e come era sempre stato, i giorni passavano, le settimane passavano e infine anche i mesi passarono...
ormai io e tom non ci parlavamo da... due mesi? credo.
com'era possibile che il nostro rapporto era sempre destinato a fallire? nonostante io facessi finta di niente, la sua mancanza mi stava mangiando dentro.
non sentire più "bambi" mi faceva stare male. a scuola veniva sempre, o almeno quasi. sembrava proprio che il trasferimento in america fosse diventato ufficiale...
era ovvio che non eravamo destino.
le mie giornate erano vuote e monotone, mi svegliavo, andavo a scuola, tornavo, parlavo con mio papà e mio fratello e dormivo. così in ripetizione.
mi stavo consumando lentamente e questa sensazione mi era familiare.
mio padre era preoccupato per me, provava sempre a consolarmi, nonostante il suo lavoro stancante.
mentre per quanto riguarda mio fratello... beh, era in pensiero per me, ma io lo ignoravo spesso e volentieri.
avevano entrambi ragione, ormai sembravo essere completamente in un altro mondo.era ormai dicembre, e mi stavo come al solito preparando per andare a scuola.
mi lavai, vestii e quant'altro, e infine uscii di casa, con la musica a palla.
la musica e le sigarette c'erano sempre state per me.fissai la casa dei kaulitz un'ultima volta, per poi partire col mio skate verso quell'inferno.
appena arrivata, non salutai nessuno, ma mi misi a fumare la mia solita sigaretta pre-centro di recupero.
oggi avevo tipo un'interrogazione di qualche materia, ma comunque non mi importava.
probabilmente vi viene da pensare che io vada male a scuola e che abbia brutti voti, ma in realtà non ho problemi, se non di comportamento.
sono sempre stata una sveglia, e anche se non studio porto risultati più che sufficienti a casa.
almeno ero stata fortunata su questo.successe una cosa a dir poco inaspettata.
lo vidi.
era sull'orlo della strada, intento ad attraversare per raggiungere l'entrata scolastica, dove io mi trovavo.
era strano vederlo a quell'ora. ad inizio anno andavamo insieme, ma dopo quel brutto litigio lui smise addirittura di uscire quando io lasciavo la mia casa.
ma quel giorno sembrava diverso...
avevo presente tutto questo scenario. il nostro primo bacio avvenne proprio lì, in quella panchina in cui io continuavo a fumare imperterrita.
lo guardai, ovviamente lui fece lo stesso.
rimanemmo così per qualche secondo. lui non passò neanche la strada, perché continuava a mantenere lo sguardo su di me.
qualcuno suonò il clacson e lui tornò sul pianeta terra.
ormai arrivò all'entrata e... mi parlò.
non ci credevo neanche io.
«bambi, in ritardo come al solito» mormorò, lanciando uno dei suoi sorrisetti.
non risposi.
«ne é passato di tempo» continuò lui. voleva veramente avere una conversazione con me.
«già» sussurrai malinconica.
«aspettavo da troppo di poterti parlare» ammise lui, cambiando espressione, mettendo su il muso.
«eppure non sembrava» risposi scettica.
«sai cosa mi manca più di te?» chiese infine, sedendosi affianco a me.
continuai la mia sigaretta, senza però considerare la sua domanda.
«baciare le tue labbra che sanno di tabacco, ma anche di fragola» era mia abitudine mettere il burro cacao alla fragola, per provare a nascondere l'odore di fumo che mi avvolgeva.
ma la sua frase mi fece avere la pelle d'oca.
lo guardai confusa, ma lui si avvicinò di più a me, mettendo la sua mano nella mia coscia.
il desiderio di amarlo non era ancora passato, nonostante i mesi, nonostante i litigi, nonostante tutto.
eravamo incasinati assieme, ma proprio questo rendeva il nostro rapporto speciale, ed impossibile allo stesso tempo.
ci baciammo con foga, e cazzo se mi mancava.
provai le stesse sensazioni della prima volta, solo molto più potenti.
il giorno prima ci odiavamo, l'altro ci amavamo. eravamo così complicati, ed unici.
