il giorno dopo, conclusa scuola, ignorai le richieste di tom di andare a casa sua, perché dovevo prendere quel lavoro.
ovviamente, avrei preferito rimanere fra le sue braccia.
si era un po' offeso che l'avessi snobbato così tanto, ma non potevo dire niente del mio piano, volevo che fosse una sorpresa.
«ma perché non vuoi stare con me?» mi disse, prima che salissi a casa mia.
«ho da fare. scusa tom, una prossima volta...» mormorai, mi dispiaceva vederlo triste.
lui mi guardò deluso e se ne andò, posandomi un bacio frettoloso in bocca.
si erano quasi fatte le cinque, l'orario di incontro con quel ragazzo, thomas.
mi preparai.mi truccai in modo semplice, come al mio solito. presi il mio zaino, che conteneva le cuffiette, il telefono, sigarette, accendino e... basta. sì, a me bastavano solo queste cose. afferrai anche il mio skate malandato e partii per il centro di tatuaggi.
dopo dieci minuti di strada, ero davanti alla destinazione. un posto un po' malandato, con davanti alle vetrine foto di ragazze e ragazzi che sfoggiavano i loro tatuaggi e una finestra era anche rotta.
«che atmosfera» pensai tra me e me, facendomi scappare un sorriso.
a qualsiasi persona non avrebbe ispirato come posto, ma a me quell'ambiente piaceva.
entrai e la porta scricchiolò.
guardai anche l'interno, che era messo meglio dell'esterno. c'erano poster dappertutto, graffiti e disegni di tatuaggi. aspettai che il ragazzo si facesse vivo, ed intanto osservavo i poster, che mostravano rapper, scritte e quant'altro.
dopo qualche minuto, vidi la porta in fondo al negozio aprirsi, da dove stava uscendo un ragazzo alto, moro, e molti tatuaggi.
era sicuramente thomas.
«ma ciao bella. dovresti essere amber, mh?» mi salutò, avvicinandosi per stringermi la mano.
annuii, impegnata a studiarlo per bene.
mi accorsi che aveva gli occhi verdi. era veramente affascinante.
«non parli tanto. non importa, sei qui per lavorare, alla fine» scherzò lui, andando a prendere un libretto.
«cosa intendi come assistente? perché non so tatuare.» dissi, mettendo le cose in chiaro.
«non devi tatuare nessuno. la parte difficile la faccio io, tu dovrai svolgere altre mansioni.» mi rispose.
«tipo?» domandai.
«accogliere i clienti, aiutarli a scegliere il tatuaggio, pulire, eccetera.»
«praticamente farò tutto io» sbuffai infastidita.
mi fissò dritta negli occhi e sorrise.
«puoi tornare indietro» disse con fare scherzoso.
«quanto guadagno?» dritta al punto.
«900€ al mese.» non male. veramente non male!
quindi secondo i miei calcoli, se anche adrian avesse trovato un lavoro del genere, avremo potuto guadagnare 1800€ al mese. ci sarebbero sicuramente bastati, e addirittura avanzati.
«ci sto. quando devo iniziare?» risposi, dopo aver sentito la cifra.
sghignazzò. aveva un atteggiamento odiabile, ma era il mio capo, quindi meglio evitare problemi.
«domani. quando finisci scuola?»
«alle due meno dieci.» risposi prontamente.
«bene. alle due in punto devi essere qua.» che cazzo?
«sei serio? quando mangio?» esclamai arrabbiata.
«non sono problemi miei. vuoi essere pagata? vieni qui alle due. se no, quella é la porta» disse, indicando l'uscita.
brutto bastardo...
sbuffai, provando a trattenermi dal non insultarlo.
«va bene, sbruffone. lo faccio.» accettai infine, anche se non penso gli sia piaciuto l'attributo "sbruffone".
«devi anche portarmi rispetto.» disse con tono altezzoso. ma chi si credeva di essere?
«sì sì. quindi inizio alle due e finisco quando? alle tre di notte?» dissi sarcastica.
«finisci alle otto.» che palle. forse lavorare non sarebbe stato così semplice come pareva.
«va be. se proprio devo. allora vengo domani.» dissi, per poi provare ad andarmene.
mi afferrò dal braccio e mi fermò.
