amber's pov
i giorni passarono e io mi ripresi quasi del tutto. le ferite visibili sul mio corpo erano oramai sparite, le uniche che rimanevano erano quelle dentro di me. la mia testa faceva fatica a rimuovere ogni singola immagine e ricordo di quello che era accaduto.
e quindi anch'esso si aggiunse ai miei mille pensieri giornalieri.
risolvere i traumi era una missione ardua per me.
per fortuna c'era mio padre, adrian, i miei amici e tom.
anche se avevo notato strani atteggiamenti da parte di mio papà in quell'ultimo periodo, come se volesse dirmi qualcosa, ma non trovasse le parole. era sicuramente qualcosa riguardante logan e l'incidente.
a proposito di quel figlio di puttana, é stato accusato ed ora si trova in carcere. la sua cara amichetta, invece, l'ha fatta franca, solo perché era minorenne.
ma appena compierà i diciotti, le sbarre la aspettano. mi veniva da ridere. avevano ottenuto quello che si meritavano.stavo cenando con mio fratello e mio padre, che conversavano. io avevo sempre l'abitudine a starmene in silenzio durante i pasti, quindi semplicemente ascoltai.
parlarono delle loro solite cavolate, ma poi cambiarono argomento tutt'un tratto.
«amber... ora vorrei dirti qualcosa.» mi guardò dritto negli occhi mio papà. sembrava essere molto serio a riguardo.
feci un cenno con la testa, così che potesse continuare.
«penso che tom non sia il ragazzo adatto a te.» esclamò, senza mezzi termini.
spalancai la bocca e lo fissai.
«é da un po' che te ne volevo parlare. penso che la vostra sia una relazione tossica e che lui sia un... pessimo esempio da seguire.» spiegò autoritario come non l'avevo mai visto prima.
«no. no! ti sbagli! fidati, non lo conosci...» iniziai a balbettare insicura.
«ha ragione amby. pa', tom é un ragazzo apposto.» mi difese adrian.
«non mi interessa chi ha ragione o meno. fatto rimane che mia figlia é quasi morta per colpa sua. come genitore, ho pieno diritto a lamentarmi.» si arrabbiò, smettendo anche di mangiare.
«non lo conosci nemmeno! dovresti dargli una possibilità!» insistetti io.
«no, amber. ne ho già viste troppe di cose su di lui. non voglio che la vostra relazione prosegua.» continuò a dibattere, con tono pacato, ma sempre superiore.
«mai. io lo amo. non mi sono mai trovata bene con qualcuno, se non tom. non voglio litigare, papà, ma io... lui non lo lascio andare.» provai a difendermi, calmando anche la mia voce.
«tutto quanto é sano tra di loro. non c'è nulla di tossico. provano solo tanto amore l'un l'altro.» continuò adrian, rimanendo dalla mia parte.
«forse qui avete dimenticato chi é il padre. sono più grande di voi e ve lo leggo in faccia: tu, amber sei troppo innamorata di quello, per riuscire a capire il male che ti fa, e tu invece, adrian, sei solo un fratello amorevole che vuole aiutare la sorella. e io, sono qualcuno con esperienza. so quello che dico. e io... odio ripetermi.» concluse lui, facendoci rimanere a bocca aperta.
«puoi farmi quello che vuoi. non ti accontenterò.» dissi, sfidandolo.
lui sospirò afflitto.
«non ti farò nulla. non sono tua madre. ma, io lo dico per il tuo bene.» mormorò, alzandosi dalla sedia.
«papà, per favore. te lo posso far conoscere, vedrai, non giudicarlo così in fretta!» provai a sistemare.
«perché non si é mai presentato qua di sua spontanea volontà? gli avrebbe fatto più onore.» si lamentò, sedendosi a braccia incrociate sul divano.
lo seguii, come anche mio fratello.
«lo voleva fare, ma io continuavo a dirgli che eri al lavoro e che non c'era tempo.» mentii.
stavo mentendo per difenderlo. chissà se lui lo avrebbe mai fatto per me...
«esatto, papà. sono testimone. e fidati, anche a me sembrava un cattivo ragazzo, ma appena l'ho conosciuto, ho cambiato subito idea.» tenne il gioco.
«lo voglio qua. domani. se non mi piace come si atteggia, non solo lo sbatto fuori, ma ti vieterò di frequentarlo.» merda, sì, l'avevamo convinto, ma a che prezzo.
«affare fatto!» esclamai io.
mio papà trattenne un sorriso e io salii subito in camera per avvisarlo.
aprii la porta-finestra del balcone e lo vidi seduto a fumare.
