🏼
buonanotte belli e grazie mille per le 100k+ views anche su questa fanfiction 💓 vi sono molto grata
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incasinati - tom kaulitz
Fanfictionamber si è appena trasferita in germania con il padre, a seguito di vari problemi familiari. ma ci sarà qualcuno che non le renderà la vita facile... «mi piacciono i tuoi occhi. sono ambrati, come il tuo nome. sai chi altro ha gli occhi come i tuoi...