«dove pensi di andare, bella? devi firmare.» mi ero presa uno spavento dalla prima frase, ma comunque firmai nel suo strano libretto e me la svignai.
ci avevo messo meno del previsto, quindi non si erano nemmeno fatte le sei ed ero già davanti casa.
decisi di andare a fare visita a tom e agli altri, dato che verso quell'ora dovevano iniziare a provare.
mandai anche un messaggio veloce ad adrian dove li spiegai brevemente la situazione.
"ho preso il lavoro. 900€, ma il capo mi sta sulle palle"
poi suonai a casa kaulitz e il mio ragazzo mi aprì.
«oddio, le fan hanno scoperto dove viviamo!» mi accolse.
feci il dito medio e lo abbracciai forte.
«dov'eri?» mormorò dopo.
«in giro.» dissi semplicemente.
lui mi guardò stranito e mi fece entrare.
«non mi tradisci?» disse quasi spaventato.
«tradire uno come te? audace.» lo tranquillizzai.
rise e scendemmo insieme in cantina, dove c'erano anche gustav, georg e bill.
«ciao am.» mi salutarono loro.
erano tutti impegnati con gli strumenti, mentre bill stava controllando dei fogli, dove probabilmente c'era scritta la canzone che dovevano provare.
anche tom si sedette per terra, prese la sua chitarra elettrica e emise qualche suono con essa.
io mi avvicinai a lui, e mi sedetti proprio di fianco, posando la mia testa sulla sua spalla.
«che bambina che sei» mi prese in giro, baciandomi i capelli biondi.
«cosa dobbiamo suonare?» chiese gustav, che voleva probabilmente prepararsi.
«leb die sekunde.» rispose frettolosamente bill.
dopo poco iniziarono a suonare.
io chiusi gli occhi, mentre tom provava a non darmi troppo fastidio. infatti, io avevo ancora la testa sulla sua spalla, e mentre lui muoveva le dita, anche il braccio si spostava leggermente.
alzai la testa, rimanendo in silenzio per non disturbare.
«rimettila. subito.» mi ordinò tom, con voce bassa.
risi leggermente e lo ascoltai.
«brava la mia bambi.» mormorò, e vidi un sorrisetto divertito comparire sul suo volto.
loro continuavano a suonare e io a pensare.
mi sarei stancata molto. ora non avevo solo la scuola come pensiero, ma anche un tatuatore presuntuoso.
spero solo che non crei problemi tra me e tom, o in generale problemi.
io non avevo più intenzione di soffrire, né tantomeno creare situazioni poco apprezzabili.
sarei dovuta stare attenta. non volevo che tom scoprisse della mia idea, se no la mia bellissima sorpresa di compleanno sarebbe rovinata!
sorrisi con i denti al solo pensiero di star facendo qualcosa che potesse rendere i miei amici e il mio ragazzo felici.
sì, mi sarei impegnata.
finirono di suonare e io feci loro dei complimenti.
«sono io il migliore» disse ovviamente tom.
bill alzò gli occhi al cielo e georg rise.
«facciamo finta di non aver sentito» disse gustav.
«bambi. cosa rimani lì impalata?! difendimi!» esclamò lui offeso.
«sei il migliore... a rompere le palle» scherzai.
lui fece una finta faccia scioccata e poi mi spinse.
«come osi?» gridò, ridendo allo stesso tempo.
«oso.» sussurrai, per poi mettermi sopra di lui e cominciare a baciarlo.
«aggressiva la ragazza» vociò bill.
gli altri risero, tranne io e tom, che continuavamo a limonarci.
mh, stavamo proprio bene insieme...spazio autrice
hey belli💖 scusate se ieri niente capitolo, ma mi sono addormentata HAHHA
comunque, ecco a voi, e so che magari aspettate in molti la parte tra bill ed adrian, vi avviso: uscirà, ma non so bene quando, perché la devo collegare anche alla storia💘 per il resto spero vi piaccia e ci vediamo domani (se non mi addormento MUAHAHAHA) ❣️❣️
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incasinati - tom kaulitz
Fanfictionamber si è appena trasferita in germania con il padre, a seguito di vari problemi familiari. ma ci sarà qualcuno che non le renderà la vita facile... «mi piacciono i tuoi occhi. sono ambrati, come il tuo nome. sai chi altro ha gli occhi come i tuoi...