«ho sbagliato tutto con te.» mi disse, staccandosi con delicatezza da me.
«torniamo sempre insieme in qualche modo...» divagai, mentre gli toccavo la mano.
«bambi. perdonami. senza di te mi sentivo...» non riuscí a finire la frase, quindi decisi di aiutarlo.
«vuoto?» dissi tranquilla.
«esattamente. come lo capisci?» chiese poi.
«perché così mi sentivo anche io senza tom il chitarrista fallito» scherzai, e lui come risposta mi baciò di nuovo.
«siamo strani come coppia» mormorò lui, e non aveva tutti i torti.
«sono io il problema. lo so» mugugnai.
lui mi mise a cavalcioni su di lui, chiudendomi di nuovo la bocca con i suoi bellissimi baci.
«non osare. a me sembri solo perfetta.» disse lui, alzando notevolmente la mia autostima.
«io perfetta? non dirlo nemmeno per scherzo»
«perfetta, con ogni tuo difetto rimani lo stesso ineccepibile.»
«sei troppo dolce con me» scherzai, e gli diedi un pugno amichevole.
«quindi vuoi che inizio a fare lo stronzo?»
«ti sfido.»
«non rovinare il bel momento» mi sussurrò, per poi baciarmi lentamente il collo.
«a casa ho due regali per te.» mi disse anche.
«abbiamo saltato la prima» mi lamentai, guardando velocemente l'ora.
«non voglio andare.» rispose lui scocciato.
«neanche io» ammisi. alla fine, c'era veramente qualcuno che andava volentieri a scuola?
«ti porto da qualche parte. e poi più tardi andiamo a casa, che ne dici, bambi?» propose lui, e io annuii semplicemente.
ci alzammo dalla panchina e io provai a prendere una sigaretta.
«cazzo, fermati.» mi sgridò lui.
«fa come ti pare» ero troppo stanca per mettermi a discutere con lui.
prese molto alla lettera questa mia frase, infatti infilò il mio pacchetto in tasca e poi mi fece un'ultima ramanzina.
«bla bla bla e bla... me lo prometti?» non ascoltai nulla. ogni volta che mi sgridavano per la mia dipendenza facevo finta di niente.
solo che dovevo promettergli qualcosa.
«sì sì, prometto» mentii spudoratamente. non sapevo neanche di cosa stavamo parlando.
lui mi baciò la fronte e io mi sentivo sempre più amata, come non succedeva con nessuno.
tom mi faceva provare emozioni che nessun ragazzo mi scaturiva.
«bambi. ora sono serio. riproviamoci.» disse lui ad un tratto.
«non mi fido ancora di te.» dissi, riferendomi all'incidente tra lui e nadine.
lui sospirò triste e poi mi diede la mano, mentre eravamo entrambi sul nostro skate.
«andiamo a casa?» chiesi io, che ero veramente distrutta, senza motivo.
«va bene, bambi.» rispose, accarezzando i miei capelli biondi.spazio autrice
scusate se ne ho postato solo una e anche così tardi, ma spero che comunque vi piaccia💗
mettete le stelline e commentate se avete apprezzato🫶🏼 io leggo sempre i vostri bellissimi commenti, veramente sono grata di avervi❣️
domani posto di nuovo, l'ora non saprei dirvela con esattezza però :(
a domani lo stesso, ciao belli💘
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incasinati - tom kaulitz
Fanfictionamber si è appena trasferita in germania con il padre, a seguito di vari problemi familiari. ma ci sarà qualcuno che non le renderà la vita facile... «mi piacciono i tuoi occhi. sono ambrati, come il tuo nome. sai chi altro ha gli occhi come i tuoi...