«tom! che ci fai qui a quest'ora?» chiesi subito.
«non lo so. mi andava una sigaretta. tu però non fumi, vero?» mormorò, sembrava triste.
«no. voglio parlarti di qualcosa di importante.» iniziai io, per poi spiegare tutto la storia.
«hai detto che io volevo andare da lui? ci ha creduto pure?» disse sconvolto.
«a quanto pare. ma lascia stare, devi fare una bella figura.» lo rimproverai io. praticamente dipendeva tutto da lui.
«sì, mi impegnerò. anche io in realtà avevo una cosa da-» disse, senza finire e spezzando la voce.
«dimmi.» risposi, sedendomi.
«lascia stare. a che ora dovrei venire domani?»
mi dava fastidio che non mi voleva più raccontare.
«non lo so. pensi di farci uscire o venire a casa?»
«e io che cazzo ne so. é la prima volta anche per me» scherzò lui, finendo la sigaretta.
ridemmo, e poi continuammo a pensare a come rendere mio padre felice.
devo dire la verità: nonostante fosse mio genitore, conoscevo ben poco sulla sua personalità.tom's pov
avevo parlato con bill. bill ovviamente era a favore della nostra relazione, quindi i suoi consigli non valevano. ormai erano diventati favoritismi. sentire quella storia però... mi aveva fatto capire.
dovevo lasciarla.
anche suo padre la pensava come me, cazzo.
bill stava dalla parte di amber. mentre suo papà non faceva preferenze, diceva le cose come stavano.
e come aveva detto lui, sua figlia era veramente quasi morta per colpa mia.
e, mi faceva male il cuore al solo pensiero. non avevo le forze di farlo.
se l'avessi fatto, avrei dovuto veramente separarmi da lei. ci spingevamo avanti a fatica.
«tom, ci sei?» la sua voce mi fece ritornare sul pianeta terra.
quello sguardo tagliente, quella chioma bionda e quel carattere spigoloso già mi mancava, e io non avevo nemmeno aperto bocca.
«sì, é solo che...» provai a parlare, ma continuai a non farcela.
«oh, che hai? sembri triste.» si preoccupò lei, avvicinandosi per vedermi meglio.
«scusami.» dissi io totalmente a caso.
«hey, so che mi vuoi dire qualcosa.» rise lei.
se sapesse cosa le volevo veramente dire, forse non riderebbe così.
«e se, tuo padre... avesse ragione... su noi due?»
sparai finalmente il colpo. lo dissi con voce spezzata e la mia gola si stava seccando lentamente.
«cosa intendi?» sussurrò lei, cambiando espressione.
a vedere quel broncio apparire sul suo viso, mi volevo rimangiare quella cazzo di frase.
«cosa... intendi, tom?» continuò ad insistere lei, perché la mia risposta non era ancora arrivata.
aveva anche lei una voce soffocata.
mi stavo già pentendo di tutto.
«che, sulla nostra relazione. senti, amber. lascia stare, ora devo andare a dormire.» corsi dentro casa io, dileguandomi completamente.
chiusi le tende, così che lei non vedesse, e mi buttai sul letto, con la testa sul cuscino.
«tom, sei un coglione. un coglione» urlai a me stesso, col cuscino che rendeva il grido meno potente.amber's pov
rimasi lì, sul balcone. con il mio ragazzo che mi chiudeva le tende in faccia, senza spiegarmi nulla, senza darmi la buonanotte e senza nemmeno guardarmi negli occhi.
ero scioccata.
cosa potevo pensare da quella sua frase? "se tuo padre avesse ragione"? a me, sembrava un modo per dirmi "voglio lasciarti, ma facendo il carino."
ditemi se non sembrava quello! era palese che volesse abbandonarmi!
e avevo anche dubbi? certo, chi non mi abbandonava...
nella mia vita, nessuno era rimasto.
e io, avevo offerto la mia fiducia al primo che passava. la vecchia me sarebbe delusa.spazio autrice
ho fatto succedere un casino tanto perché mi andava HAHHAHAHA😭😭
ci vediamo domani col prossimo capitolo 🫶🏼 (sperando che non mi vengano idee pazze come mio solito)
notte e ditemi cosa ne pensate di questa situazione 🥹💕❤️🩹
STAI LEGGENDO
incasinati - tom kaulitz
Fanfictionamber si è appena trasferita in germania con il padre, a seguito di vari problemi familiari. ma ci sarà qualcuno che non le renderà la vita facile... «mi piacciono i tuoi occhi. sono ambrati, come il tuo nome. sai chi altro ha gli occhi come i tuoi...